Contratti del Pubblico Impiego : c’è chi li firma ora, dopo mesi dalla loro stipula, “per motivi tecnici”..ma è questa la strada per praticare democrazia nei posti di lavoro?
La recente firma del Contratto Funzioni Centrali da parte di un sindacato non firmatario in prima battuta, ci stimola alcune riflessioni.
Attualmente secondo l’art.7 dei CCNL possono partecipare alle trattative nazionali e locali soli i sindacati maggiormente rappresentativi e che abbiano firmato il contratto. Questo ci pone davanti una serie di interrogativi sulla questione della democrazia sindacale.
1) i CCNL sono validi per tutti gli oltre 3.000.000 di dipendenti pubblici e non solo per gli iscritti ai sindacati firmatari ed inoltre la sottoscrizione è avvenuta senza la preventiva consultazione ed approvazione dei lavoratori e pertanto è assurdo che siano ammessi alle trattative di posto di lavoro solo i sindacati che li hanno firmati;
2) la maggiore rappresentatività alle OO.SS. è calcolata a livello nazionale. Riteniamo antidemocratico che le OO.SS. che hanno ottenuto una maggiore rappresentatività sul singolo posto di lavoro, magari anche “certificata” dall’elezione nelle rsu di propri delegati, non siano ammesse alle trattative di quella scuola/ufficio/ospedale/ comune/citta’ metropolitana…perchè non considerate maggiormente rappresentative!
3) e’ assurdo che per una O.S. non sia sufficiente nemmeno la maggiore rappresentatività ma,nel caso dell’art.7, del CCNL, venga richiesta anche la firma, pena il non essere ammessi alle trattative.
PRATICHIAMO DEMOCRAZIA.
La democrazia che non c’è stata per i 4 CCNL del Pubblico Impiego vogliamo praticarla travalicando , dove possibile, i limiti posti da CCNL non votati dai lavoratori. Non è nemmeno scritto da nessuna parte che alle trattative di posto di lavoro non possano partecipare , perlomeno come “osservatori”, le oo.ss. che , pur non essendo firmatarie di contratto, sono maggiormente rappresentative in quella realta’. L’ostacolo a questa partecipazione, molto spesso, viene posto, non tanto dalle Amministrazioni (che hanno tutto l’interesse a rapportarsi con chi ha seguito tra i lavoratori) quanto dalle oo.ss. firmatarie di ccnl, il cui obiettivo prioritario anziche’ l’essere il raggiungere la maggiore forza possibile nella trattativa con la Direzione, diventa l’escludere altri , con la convinzione cosi’ di indebolire quei sindacati di base che gli possono fare “concorrenza”. Praticare democrazia, a nostro avviso, è battersi perchè il voto della rsu sull’accordo locale, che “tecnicamente vale 1” ossia quanto ogni singola O.S. ammessa alla trattativa, sia assunto come determinate nel caso respingesse una proposta di accordo fatta dalla Direzione. Ci battiamo inoltre perchè l’indizione di assemblee retribuite nei posti di lavoro (possibilità preclusa alle oo.ss. non rappresentative a livello nazionale) sia possibile anche da parte di alcuni delegati rsu e non solo dalla sua maggioranza (come prevedono i CCNL).
Crediamo dunque che non ci si possa limitare a sottolineare l’antidemocraticità dell’art.7 dei CCNL , ma, nella realta’ dei posti di lavoro , vada creata la massima convergenza su questi punti .