Nelle prime settimane del 2022 dovrebbero essere sottoscritte le “preintese” contrattuali per sanità, scuola, università e ricerca ed enti locali, contratti in buona parte fotocopia di quella sottoscritta il 21 dicembre per le funzioni centrali e praticamente in contemporanea abbiamo l’approvazione definitiva della Legge di Bilancio.
Partiamo da alcuni dati certi :
– via al limite dei 240.000 € per i dirigenti pubblici che potranno avere compensi superiori a tale cifra ;
– anni di arretrati sono compensati con 11 euro o poco più al mese di indennità di vacanza contrattuale che diventa parte integrante degli aumenti contrattuali;
– cifre alla mano : nella contrattazione di primo livello (gli aumenti tabellari) parliamo di pochi euro netti mentre parte delle somme stanziate sarà destinata alla contrattazione di secondo livello subordinata a alla valutazione della cosiddetta performance;
– per il ccnl Funzioni Locali sono prevedibili ( come storicamente è sempre stato) aumenti salariali minori di quelli , pure insufficenti, stanziati per le Funzioni centrali;
– si rinviano alla contrattazione decentrata di secondo livello decisioni in merito a criteri ed importi di istituti contrattuali senza prevederne il finanziamento e la necessaria regolamentazione nella contrattazione di primo livello e per gli Enti Locali ciò è particolarmente importante sia per potere effettuare nuove assunzioni di personale,estremamente necessarie,che per le progressioni economiche;
La riforma fiscale che scatterà nel 2022 porterà ad una riduzione media del prelievo per 27,8 milioni di contribuenti di 264 € ma il vantaggio sarà maggiore per i redditi medio alti, quelli tra i 42.000 e i 54.000 che dovranno versare all’erario 765 € in meno di media. Il 20% delle famiglie più povere è “sostanzialmente escluso” dai benefici per effetto dell’incapienza fiscale. I dirigenti avranno una riduzione delle imposte di 368 €, oltre il doppio , in termini assoluti, di quella media degli operai, pari a 162 €, mentre gli impiegati avranno un taglio delle imposte di 266 €.
Al 3,3% dei contribuenti andrà il 14,1% dei 7 miliardi. I dati che abbiamo citato sono dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio (Upb).
La riforma fiscale è iniqua e regressiva e per quanto riguarda i ccnl :
– servirebbero da subito forti aumenti salariali generalizzati (tabellari) ;
– servirebbe la democrazia sindacale ossia il garantire i diritti sindacali nella contrattazione di secondo livello a tutte quelle oo.ss. che pure non essendo firmatarie del ccnl hanno degli eletti nelle prossime elezioni rsu;
– andrebbero reinternalizzati alcuni servizi a partire dalle pulizie rompendo la logica degli appalti che porta allo sfruttamento delle lavoratrici e che non garantisce quel livello di pulizia ancora più necessario con il perdurare della pandemia;
– dopo due anni di pandemia la PA avrebbe avuto bisogno di ben altro ossia di un numero congruo di assunzioni con procedure rapide al fine di garantire almeno il turn over dopo i 9 anni di blocco delle assunzioni e della contrattazione che hanno sancito la perdita di centinaia di migliaia di dipendenti;
– sarebbe necessario cancellare il mansionismo privilegiando la regola “uguale lavoro uguale retribuzione” che poi dovrebbe essere la regola prioritaria in tutto il mondo del lavoro;
– andrebbe cancellato il “silenzio come assenso” per gli assunti dopo il 1 gennaio 2019 che dal 1 gennaio 2022 si vedranno convogliare automaticamente il loro tfr nei fondi pensione se non esplicitano il loro dissenso.
Costruiamo l’opposizione alle scelte calate dall’alto dando vita alle prossime elezioni rsu alle liste dell’Adl Cobas, candidati, iscriviti, sostieni !