Mercoledì 16 marzo presso il Centro Sociale Rivolta di Marghera si è tenuta l’assemblea dei delegati e delle delegate venete di Adl Cobas per discutere dell’attuale situazione internazionale e nazionale e decidere gli obiettivi e la strategia per i prossimi mesi.
Il confronto è partito inevitabilmente dalla valutazione dell’invasione dell’Ucraina voluta da Putin, rispetto alla quale è stata espressa una chiara condanna, unita alla solidarietà nei confronti dei civili – autoctoni e migranti – in fuga dalle bombe e dalla violenza nonché ai dissidenti russi e bielorussi che stanno manifestando contro l’intervento militare dei loro paesi. L’assemblea, nell’affrontare il dramma della guerra, ha voluto però ricordare che molte altri conflitti armati si stanno combattendo nel mondo producendo milioni di rifugiati e rifugiate che non hanno trattamenti diversi a seconda del colore delle pelle, del passaporto e della religione.
Dalla guerra il dibattito si è spostato al tema dell’aumento del costo della vita e quindi della riduzione del potere d’acquisto di salari e stipendi che in Italia stagnavano da circa trent’anni. L’aumento del costo dei prodotti energetici, che già si stava dando a seguito dell’uscita dalla fase più acuta della pandemia, è esploso con la guerra in Ucraina, anche a seguito di dinamiche speculative, determinando a cascata aumenti di quasi tutti i beni e servizi. Gli interventi hanno evidenziato come la dinamica inflattiva stia impattando brutalmente sui lavoratori e le lavoratrici precarie, part-time, in cassa integrazione o con contratti indecenti come quelli delle pulizie-multiservizi o dei servizi fiduciari. L’assemblea ha condiviso quindi la necessità di rilanciare con forza ed urgenza una battaglia per aumenti salariali adeguati all’aumento del caro vita, l’introduzione di un salario e un reddito minimo e l’accesso calmierato a beni e servizi primari, case ed istruzione in primis. Ma si è discusso anche di democrazia sindacale nei luoghi di lavoro: numerose sono le aziende in cui ci si trova in conflitto con le organizzazioni sindacali tradizionali che accettano di essere cooptate dalle aziende per escludere i cobas anche quando sono poco o per nulla rappresentative.
Ovviamente obiettivi e strategia non potranno non risentire dell’evolversi del conflitto in ucraina, visto che a seconda degli scenari – cessate il fuoco a breve, continuazione del conflitto o ulteriore aggravamento dello stesso – le condizioni politiche, economiche e sociali potranno essere molto diverse. Ciononostante l’assembla ha ribadito la necessità di non fare un passo indietro rispetto alla lotta contro i cambiamenti climatici e la crisi ecologica: alcuni interventi hanno testimoniato come questi stiano impattando come una guerra sulla qualità della vita e i redditi dei lavoratori del sud come del nord del mondo. In quest’ottica l’assemblea ha deliberato di partecipare con delegazioni di delegat@ alla prossima giornata di sciopero per il clima lanciata per il 25 marzo in tantissime città dal movimento Friday’s for Future e alla manifestazione indetta dal collettivo di fabbrica della GKN per sabato 26 marzo, due giornate in cui intrecciare giustizia climatica e sociale e lotta contro tutte le guerre.