Ci risiamo! Le notizie che arrivano dai tavoli di discussione sul nuovo contratto sono ancora una volta preoccupanti.
Contro un’inflazione che continua a erodere il potere d’acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori, ci troviamo di fronte a proposte che non sono soltanto insufficienti sul piano economico, ma soprattutto che non vanno incontro alle esigenze di chi lavora, ma premia i “soliti noti”.
La prospettiva infatti è quella di aumenti salariali che, considerando la vacanza contrattuale, si risolvono in pochi spiccioli nelle tasche di persone che hanno visto il caro vita esplodere negli ultimi tre anni.
Meno di 50 euro in anni in cui l’inflazione viaggia in doppia cifra risultano non solo insufficienti, ma quasi “offensivi”.
Se la trattativa economica non sembra poter dare grandi speranze, su altri versanti le cose non vanno meglio.
Il tanto sbandierato “welfare”, che dovrebbe “premiare” i lavoratori con benefit non tassabili, sembra risolversi in nell’ennesimo “favore” ai privati. In particolare non è accettabile che la sanità privata possa essere sostenuta dal pubblico e dai lavoratori delle amministrazioni, così come è inaccettabile che si continui a parlare di previdenza complementare privata come beneficio.
In un momento in cui tutto il settore pubblico è sotto attacco, difendere sanità e previdenza pubblica è un dovere! Per questo siamo pronti a mobilitarci per salari dignitosi, qualità della vita e del lavoro e per una previdenza pubblica per tutti e tutte!