A questa domanda retorica la risposta non può che essere, o accediamo tutti alle posizioni organizzative (P.O.) o rivendichiamo le progressioni economiche , all’interno dell’area di appartenenza, per tutti!. La prima soluzione è irrealizzabile e per inciso già ora le P.O. vanno ben oltre quanto previsto dal CCNL Agenzie Fiscali che prevede che il numero di queste posizioni non possa superare il 2% della dotazione organica complessiva della terza area di ciascuna Agenzia, per non parlare poi degli incarichi di responsabilità (IR) che sembrano abbondare nelle DRE con il sospetto che suppliscano a incarichi dirigenziali aboliti.
Altre domande: perché alle Dogane , ai Monopoli e in altre pubbliche amministrazioni il riavvio delle procedure delle progressioni economiche riguarda il 2016 mentre alle Entrate si parte solo dal 2017? Perché con una cifra di 17 milioni di euro sottostimata rispetto alle risorse certe e stabili disponibili sul fondo per tale contrattazione e ammontanti a 40 milioni di euro?
La risposta è unica e cioè che alle Entrate c’è stato un accordo sindacale siglato il 14 dicembre tra le stesse organizzazioni , CGIL CISL UIL, che hanno firmato anche l’accordo quadro pre- elettorale e politico del Pubblico Impiego del 30 novembre (quello degli 85 € medi, non per tutti…a regime nel 2018 e di cui è sconosciuta la copertura economica) con l’aggiunta anche del Salfi.
Come rompere questi due accordi, quello generale sul Pubblico Impiego e quello sulle Progressioni Economiche per l’Agenzia delle Entrate del 14 Dicembre?
E’ evidente che se non c’è una mobilitazione unitaria dei 3.200.000 dipendenti pubblici e dei 35.000 delle Entrate non si smuovono quegli accordi sottoscritti dalla triplice CGIL CISL UIL che detiene di fatto il monopolio della rappresentanza. E’ per questo che ci lascia basiti come all’interno dell’Agenzia delle Entrate l’opposizione all’accordo del 14 dicembre sia solo il raccogliere firme, separatamente, su due mozioni distinte, da parte di due sindacati non firmatari e che non si sia sviluppato in maniera significativa invece l’indire assemblee aperte a tutti i dipendenti contro questi accordi.
A nostro avviso, l’opposizione ad accordi che riguardano tutti se si vuole vincere e non semplicemente segnalare l’esistenza di chi non li ha firmati, deve partire dal basso , dalle assemblee unitarie dei lavoratori.
Un segnale positivo, in controtendenza, l’abbiamo colto dalla RSU dell’Agenzia delle Entrate della DP di Padova , che ha indetto assemblee unitarie sia per bocciare l’accordo quadro del 30 novembre del Pubblico impiego che quello sulle progressioni alle Entrate del 14 Dicembre. Ovviamente il nodo da affrontare è come sviluppare la mobilitazione… ma solo chi non lotta ha già’ perso!