Si è tenuta ieri la trattativa con la direzione per il Fondo di Front Office 2019.
L’importo assegnato all’Ufficio dalla Direzione centrale, è stato suddiviso sulla base della proposta della Direzione che prevedeva una ripartizione sulla base dei servizi prestati secondo uno schema apparentemente simile a quello che veniva utilizzato negli anni scorsi.
A ogni servizio viene assegnato un parametro, cioè un “tempo medio”(calcolato sul dato medio reale della DP) per ottenere il numero di “servizi equivalenti” prestati e sulla base di quelli suddividere la quota del fondo.
In questo modo, però, la remunerazione avviene su tempi teorici e medi e non su tempi reali. O, in altre parole, la remunerazione avviene sul numero di servizi erogati e non sulla base del tempo prestato in attività di front office.
Con il paradosso che un’ora può essere remunerata in maniera differente in base a quanto il singolo addetto è più o meno veloce della media nell’erogazione di un servizio o semplicemente se eroga più servizi. Di conseguenza: chi eroga numericamente più servizi, a parità di tempo, viene pagato di più!
Con quale obiettivo o quale ideologia sottostante? A richiesta, la Direzione non ha saputo rispondere, se non che fossero le indicazioni utilizzate anche gli anni prima.
Con la differenza enorme che quest’anno la direzione centrale non aveva imposto alcun parametro ed era stato lasciato alla contrattazione locale la possibilità di individuare i criteri.
Ma questa occasione è andata persa: come Adl Cobas abbiamo 4 rappresentanti su 10 nella RSU, che decide a maggioranza, e gli altri 6, espressioni di altre sigle sindacali, non ci hanno appoggiato:
- Né sulla richiesta di una ripartizione ad ore del compenso;
- Né sulla richiesta di un prospetto basato sulle ore per vedere se il prospetto della Direzione fosse penalizzante o no;
- Né sulla richiesta di poter far valutare all’assemblea o agli addetti al front office, mediante comunicazione via email, la proposta della direzione.
Per gli addetti al consegnare i pass alla prima informazione (RUV) la Direzione, meticolosa nei calcoli derivanti da Argo (che arrivano ad attribuire solo 1 € e pochi centisimi di compenso a qualcuno), decide di suddividere il totale per tutti i colleghi che si sono avvicendati, indipendentemente dal tempo prestato (1 giorno o 100 giorni) erogando 28 € lordi cadauno e dicendo che eventuali correzioni non impattano con cifre molto grandi (sigh!). Quindi per il RUV né il tempo né il servizio prestato diventano un criterio, ma si remunerano in base all’appartenenza a un gruppo. Su questo è stato richiesto che si utilizzasse un criterio di presenza più coerente col disagio rispetto al criterio forfetario e la direzione ha detto che avrebbe corretto i dati.
A questo punto la direzione ha chiesto la firma,seduta bstante dell’accordo. La RSU preoccupata che non si arrivasse alla firma entro il giorno 11 giugno, data indicata dal Direttore come ultima utile per avere l’erogazione entro luglio, ha deciso a maggioranza di firmare l’accordo.
Come al solito viene presentata dalla direzione la proposta di accordo con la spada di damocle che se non si firma all’istante saltano i tempi certi per il pagamento di quanto dovuto, in ritardo, ai colleghi che tra l’altro sono stati in prima linea pure nell’emergenza covid.
È stata persa però un’occasione di far passare in modo chiaro che il nostro non è un compenso a COTTIMO e che il fondo di front office deve remunerare il tempo passato a contatto col pubblico e deve compensare il maggior disagio in termini di stress che quel tipo di servizio comporta e che, nel farlo, ogni ora di lavoro vale allo stesso modo.
I parametri utilizzati dalla direzione servono a rendere sommabili servizi diversi. Il problema è che vengono contati servizi e non ore. Quella che è un’indennità per il disagio di lavorare con il pubblico diventa una sorta di premio produttività per chi eroga più servizi e una penalizzazione per chi invece eroga servizi più accurati in un tempo maggiore (o chi si confronta con fattispecie più problematiche). Può anche essere che il personale di front office preferisca questo tipo di distribuzione che penalizza chi è più lento nelle chiamate, ma sarebbe stato opportuno, quantomeno, sottoporre alla scelta degli addetti la conferma di questi criteri.
Ci dispiace non aver portato a casa il risultato in questa trattativa ma l’aver posto con chiarezza i limiti di questo accordo ci puo’ dare il consenso dei lavoratori per battere ,nelle prossime trattative, la logica del cottimo.