VI RICORDATE CHE IL NOSTRO CONTRATTO È SCADUTO NEL 2018? E LO HANNO SOTTOSCRITTO A PERDERE NEL POTERE ‘ACQUISTO DOPO 10 ANNI?
Fuori da ogni retorica, vogliamo fare un’analisi dello stato di agitazione indetto dalle oo.ss. firmatarie del contratto .
Negli anni passati le OO.SS. firmatarie:
– non hanno mai imposto all’Agenzia di mettere i fondi per pagare le P.O.;
– hanno sottoscritto sempre l’utilizzo del fondo per pagare le P.O.;
– hanno sottoscritto accordi che prevedevano interpelli con modalità non trasparenti e nomine fiduciarie in ottica clientelare (vedremo a fine febbraio cosa ne penserà la corte costituzionale…);
– non hanno mai contestato il fatto che le P.O. ricevessero il compenso ogni mese, mentre tutti gli altri lavoratori devono aspettare 2 o 3 anni per ricevere gli importi del fondo;
– a fronte del calo di personale sono aumentati gli obiettivi monetari e numerici:con l’aumento delle gerarchie aziendali, il carico di lavoro è concentrato su sempre meno persone;
– nell’ultima riorganizzazione si sono viste “esplodere” le P.O.: 4000 su 32000 (1 ogni 8 dipendenti) tra p.o. e incarichi di responsabilità (esistono aree in cui un Poer coordina solo 2 o 3 persone!!!);
– con la riorganizzazione del 2018, abbiano constatato anche che non è chiaro sempre a chi compete cosa per la sovrapposizione di competenze e responsabilità, che anziché agevolare le cose le complica, sottraendo risorse a tutti e di tutti!
Lo stato di agitazione viene proclamato per tutti, indicendo assemblee in orario di front office, e noi vorremmo che gli eventuali benefici della protesta ricadessero su tutti, ossia, lo diciamo fin d’ora, non accettiamo che la gerarchia aziendale venga pagata con i fondi di tutti, ma devono esserci fondi aggiuntivi e se questi non ci sono nessuno deve accettare funzioni non retribuite! la mistica del lavoro gratuito non ci è mai piaciuta.
Ci piacerebbe che questo stato di agitazione portasse a miglioramenti concreti per tutti, ad esempio:
– riduzione di carichi di lavoro commisurati all’effettiva disponibilità di personale e proporzionale alla riduzione dell’organico avvenuto negli ultimi anni (il 10% del totale) e massima trasparenza nel processo di formazione del budget;
– turni allo sportello di 4 ore: ricordiamo che siamo l’unica regione in Italia che ha l’orario continuato e che non viene remunerato in alcun modo il disagio dei colleghi;
– maggiore tutela: assicurazione RC e garanzia di difesa d’ufficio da parte del datore di lavoro;
– migliore remunerazione per tutti!
L’unità dei lavoratori è un bene da preservare perché solo unitariamente si possono ottenere benefici per tutti: è con questo spirito che aderiamo e partecipiamo alla giornata di mobilitazione indetta per il 23 gennaio con l’auspicio di riuscire a portare nelle varie assemblee dei contenuti nelle mozioni chiare nei contenuti validi per tutti
vogliamo fare anche un’ultima osservazione, last but not least:
e il contratto?
riteniamo che la battaglia centrale sia sul contratto e sui rinnovi: è possibile che si possa solo discutere del fondo e di salario accessorio quando non abbiamo nemmeno un contratto?
la problematica vera è la perdita di potere d’acquisto del nostro salario mai recuperata!
La remunerazione è inadeguata in primo luogo per gli addetti al front office e poi anche per le altre funzioni aziendali, non solo per la “gerarchia”! l’idea che sta promuovendo la retorica di questi giorni delle OO.SS. firmatarie del contratto sembra essere questa, ma vogliamo riportare il focus sulla richiesta di condizioni salariali e contrattuali migliori per tutti!
qualche esempio? L’importo di 7 € del buono pasto è fermo dal 2008 (12 anni)
I rimborsi spese per le missioni sono importi convertiti dalle lire (20 anni);
A fronte di un contratto scaduto il 31/12/2018 e uno sciopero molto partecipato ad aprile 2019,è possibile ottenere un rinnovo contrattuale serio e che ci restituisca il potere d’acquisto???
Non vogliamo essere delle Cassandre pessimiste, ma temiamo che non otterremo un nuovo contratto degno e che ci sarà sempre chi sottoscriverà l’assalto al fondo di tutti per pagare i “pochi”scelti dalle gerarchie aziendali. Se dovesse succedere noi non rimarremo fermi a guardare ma ci mobiliteremo per rivendicare i diritti di tutti!