Martedì 28 Marzo è ripartita la mobilitazione dei lavoratori di Adl Cobas alla Coca-Cola di Nogara (Vr) di fronte al ricatto inaccettabile di Kuhne Nagel, dei Consorzi “Vega Servizi” e “Soluzioni globali”. La settimana scorsa si era aperto un tavolo di mediazione voluto dal sindaco di Nogara, al quale Adl Cobas si è presentata portando una proposta che prevedeva il rientro immediato dei 29 lavoratori, a cui era stata promessa la riassunzione, la cancellazione della lista di proscrizione di 14 lavoratori e la disponibilità a discutere di una soluzione al problema degli esuberi, introducendo il criterio della volontarietà da parte dei lavoratori di accettare un’eventuale incentivo all’esodo o una ricollocazione. Il Consorzio ha risposto che la lista è intoccabile e ha posto la condizione che prima si “risolve” il problema dei 14 indesiderati e poi i restanti 29 possono tornare al lavoro con un reinserimento scaglionato nel tempo fino a giugno.
A questo ricatto i lavoratori hanno risposto con l’occupazione del tetto e del piazzale interno dello stabilimento della Coca Cola nella mattinata di martedì 28 marzo, nonostante l’intervento dei carabinieri antisommossa e delle guardie della sicurezza interna, che ha necessitato la chiamata dell’ambulanza per soccorrere un lavoratore a causa dei colpi subiti.
“Poi facciamo i conti”, così un carabiniere minaccia un lavoratore
Per tutta la giornata i lavoratori insieme alle loro famiglie hanno stazionato pacificamente di fronte al magazzino logistico per chiedere il ritorno al lavoro per tutti. Il Consorzio Vega, nonostante l’ennesimo tentativo di mediazione del sindaco di Nogara, ha ribadito l’intoccabilità della lista e pertanto è continuata per tutta la notte l’occupazione del tetto da parte dei 6 lavoratori.
Nella mattinata di mercoledì, è successo un episodio gravissimo, infatti mentre si stava entrando nel piazzale interno per portare dei viveri alle persone sul tetto, i lavoratori e le famiglie sono stati violentemente aggrediti dalle guardie private pagate dal Consorzio Vega, che hanno anche utilizzato delle pistole elettriche Taser verso chi cercava di entrare. Tuttavia, grazie alla determinazione dei lavoratori si è riusciti a riconquistare il piazzale interno della Coca Cola. Ancora una volta è stato necessario l’intervento dell’ambulanza per prestar soccorso ai lavoratori rimasti colpiti.
Botte da parte di picchiatori, utilizzo di Taser e guardie private con caschi simili a quelli in dotazione ai reparti antisommossa sono state le risposte da parte di Coca Cola e cooperative di fronte alla richiesta di diritti da parte di chi è iscritto a un sindacato ritenuto scomodo per le conquiste ottenute negli anni scorsi.
Nonostante l’arrivo di blindati della Polizia, il piazzale della Coca Cola si è trasformato in un improvvisato parco giochi, dove i bambini giocavano mentre i loro genitori rimanevano seduti in attesa dello sgombero, che poi non è avvenuto. Nel frattempo i lavoratori sui tetti annunciavano tramite uno striscione l’inizio dello sciopero della fame.
La mobilitazione è proseguita per tutta la giornata e continuerà nei prossimi giorni fino a quando verranno ritirati i licenziamenti.