Lettera aperta rivolta in primo luogo al Sig. Fabio Franceschi, ai lavoratori di Grafica Veneta, ai Media e a chiunque ritenga necessario ricercare una soluzione degna alla vertenza scaturita dagli arresti del 27 luglio, avendo a cuore prima di tutto il ripristino di normali diritti per i lavoratori di BM Services rimasti ad oggi senza lavoro e senza reddito. Proviamo quindi a riassumere le vicende che hanno portato all’insorgere di un conflitto sindacale che non ha ancora trovato una soluzione.
Con questa nostra ricostruzione della vicenda “Grafica Veneta”, vorremmo cercare di indurre il suo titolare Fabio Franceschi a rivedere la posizione assunta in sede istituzionale che ha portato all’abbandono del tavolo da parte dell’Avv. Spata che si è presentato agli incontri avendo avuto pieno mandato da parte dell’azienda nella conduzione della trattativa.
Diciamo questo perché siamo convinti che il modo migliore, non solo per i lavoratori di BM Services, ma anche per i dipendenti di Grafica Veneta e per l’azienda stessa, di uscire da questa incresciosa situazione, cercando di rimediare al danno di immagine scaturito da una ignobile storia di sfruttamento e caporalato, sia proprio quello di rendersi conto di avere avuto almeno una responsabilità oggettiva nella vicenda (la Magistratura stabilirà se vi siano o meno responsabilità anche penali in merito all’inchiesta avviata) e questo non tanto sugli episodi di violenza subiti da alcuni lavoratori di BM Services, ma sulla gestione dei rapporti di lavoro da parte di BM Services all’interno dello stabilimento.
Quello che interessa ai lavoratori, attualmente rimasti senza lavoro, e a noi come O.S., è che questi lavoratori possano tornare quanto prima a lavorare in Grafica Veneta con un contratto regolare di lavoro, con una retribuzione rapportata alle ore effettivamente lavorate, che si risolva il problema dei permessi di soggiorno per chi lavorava senza esserne in possesso, che si trovi una stabile e dignitosa sistemazione abitativa e che tutti vengano risarciti per le differenze retributive che verranno accertate.
A noi pare che, a fronte di tutto quello che fino ad oggi è emerso dagli atti processuali e da quello che hanno testimoniato i lavoratori di BM Services, la risoluzione delle problematiche che abbiamo esposto riguardanti i lavoratori che stiamo assistendo, potesse essere la cosa non solo più giusta, ma anche semplice da fare: si potevano prendere i badge dei lavoratori che avevano titolo per entrare in Grafica Veneta (un capitolo a parte riguarda i lavoratori che gravitavano in Barizza International) si avviava un confronto per capire bene chi erano, che contratti avevano, da quanto lavoravano, che orario facevano e, in base a riscontri oggettivi, incrociando i dati in possesso di Grafica Veneta con quelli in nostro possesso, si poteva arrivare in tempi rapidi ad un accordo che ponesse fine almeno a questa parte molto importante dell’intera vicenda, riguardante la vita di una ventina di lavoratori, mettendo una pietra sopra definitivamente ad una storia di grave sfruttamento, di vessazioni e violenze.
Ma così non è stato e abbiamo dovuto assistere ad un goffo tentativo, messo in atto dall’Avv. Spata, per conto dell’azienda, di mistificare la realtà, adducendo via via argomentazioni capziose e spudoratamente strumentali, finalizzate solo a prendere tempo e a ricercare soluzioni individuali al di fuori di una trattativa sindacale. Il ché non rende sicuramente onore non solo all’azienda, ma anche ad un avvocato che si è rivelato un semplice esecutore di ordini provenienti dall’alto e quindi senza alcuna effettiva autonomia di trattativa, compromettendo pesantemente anche l’immagine di un avvocato che rivendica di poter difendere, in ugual misura, lavoratori e datori di lavoro.
Ma a nostro parere, in questo contesto, l’Avv. Spata non si è presentato come difensore dell’azienda, ma come l’azienda stessa e, in quanto azienda, ha dovuto sostenere l’insostenibile per avvalorare una scelta precostituita e, secondo noi, del tutto controproducente anche rispetto agli interessi aziendali.
A dimostrazione di quanto andiamo affermando cerchiamo di ricostruire i passaggi fondamentali di questa vicenda a partire dagli arresti del 27 LUGLIO, data, dalla quale i lavoratori di BM Services sono stati estromessi dal loro posto di lavoro.
Il giorno 29 LUGLIO si rivolgono a noi alcuni lavoratori di BM Services, i quali ci informano che vi sarebbe stata una proposta di Grafica Veneta di assumere un certo numero di lavoratori con un contratto a tempo determinato di 4 mesi e con un riconoscimento di circa 1000 € per la mensilità di luglio. Da questo primo incontro deriva la necessità da parte nostra di approfondire la situazione per capire quanti erano i lavoratori effettivamente interessati e come avviare una battaglia per predisporre una trattativa con l’azienda per arrivare a mettere fine ad una situazione vergognosa di lavoratori trattati come schiavi, partendo dalla richiesta di assunzione di tutti i lavoratori che gravitavano in Grafica Veneta, essendo in possesso di un badge per entrare. Il giorno dopo organizziamo una riunione di approfondimento con tutti questi lavoratori per capire meglio la tipologia di contratto, l’orario di lavoro, la situazione dei permessi di soggiorno, quella relativa alla casa, ecc. Al termine dell’incontro si decide di mettere in atto una prima forma di mobilitazione davanti alla sede di Grafica Veneta per rivendicare l’assunzione di tutti i lavoratori coinvolti. Già in quel frangente si faceva vivo l’Avv. Spata, il quale ci comunicava che aveva pieno mandato dall’azienda per trattare e si concordava di fissare un incontro per la mattina successiva per capire se esistevano o meno margini per un accordo. All’incontro l’Avv. Spata ci informa che esisteva già una bozza di accordo sottoscritto con SLC CGIL nella quale si prevedeva l’assunzione di un certo numero di lavoratori a tempo determinato per 4/6 mesi ed un pagamento di circa 1000 € per il mese di luglio. Abbiamo fatto presente all’Avv. Spata che la maggioranza dei lavoratori era rappresentata da noi e che volevamo riprendere in toto la trattativa, in quanto quell’accordo, così come era stato concepito, non andava bene ai lavoratori, in quanto sembrava rispondere solo alla necessità della società di chiudere l’effetto mediatico che la vicenda aveva prodotto, ma senza dare alcuna garanzia ai lavoratori, i quali, dopo i 4 o 6 mesi avrebbero potuto trovarsi senza più alcun diritto a lavorare.
La posizione dell’Avv. Spata è stata irremovibile affermando che quello era l’accordo e che non si poteva cambiare nemmeno di una virgola, anche se la stessa SLC CGIL aveva subordinato la firma definitiva all’approvazione dei lavoratori.
A quel punto, a fronte della posizione estremamente rigida assunta da Grafica Veneta, ai lavoratori non restava altro che partire con la mobilitazione per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni in merito alla indisponibilità di Grafica Veneta di sedersi attorno ad un tavolo e di prendere in considerazione la possibilità di modificare quella bozza di accordo, i cui contenuti venivano nel frattempo messi in discussione anche dalla FIOM Cgil intervenuta nel frattempo nella trattativa perché BM Services è azienda metalmeccanica e non del settore nel quale sono inquadrati i lavoratori di Grafica Veneta.
Si organizza così per lunedì 2 AGOSTO la seconda iniziativa davanti a Grafica Veneta, che produce una immediata convocazione in Prefettura per il giorno seguente.
3 AGOSTO, l’incontro in Prefettura avviene con il Prefetto Vicario e con il Vice Questore, ai quali viene spiegata la situazione e si chiede l’immediata convocazione di Grafica Veneta per avviare una vera trattativa riguardante il futuro di questi lavoratori rimasti senza lavoro. La richiesta viene accolta e la convocazione con la presenza dell’azienda viene programmata per il giorno lunedì 9 agosto. Nel frattempo anche la FIOM Cgil, in rappresentanza di un altro gruppo di lavoratori, veniva convocata per venerdì 6 agosto.
9 AGOSTO All’incontro si presenta l’Avv. Spata il quale, strumentalmente, pone subito un problema di rappresentanza, in quanto, a suo dire, non si capiva bene chi rappresentava chi, nonostante il fatto che, da parte nostra erano state inviate le deleghe di iscrizione al sindacato. Come ADL Cobas veniva ribadito che, poteva forse esserci stata un po’ di confusione sulle iscrizioni, ma il fatto che i lavoratori che rappresentavamo fossero presenti fuori dalla Prefettura era la prova della effettiva rappresentanza, ma l’Avv. Spata, allo scopo preciso di prendere tempo, si giocava questa carta formalistica. Nel contempo, però, lo stesso avv. Spata si lasciava andare anche ad alcune affermazioni, riconfermate poi alla stampa fuori dalla Prefettura, della serie che “lavoratori che avevano lavorato 7 ore, o pochi giorni, non sarebbero mai stati assunti”, e questo al solo scopo di dimostrare che la nostra richiesta – che non era ovviamente quella dichiarata da Spata – era fuori da ogni senso della misura e quindi di natura ideologica. Quindi già in questo primo incontro emergeva con estrema chiarezza che l’azienda non aveva alcuna intenzione di trovare un accordo. Per completare questo quadro, nel più totale disprezzo anche delle istituzioni, l’Avv. Spata, nonostante l’invito del Vice prefetto di rimanere per concludere la riunione, si alzava e abbandonava l’incontro.
13 AGOSTO. A seguito di un confronto con la Fiom si concordava che l’incontro che era stato programmato per il giorno 13 si poteva tenere in forma unitaria, quindi con la presenza di entrambe le organizzazioni sindacali. Nell’incontro vengono riprese tutte le problematiche già affrontate precedentemente, viene chiarita la problematica relativa alla rappresentanza sindacale e, nonostante l’atteggiamento spesso provocatorio dell’Avv. Spata, che lasciava intravvedere soluzioni individuali e non collettive, si arriva a definire un percorso, su indicazione anche del Vice Prefetto Vicario e del Vice Questore, finalizzato a verificare se la lista che avevamo indicato all’azienda, riguardante 24 lavoratori che ci risultavano impiegati in Grafica Veneta, corrispondesse con i riscontri effettuati dall’Avv. Spata per conto dell’azienda. Lo stesso avvocato informava i presenti che era già in possesso di una parte della documentazione atta a dimostrare l’effettiva presenza dei lavoratori, ma che aveva bisogno di altro tempo per completarla.
Su espressa richiesta delle OO.SS., sentita la disponibilità del Vice Prefetto, si chiedeva di programmare l’incontro per il pomeriggio o per la mattina successiva, vista la disponibilità di Grafica Veneta ad effettuare un tavolo tecnico per condividere i dati sulle effettive presenze, ma da parte dell’Avv. Spata veniva posto un problema di impossibilità di essere presente il pomeriggio, o il giorno dopo. Si concordava quindi una nuova convocazione per il lunedì successivo, e contestualmente l’Avv. Spata, seppur dopo molteplici sollecitazioni, assumeva il preciso impegno, da parte di Grafica Veneta, di evitare di contattare singoli lavoratori, o di accettare richieste di incontri da parte di singoli lavoratori, rinviando la trattativa al lunedì successivo, data in cui doveva appunto iniziare, in concreto, la verifica sulle effettive presenze in Grafica Veneta.
16 AGOSTO. L’incontro del 16 agosto svela definitivamente il vero intento di Grafica Veneta.
L’Avv. Spata stronca immediatamente ogni possibilità di continuare il tavolo inventandosi degli alibi pretestuosi e tentando di scaricare sui sindacati la “colpa” di non poter procedere al confronto tecnico sui dati delle presenze, che era l’oggetto concordato dell’incontro.
Il pretesto utilizzato per interrompere il dialogo tra le parti si fondava sul fatto che il segretario della CGIL Marturano (ma lo abbiamo sempre detto anche noi come ADL Cobas) aveva dichiarato che i lavoratori di BM Services dovevano essere assunti a tempo indeterminato, ma che, a seguito della “gogna” mediatica alla quale è stata sottoposta Grafica Veneta, vi era stata la perdita di una decina di milioni di commesse. Pertanto, a dire dell’Avv. Spata, non vi era più alcuna possibilità di assumere nessuno dei lavoratori, anche per le loro limitazioni linguistiche e che, al massimo, si poteva parlare di una/due assunzioni a tempo determinato ed eventualmente a qualche forma risarcitoria. Oltre a ciò l’Avv. Spata aggiungeva che, sempre a seguito della “gogna” mediatica, gli stessi lavoratori diretti di Grafica Veneta sarebbero stati messi in ferie forzate a settembre e che, addirittura (!), si profilava un eventuale utilizzo degli ammortizzatori sociali. Infine, per quanto riguardava le lavorazioni svolte fino a fine luglio dagli addetti di BM Services, queste sarebbero state sostituite dalle macchine, o con l’assunzione di lavoratori interinali.
Questo repentino e strumentale cambio di rotta (dalla manifestata disponibilità ad entrare nel merito dei dati oggettivi per valutare di comune accordo chi e con quali modalità assumere, al totale rifiuto di assumere chiunque dei lavoratori di BM), avviene nell’arco di due giorni, con in mezzo il sabato e la domenica. Cosa sia cambiato nell’arco di quei due giorni Spata, ovviamente non lo ha detto.
A nulla sono serviti i tentativi di ricondurre Grafica Veneta a più miti consigli e, nuovamente, l’Avv. Spata abbandonava la riunione sancendo la rottura definitiva del tavolo.
CONSIDERAZIONI FINALI.
Quello che è successo nel corso degli incontri in Prefettura, merita sicuramente alcune importanti riflessioni che riguardano sia l’atteggiamento “vittimistico” di Grafica Veneta, sia il ruolo avuto nell’intera vicenda dall’Avv. Spata, al quale l’azienda si è affidata incondizionatamente (ma secondo noi anche maldestramente), per la gestione dell’intera trattativa.
Per quanto riguarda l’Avv. Spata, il suo comportamento tradisce la difficoltà di sdoppiarsi tra il suo ruolo di rappresentante e quindi di “volto” dell’Azienda e quella di professionista incaricato di assisterla dal punto di vista legale/processuale, senza dimenticare l’ulteriore complicazione collegata al fatto che lo stesso Avv. Spata – da quanto emergerebbe fin d’ora dalle carte processuali – sembrerebbe fosse al corrente delle modalità di gestione dell’appalto in questione, sulla cui irregolarità ormai non vi sono più dubbi. Tale affermazione è corroborata dalla lettura delle risultanze investigative dalle quali emergono alcuni episodi e dialoghi che pochi dubbi lasciano sul ruolo dell’Avv. Spata all’interno di Grafica Veneta.
Ad esempio, mentre è in corso l’ispezione dei carabinieri, dà precise disposizioni per sganciare le donne della cooperativa che stavano lavorando in produzione e metterle solo a stirare le mascherine. In un altro passaggio molto significativo delle intercettazioni, dopo che Bertan e Pinton (i due dirigenti di Grafica Veneta poi posti agli arresti domiciliari) si scambiano note di colore a seguito del fatto che i carabinieri erano riusciti ad aprire il programma dal quale si evincevano gli orari di ingresso e di uscita dei dipendenti di BM Services, lo stesso Bertan (dopo avere pronunciato la nota frase “ci siamo inculati da soli” con Pinton che risponde “siamo riusciti a tagliare dal 26… hanno preso da maggio in poi”) chiede a Pinton se Spata poteva scendere un momento e Pinton risponde affermativamente. In un altro passaggio emerge il fatto che la Procura è riuscita a recuperare le registrazioni parziali delle timbrature a partire dal 20 maggio del 2020 (essendo state cancellate quelle del periodo precedente), e anche solo da tali dati parziali si ricava che le ore lavorate erano state un totale di 1066, e così, estendendo l’orario agli altri giorni del mese il PM ha calcolato che le ore complessivamente lavorate dovevano essere almeno 3000. E poiché la fattura che Grafica Veneta ha pagato a BM Services è stata di 30.000€ ciò vuol dire che Grafica Veneta ha pagato per ogni ora lavorata soltanto 10€ e non 22€ come hanno sempre sostenuto Spata e Franceschi. Inoltre l’importo pagato da Grafica Veneta risulta del tutto disancorato dalla realtà in quanto non consentirebbe alla BM Services nemmeno di rientrare dei costi del lavoro. Ne consegue che l’unico modo che la BM Services aveva di rientrare anche solo del prezzo della manodopera era quello di dimezzare, in concreto, la paga degli operai, facendoli lavorare il doppio delle ore, senza riconoscere i festivi, le malattie, le tredicesime, il lavoro straordinario, ecc.
E allora, visto che l’Avv. Spata si presenta agli incontri con il pieno mandato di Grafica Veneta e considerato che era presente in azienda durante i controlli, si può ragionevolmente ipotizzare che fosse perfettamente al corrente di quello che stava succedendo ed è anche ipotizzabile che il suo ruolo vada ben al di là dell’essere soltanto il consigliere legale di Franceschi.
Alla luce di una tale scomoda posizione, diventa più comprensibile (ma dal nostro punto di vista comunque non accettabile) il comportamento tenuto in sede di incontri dall’Avv. Spata.
L’Avv. Spata impersona prima di tutto Grafica Veneta ed è con tale primario ruolo che ha assunto la scelta dello scontro frontale con i sindacati, e questa scelta aziendale – apparentemente illogica e controproducente anche sul piano della soluzione concreta dei problemi di immagine della società – trova una verosimile spiegazione nella speranza di trovare un appoggio “politico” anche a livello di governo della Regione (guarda caso, risulta che Grafica veneta abbia cambiato la propria squadra di difensori nel processo penale, affidandosi anche all’Avv. Fabio Pinelli, legale “di fiducia” anche della Regione Veneto) per cercare di uscire da questa crisi evitando di fare i conti fino in fondo con l’evidenza dei fatti e con la necessità di avviare una trattativa vera con i sindacati, in un percorso che possa porre rimedio alle ignobili illegalità perpetrate nei confronti dei lavoratori dipendenti di BM Services.
Ma ci preme anche rilevare alcuni altri aspetti che stanno a dimostrare quanto andiamo affermando. Nell’ultimo incontro avuto in Prefettura – nel quale si è consumata la rottura definitiva ad opera dell’Avv. Spata/Grafica Veneta è emersa in modo eclatante la pregiudiziale e assoluta mancanza della volontà di avviare una qualsiasi trattativa in quanto, da che mondo è mondo, sul piano delle trattative sindacali non vi è dubbio che le richieste del sindacato debbano essere valutate dalla parte avversa e che solo dopo una approfondita discussione si potrà capire se vi sono le condizioni per un accordo di mediazione.
E se da un lato possiamo anche comprendere (ma non accettare) che un’azienda usi un pretesto (quello della richiesta dell’assunzione di tutti i lavoratori di BM Services a tempo indeterminato, che era ovviamente una richiesta che doveva essere vagliata in quello stesso giorno con criteri oggettivi) per non dover spiegare le vere ragioni della rottura di un negoziato (ne abbiamo viste tante …), dall’altro davvero facciamo fatica a capire come un giuslavorista esperto come l’Avv. Spata – che rivendica il suo ruolo di assistenza anche di lavoratori – possa accettare di usare lo stesso assurdo pretesto per giustificare un’ingiustificabiile rottura delle trattative.
In conclusione invitiamo Grafica Veneta a riflettere su tutto quello che è successo.
Al di là dei risvolti penali, la vicenda dei lavoratori di BM Services poteva già essere chiusa da due settimane, mentre si è voluto insistere su una linea di scontro, rinunciando a voler rimediare a una situazione inaccettabile che, per troppo tempo si è protratta all’interno di Grafica Veneta.
Nessuno ha interesse ad indebolire Grafica Veneta e a mettere in difficoltà anche i lavoratori diretti, ma se si vuole continuare in una linea di auto-assoluzione e vittimistica – attribuendo la responsabilità della asserita riduzione delle commesse alle “gogne mediatiche” e non invece alla mancata volontà di risolvere immediatamente il problema di una ventina di lavoratori che, dopo anni di grave sfruttamento, di soprusi e minacce e di tutto quello che è emerso dalle indagini della magistratura, si sono anche trovati sbattuti fuori dalla azienda – a nostro avviso il Sig. Franceschi sbaglia completamente.
C’è ancora la possibilità di rimediare ai danni direttamente o indirettamente procurati ai lavoratori e a quelli di conseguenza subiti da Grafica Veneta, tornando a sedersi al tavolo prefettizio per trovare una soluzione che ponga fine quanto meno alla vicenda collettiva/sindacale.
Invitiamo inoltre i lavoratori di Grafica Veneta ad alzare la testa e a consigliare l’azienda, oltre che a essere presente in prima persona al tavolo, senza delegare un qualche avvocato a condurre la trattativa, e soprattutto a cambiare strategia nei confronti della vertenza sindacale.