TANTO TUONO’ CHE PIOVVE.
È questo il commento di Riccardo Germani portavoce di ADL Cobas Lombardia sull’affaire sanità che vede coinvolti i vertici della Giunta regionale della Lombardia ed in Primis il Presidente Fontana.
Abbiamo ripetutamente tuonato contro la gestione fallimentare e famigliare della Lega in Regione, con esposti, denunce e mobilitazioni, tra mascherine mutanda, malati trasferiti nelle RSA, ospedali che potevano accogliere ammalati e rimasti chiusi, tamponi non fatti agli operatori sanitari ma con lauti rimborsi al privato convenzionato, ospedali costruiti come cattedrali nel deserto, ordini di acquisto di DPI a società dove addirittura la moglie di Fontana e il cognato erano al vertice.
Da ogni latitudine e longitudine della Regione era visibile la loro incapacità: pensavano più a sostenere i propri affiliati ed i propri affari che ad operare per il bene della sanità pubblica e la salute dei cittadini, un disastro annunciato e operato con l’unico interesse, fare cassa, favorendo amici e parenti sulla pelle dei cittadini, di chi si ammalava e di chi moriva. È questo il modello leghista di amministrare il bene pubblico! Usare la Sanità come Bancomat.
Con cinismo questa cricca ha continuato ad operare ed oggi finalmente la Magistratura ha disposto, dopo aver intercettato dai telefonini la “turbata libertà del procedimento di scelta al contraente” (cosa che avevamo denunciato pubblicamente, per i camici della società della moglie e del cognato di Fontana, dell’operato della Società ARIA e della Dama S.p.A), di sottoporli alle indagini, per svariati reati, insieme ad altri politici e faccendieri.
Come ADL Cobas non temiamo ritorsioni per il nostro operato, come già accaduto al nostro portavoce Riccardo Germani sospeso per 15 giorni con privazione dello stipendio per aver denunciato a più riprese che l’ospedale dove opera poteva accogliere malati covid in dimissione, che le mascherine mutanda non erano adeguate. Che l’ospedale costruito nella ex fiera di Milano era inutile.
Non ci fermeremo e non abbiamo paura, continueremo a denunciare le loro malefatte fino a quando non verranno consegnati alla giustizia o ai lavori forzati negli ospedali pubblici, vista la carenza di organico e le condizioni di lavoro a cui sono sottoposti medici, infermieri e personale di supporto, per risarcire i quasi 40.000 morti lombardi.
ADL Cobas Lombardia