L’ordinanza n. 658 del 29/03/2020 la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha disposto la distribuzione di buoni spesa o la distribuzione diretta di generi alimentari e di prima necessità a quanti – nuclei familiari sia composti da singoli che con più componenti, compresi quelli al cui interno vi siano disabili o persone con patologie legate a disagio socioeconomico – si trovano in grave condizione economica conseguente all’emergenza da Covid-19.
A predisporre le modalità di distribuzione di questo aiuto economico sono stati incaricati i Comuni in quanto in già possesso di informazioni sulle famiglie in sofferenza economica, sia prima che ora dopo lo scoppio dell’epidemia. Spetta ai Comuni, quindi, stabilire le priorità di accesso al buono e definire le modalità della sua distribuzione secondo lo stato di bisogno. L’intento del Governo è evidentemente quello di accelerare la distribuzione di questo aiuto e infatti è stata prevista l’autocertificazione per chi ritenga di avere i requisiti necessari.
In questi giorni da più parti nella Bassa Padovana, territorio dove è presente una consistente manodopera straniera e agricola, fortemente penalizzata dalle conseguenze economiche della pandemia e con situazioni di forte difficoltà economica anche precedenti alle chiusure forzate di molte attività economiche, stiamo ricevendo molte testimonianze preoccupanti per episodi di faciloneria o discriminazione e per le difficoltà di accesso a questo contributo.
Il Comune di Stanghella (finanziamento di € 26.512,47), ad esempio, ha emesso in data 3 aprile 2020 un “Avviso solidarietà covid-19” che rimanda all’uso di sistemi informatici per poter accedere al contributo – sistemi informatici che mancano spesso a questa fascia di popolazione più bisognosa e che, per quella immigrata può risultare difficile da utilizzare. TANTO PIU’ SE LA MAIL PER LA DOMANDA RISULTA SBAGLIATA!
Si può, certo, rivolgersi telefonicamente ai Servizi Sociali e alla Polizia Locale ma inviare un Avviso come questo con la mail sbagliata la dice lunga sulla faciloneria e la sbadataggine dell’Amministrazione per un provvedimento così importante per persone in forte sofferenza economica.
Il Comune di Solesino (finanziamento di € 52.862,79), invece, ha inizialmente emesso un avviso rimasto attivo talmente pochi giorni (fino al 07 aprile) da non consentire alle famiglie bisognose di accedere alla domanda; dopo numerose segnalazioni ha deciso di riaprire i termini con un secondo avviso, ancora una volta con una finestra di accesso ridotta (20/4 -24/4).
Ci chiediamo: perchè non si è adottato un criterio di distribuzione come quello scelto da alcuni altri Comuni, nella bassa padovana in particolare Battaglia Terme, i quali all’indomani dell’arrivo dei “Buoni Spesa” hanno mandato i propri servizi sociali a bussare alle porte delle famiglie bisognose o coinvolto l’associazionismo volontario solidale per la distribuzione? Le situazioni di sofferenza economica, vecchie e nuove, determinate o peggiorate dalla situazione emergenziale attuale, sono sicuramente ben note ai servizi sociali comunali. In fondo lo strumento dell’autocertificazione per avere i buoni spesa suggerisce che proprio lo scavalcamento della burocrazia fosse nell’intento del legislatore. Invece la riproposizione di bandi e procedure, per altro discutibili quando non errate, fa pensare che, di fronte a questa sofferenze economiche, si voglia ancora una volta discriminare e ostacolare quella parte di popolazione più debole per reddito e diritti (vedi articolo sotto, uscito sul Manifesto di oggi).
CHIEDIAMO PIU’ CHIAREZZA, PIU’ RAPIDITÀ NEGLI AIUTI,
SOPRATTUTTO NESSUNA DISCRIMINAZIONE!
ADL COBAS