Si è svolta domenica 8 ottobre a Roma in piazza dell’Esquilino una grande assemblea pubblica promossa dalle famiglie sgomberate violentemente da via Curtatone e Cinecittà lo scorso agosto a Roma. Tutti noi abbiamo assistito indignati alle immagini degli idranti che colpivano padri e madri, alle cariche e alle umiliazioni subite da persone a cui volevano togliere la casa, tutto, compresa la dignità. Domenica, in Piazza dell’Esquilino, gli sgomberati hanno ripreso voce, e attraverso le loro testimonianze di sofferenza e di rabbia abbiamo potuto delineare la traiettoria verso cui questo governo sta tentando di spingerci. E’ emersa chiaramente la volontà da parte di tutti di non cedere ai ricatti, che siano relativi ai luoghi di lavoro o riferiti all’annullamento del welfare, che siano il negare la cittadinanza ai bambini nati e cresciuti nel nostro paese, o alla campagna denigratoria (e palesemente falsa) dell’attacco alle ONG.
Domenica si è parlato di lotta alla povertà, di accoglienza dei richiedenti asilo, di lotta alle mafie che sfruttano i migranti in attesa del riconoscimento d’asilo e della necessità di allargare la discussione a livello europeo perché quella del razzismo, del populismo dilagante, della xenofobia non è solo una questione italiana ma, lo si vede dalle recenti tornate elettorali europee, deve riguardare tutti.
Si è parlato molto di libertà, nel senso ampio del suo significato, libertà di movimento per tutti non solo dei cittadini migranti, libertà da misure cautelari e fogli di via che stanno dilagando in tutta Italia, libertà per chi, ancora oggi dal giorno dello sgombero, si trova in carcere con l’accusa di resistenza. Molto toccante è stato l’intervento di una giovane madre con i suoi 3 bambini piccoli e uno in grembo che ha chiesto a gran voce la liberazione del marito che in occasione dello sgombero ha semplicemente cercato di difendere la sua famiglia dalla cieca violenza della polizia.
Tante voci, centinaia di migranti e attivisti hanno animato la piazza assolata di una domenica d’ottobre, dai sindacati di base, alle associazioni di cittadini stranieri, delegazioni provenienti da nord e sud Italia e da oltre oceano, da tutti nessun pietismo, nessuna rassegnazione, anzi, la consapevolezza della necessità di continuare, ognuno con le proprie modalità, una strada verso la conquista di diritti uguali per tutti, verso l’abbattimento dei muri, reali e ideologici della fortezza Europa.
Resta forse un unico interrogativo: sono state promosse molte iniziative e scadenze di piazza che si svolgeranno nei prossimi mesi, ognuna degna di essere attraversata perché piena di contenuti reali, dallo ius soli, alla marcia contro le povertà e l’austerity, dallo sciopero generale, alla lotta dei lavoratori della logistica, alle rivendicazioni dei comitati per il diritto alla casa e contro gli sgomberi fino arrivare alla data del 2 dicembre promossa dagli stessi sgomberati di Piazza Indipendenza.
Tutto giusto, tutto vero, ma ci auguriamo sinceramente che si possa arrivare a costruire una piattaforma che contenga l’insieme queste rivendicazioni e che tutti assieme si possa costruire una vera stagione di lotte, contro il famigerato decreto Minniti Orlando, contro gli accordi con la Libia, contro le morti in mare che continuano inesorabilmente ogni giorno, contro la precarizzazione del lavoro e dei diritti, contro il razzismo che non è mai scontato, contro gli sgomberi e per la libertà. Noi ovviamente siamo pronti a scommettere insieme, siamo pronti a scendere nelle piazze, a bloccare i luoghi di produzione, siamo pronti a camminare fianco a fianco
Perché uniti si vince. Per la libertà, per la dignità di tutti e di tutte.