Come era ampiamente prevedibile, con l’arrivo dell’autunno stiamo assistendo al progressivo aumento dei contagi e al ritorno della pandemia dovuta al Covid-19.
Treviso in particolare si sta distinguendo in negativo in tal senso, con un numero molto alto di casi: noi lavoratrici dell’ospedale lo vediamo tutti i giorni: i reparti vengono chiusi per far spazio a nuovi reparti covid e i pazienti ricoverati per altre patologie si ammalano.
In questo contesto avevamo chiesto già in primavera a Serenissima di voler mettere in campo misure di prevenzione che andassero a tutelare sia noi, che di fatto lavoriamo fianco a fianco con medici ed infermieri esponendoci agli stessi rischi a cui sono esposti loro, sia i pazienti con i quali abbiamo a che fare quotidianamente.
La risposta di Serenissima è stata di rifiutare la nostra richiesta, adducendo fantasiose motivazioni legate alla nostra privacy per nascondere la volontà di non investire sulla tutela della salute.
La scorsa settimana due nostre colleghe sono risultate positive al Covid-19. Colleghe che condividono con noi lo spogliatoio e con le quali noi lavoriamo fianco a fianco.
Abbiamo chiesto a Serenissima, all’ULSS e alla prefettura di intervenire per farci fare il tampone a tutte e ci è stato risposto che avremmo dovuto arrangiarci, come a scaricare su di noi la responsabilità della cura e della salute nostra, dei nostri congiunti e dei pazienti.
RITENIAMO QUESTA COSA INACCETTABILE!
Siamo stufe di avere a che fare con una azienda che sistematicamente mette al primo posto il profitto piuttosto che la qualità del servizio e la tutela delle proprie lavoratrici.
In una situazione come quella che stiamo vivendo, se veramente siamo tutti sulla stessa barca, allora tutti dovrebbero mettersi a disposizione per permetterci di uscire da questa emergenza: invece come sempre i costi delle crisi vengono fatti pagare a lavoratori e lavoratrici, in termini di reddito e in termini di rischi, mentre chi avrebbe gli strumenti per avere un impatto incisivo continua a tutelare i propri affari, anche a costo di mettere in conto qualche lavoratore o qualche paziente morto.
Allo stesso modo l’ULSS ha evidentemente deciso che noi ed i pazienti siamo vittime sacrificabili, purché non si vadano a toccare gli intrallazzi tra loro e Serenissima!
Chiediamo innanzitutto che venga concordato un sistema di prevenzione per tutte noi lavoratrici, che serva anche a tutelare i pazienti ed il personale medico con cui abbiamo a che fare: e quindi tamponi e prevenzione per tutte le lavoratrici e i lavoratori che operano in ospedale!
Lo abbiamo detto e lo ripetiamo: non siamo più disposte ad accettare la arroganza di Serenissima e il menefreghismo dell’ULSS!
SE VOGLIAMO USCIRE DA QUESTA EMERGENZA LO FAREMO RISTABILENDO DEI PRINCIPI DI TUTELA CHE SIANO ACCESSIBILI A TUTTE E TUTTI!
ADL COBAS