“Annunciaziò annunciaziò”, come recitava qualcuno: riapertura straordinaria Macelleria Precari.
Dopo il siparietto presenza/distanza per la ripresa della didattica al termine delle vacanze di natale, il Ministero comunica la ripartenza del concorso straordinario in piena zona rossa.
Lo raccontiamo usando il vocabolario della crisi che viviamo ormai da più di un anno. Inizia la seconda fase concorso straordinario: i dodici giorni rimanenti in cui dovevano svolgersi le prove nella prima fase del concorso, sono stati assembrati in 5 giorni nella settimana dal 15 al 19 febbraio. Significa che migliaia di docenti si sposteranno e sosterranno le prove concorsuali in aule di istituti scolastici, già affollati da studenti e docenti in presenza, rischiando il contagio.
Si parla tanto di sicurezza nelle scuole, cosa c’è di più sicuro che mandare a concorso migliaia di docenti su tutto il territorio nazionale?
Siamo sempre convinti che l’unica soluzione sicura che potrebbe realmente cambiare l’andamento della scuola pubblica sia la stabilizzazione del personale precario attraverso un concorso per titoli e servizi, cosa che abbiamo rivendicato con gli scioperi del 14 febbraio e del 4 giugno dello scorso anno e che, udite udite, è scritto nella nostra costituzione.
Si continua a portare avanti una scuola precaria, dal personale agli edifici. Come lavoratori precari, siamo testimoni della macelleria del personale e degli studenti, di classi pollaio dove tenere le distanze è impossibile, dell’assenza di misure di protezione, di edifici precari che ci crollano in testa.
È davvero questa la scuola che vogliamo?
È davvero questa la modalità per garantire il diritto allo studio a tutti gli studenti?
È davvero questa la modalità di garantire una scuola pubblica sicura?
È davvero questa la modalità di garantire il diritto alla vita a tutte e tutti?