A tutto c’è un limite!
FACCE DI BRONZO!
Comprendiamo che dopo nove anni di blocco, il rinnovo del contratto sia stato accolto con sollievo da milioni di lavoratori pubblici.
Comprendiamo che si sia voluto avanzare a tappe forzate per arrivare alla firma prima della data del 4 marzo dato che i nostri politici sono da sempre abituati ad elargire prebende pre-elettorali.
Comprendiamo anche che fra poco meno di due mesi avranno luogo le consultazioni per eleggere le nuove RSU e che il tema del rinnovo potrebbe essere, per CGIL CISL e UIL che lo hanno negoziato e firmato, un argomento da utilizzare a fini elettorali.
Ma se i tre moschettieri (sigh!) vogliono farci credere che quanto ottenuto sia un buon risultato, significa che hanno in ben poca considerazione l’intelligenza dei lavoratori. Ma vediamo nello specifico alcuni punti:
AUMENTI SALARIALI
I sindacati confederali, negli anni precedenti, stimavano (CGIL, agosto del 2016) in 212 euro lordi al
mese la perdita di potere di acquisto dal 2009. Hanno ottenuto la bellezza di 85 euro lordi! Per non parlare poi degli arretrati, da circa 350 euro (A1) a circa 600 euro (D6) complessivi……..E via al coro entusiasta dei dirigenti nazionali delle tre sigle che annunciano con viva e vibrante soddisfazione il raggiungimento dell’obbiettivo della salvaguardia del potere di acquisto dei lavoratori.
TFR/TFS
Ci sono sigle che solo ora, e non al tavolo di trattativa nazionale al quale hanno partecipato attivamente,
si accorgono che i dipendenti pubblici che vanno in pensione devono aspettare due anni prima di poter ricevere la liquidazione o che ai dipendenti in regime di TFR, a causa di un accordo firmato sempre da loro nel 1999, viene da anni trattenuta indebitamente una quota di stipendio….e allora via alla raccolta di firme per presentare una petizione che risolva la questione.
Sommessamente, ricordiamo l’assemblea-incontro indetta il 10 novembre 2017, durante la quale abbiamo consegnato ad una rappresentanza di consiglieri comunali le firme che avevamo raccolto affinché il Consiglio Comunale di Padova, al pari di quello di Milano ed altri grossi comuni, approvasse una mozione richiedente un rinnovo contrattuale economicamente congruo ed il riconoscimentio del diritto immediato, anche per i dipendenti pubblici, alla liquidazione. Oppure quella del 6 febbraio 2018, durante la quale abbiamo informato delle cause di lavoro che abbiamo promosso per il recupero delle indebite trattenute ed abbiamo distribuito il modulo di richiesta per l’interruzione dei tempi di prescrizione per la richiesta di restituzione delle trattenute indebite e per la loro immediata sospensione.
TFR E PREVIDENZA INTEGRATIVA
Tema che ai nostri eroi sta molto a cuore in quanto mettere le mani sul TFR dei dipendenti garantisce entrate finanziarie certe e costanti a loro ed alle loro strutture.
Nell’assemblea del 6 febbraio abbiamo invitato il prof. Beppe Scienza dell’Università di Torino (www.beppescienza.it, www.ilrisparmiotradito.it), uno dei massimi esperti in tema di finanza e previdenza, che ci ha spiegato tecnicamente come la previdenza complementare cogestita dai sindacati in società con i datori di lavoro (Fondi Espero, Perseo-Sirio, Priamo) non siano competitivi rispetto a TFR e TFS.
L’aspetto peggiore però, sta nel fatto che i tre moschettieri vogliano, lentamente ma inesorabilmente, cambiare mestiere (da sindacati a brokers finanziari) e procurarsi nuovi clienti approfittando della posizione di potere (sigh!) data dalla loro presenza ai tavoli di trattativa nazionali. Il contratto, all’art. 56-quater (Utilizzo dei proventi delle violazioni del codice della strada), prevede espressamente che: “I proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie riscossi dagli enti, nella quota da questi determinata ai sensi dell’art. 208, commi 4 lett.c), e 5, del D.Lgs.n.285/1992 sono destinati, in coerenza con le previsioni legislative, alle seguenti finalità in favore del personale (sigh!): a) contributi datoriali al Fondo di previdenza complementare Perseo-Sirio; …omissis…”. Ossia “quei soldi sono a favore del personale ma li teniamo e li gestiamo noi.” Così, anche i colleghi della Polizia Locale, come già accaduto ai lavoratori del trasporto pubblico con il fondo Priamo, si troveranno iscritti forzosamente “da rinnovo contrattuale” al fondo Perseo-Sirio. Alla faccia della democrazia e della libera scelta!
Vale ancora la pena dare fiducia a queste organizzazioni?