La vicenda di Eurospin di Verona, come quella del Prix di Grisignano, ci spiega la materialità dei processi neoliberisti di attacco al lavoro, costruiti in anni di legislazione produttiva di precarietà e finalizzata con il JOBS ACT, vera e propria fine delle tutele sul lavoro per come erano state imposte dalle lotte degli anni 70.
Spiega infatti cosi sia il Jobs Act, rivendicato quotidianamente da Renzi come l’arma per il rilancio del contratto a tempo indeterminato: un’esercizio di ricatto, una procedura di espulsione dall’ambito delle tutele previgenti di migliaia di lavoratori, costretti ad accettare i nuovi contratti oppure ad essere sostituiti da altri lavoratori non
tutelati, una grande occasione per le aziende di catturare profitti insperati attraverso gli sgravi fiscali, pagati dalla collettività. Forma giuridica usata, il cambio di appalto; garanzia materiale, i caschi e i manganelli dei reparti Celere.
A questo miserabile quadro di pura violenza, si oppone con tutta la forza e la determinazione che gli operai sanno mettere in campo quando si viene al dunque, la forza lavoro dei magazzini del complesso agroalimentare veneto e nazionale, forza lavoro per lo più migrante, che sta mettendo in discussione questo progetto di arricchimento e per questo viene attaccata da tutte le parti, con l’avallo della politica governativa e regionale, ma anche dei sindacati Federali, che non si accontentano più di essere agenzie di consulenza degli imprenditori affamati di defiscalizzazione, ma hanno imbracciato direttamente il fucile di tutori dell’ordine pubblico contro i lavoratori ribelli.
Di questo si parla, negli ultimi mesi, qui in Veneto, tra le provincie di Verona, Vicenza e Padova, dove i 70 lavoratori espulsi dal Prix stanno presidiando i cancelli da 2 mesi, raggiunti ora dai 35 espulsi da Eurospin, che da ieri stanno bloccando il magazzino di Verona.
Queste lotte rappresentano il tentativo, determinato, di ripristinare, nella forma materiale dello scontro, le barriere una volta fornite dall’art 18.Collante organizzativo di queste lotte, ADL Cobas, infatti non a caso sotto la lente della richiesta repressiva delle Donazzan di turno.
La lotta continua, dura senza paura, come ormai hanno imparato a dire gli operai stranieri che di questa lotta sono l’anima e il corpo.
State connessi..
ADL Cobas