SIGLATO IN PROVINCIA L’ACCORDO CON ELLEMME/INTEROPORTO
RIPRISTINO DEL RAPPORTO DI LAVORO O POSSIBILITA’ DI USUFRUIRE DI UN CONGRUO INCENTIVO ALL’ESODO, CANCELLAZIONE DELLA POSSIBILITA’ DI USARE L’ESCLUSIONE DA SOCIO PER LICENZIARE I LAVORATORI. CANCELLATA LA RICHIESTA DI RISARCIMENTO DEI DANNI.
In data 13 dicembre 2016, nella sede della Provincia di Padova, alla presenza della Delegata al Lavoro della Provincia è stato siglato un accordo complessivo che pone fine al conflitto sorto presso il magazzino PAM all’interno di Interporto di Padova a seguito del licenziamento di un lavoratore iscritto nostro iscritto, tramite l’esclusione da socio.
E’ importante ricostruire la vicenda per poter meglio valutare la portata dell’accordo. Nello specifico il tutto nasce dalla decisione della cooperativa Ellemme di procedere con l’esclusione da socio e quindi al licenziamento di un nostro iscritto, aggirando in questo modo la normale procedura disciplinare. A partire da questo provvedimento, ritenuto dalla maggioranza dei lavoratori presenti nel magazzino del tutto pretestuoso, si dava il via a tutta una serie di iniziative di lotta, fatte di scioperi e presidi davanti ad Interporto, sfociate nella grande giornata di sciopero generale della logistica che aveva visto parecchie centinaia di facchini darsi il turno nel presidio davanti ad Interporto. La risposta di Ellemme e di Interporto era stata quella di attuare altri 7 licenziamenti, applicati sempre con la procedura della esclusione da socio. Non solo, ma venivano inviate ulteriori lettere nelle quali si chiedeva ai lavoratori un risarcimento dei presunti danni che sarebbero stati arrecati dalle iniziative di lotta intraprese.
A seguito di ulteriori iniziative che hanno coinvolto anche PAM e Legacoop arrivava una convocazione da parte della Prefettura di Padova per una verifica sulla possibilità di avviare una trattativa che potesse in qualche modo sanare il contenzioso. In data 16 novembre si teneva l’incontro con la presenza di Interporto, Ellemme, Adl Cobas e Cgil, nel quale venivano poste le basi per un successivo incontro da tenersi in sede provinciale riguardante i punti oggetto della discussione (malattia, produttività, relazioni sindacali) ma soprattutto anche la problematica dell’esclusione da socio e dei lavoratori licenziati. In questo incontro, nonostante le profonde differenze emerse nel corso della discussione, si era ritenuto che comunque ci fossero le condizioni per ricercare un possibile accordo.
Dal 16 novembre alla data del 13 dicembre si tenevano altri tre incontri in Provincia, presieduti dalla Dott.ssa Venturini, nei quali sono andate a delinearsi le linee guida attorno alle quali siamo arrivati nella giornata del 13 dicembre all’accordo.
I punti salienti che come Adl Cobas avevamo posto alla base della trattativa era che ci fosse una soluzione complessiva che riguardasse tutti gli otto lavoratori licenziati, prevedendo anche forme di incentivo volontario all’esodo, che si eliminasse ogni pretesa da parte di Interporto di richiedere i danni ai lavoratori e che si facesse un passaggio in direzione della non possibilità da parte della cooperativa di continuare ad utilizzare l’esclusione da socio come forma surrettizia per licenziare i lavoratori, così come si era già fatto con gli accordi firmati con i principali corrieri a livello nazionale, oltre che porre le basi per garantire la copertura economica alla malattia e all’infortunio.
I punti fondamentali dell’accordo sono i seguenti:
1) Risoluzione complessiva per tutti gli otto lavoratori licenziati con una ricollocazione lavorativa in altro cantiere per il primo lavoratore licenziato con corresponsione di un congruo indennizzo economico in cambio della rinuncia all’impugnazione del licenziamento. Per gli altri 7 lavoratori licenziati si aprono due opzioni: o scegliere nell’immediato di rinunciare al posto di lavoro in cambio di un congruo indennizzo, oppure rientrare al lavoro nel magazzino Pam con un contratto a tempo determinato di un anno, alle stesse condizioni contrattuali preesistenti, con l’unica penalizzazione di uno scatto di anzianità in meno rispetto a quelli maturati. Durante il periodo del contratto di durata di un anno, vengono previsti 3 scaglionamenti, i primi due di 3 mesi ed il terzo di 6 mesi, durante i quali il lavoratore potrà scegliere in qualsiasi momento di recedere dal rapporto di lavoro ed usufruire dell’incentivo, oppure scegliere di continuare fino al termine dei 12 mesi e, prima dello scadere del termine, verrà convocato un tavolo sempre in Provincia, nel quale verranno valutate le condizioni del cantiere e se esisteranno elementi ostativi oggettivi all’assunzione a tempo indeterminato dei lavoratori.
A fronte della richiesta di risarcimento danni che era arrivata agli 8 lavoratori licenziati, viene cancellata ogni richiesta di risarcimento danni, e viene inserita una clausola che prevede di fatto, l’impossibilità di licenziare attraverso l’esclusione da socio.
Si introduce una procedura di raffreddamento, così come abbiamo in altri magazzini che prevede l’avvio della trattativa entro un tempo massimo di 10 giorni prima di entrtare in sciopero.
Questi i contenuti principali dell’accordo firmato in Provincia. Si è trattato di una vertenza molto dura perché abbiamo trovato come controparti, così come era successo in precedenti vertenze (v. Prix a Grisignano di Zocco) un’insieme di controparti che si erano poste l’obiettivo di riuscire ad usare lo scontro in atto sulla questione dell’esclusione da socio lavoratore, come tentativo di infliggere a ADL Cobas una pesante sconfitta politica e, quindi, una specie di rivincita di Interporto sulla sconfitta pesante subita 3 anni prima su una vicenda analoga accaduta all’interno del magazzino Aspiag all’interno di Interporto. Il fronte creatosi per portare questo attacco politico era composto da Interporto Spa, Servizi Logistici, coop. Ellemme associata a Legacoop, Confindustria, CGIL. Questo fronte, con diverse modalità si è mobilitato per intimorire i lavoratori, sia con minacce di risarcimento danni stratosferici per i presidi messi in atto, sia cercando di utilizzare la stampa per isolare la lotta e far passare che i Cobas attuano forme di lotta illegali che vanno duramente represse.
Un insieme quindi di tentativi che partivano da un assunto politico e ideologico, a difesa dell’indifendibile e, cioè, che l’esclusione da socio era una procedura del tutto legittima e che la cooperativa non era solo una forma societaria imposta al lavoratore, ma che addirittura, il lavoratore aveva scelto liberamente di farne parte. Chiaro che di fronte ad una impostazione di questo tenore, sorretta da studi di avvocati che operano indifferentemente per i padroni e per i sindacati confederali, era molto difficile trovare soluzioni ad una vertenza di questo tipo, considerato che i lavoratori interessati erano 25 ( i nostri iscritti) su un totale di una quarantina di lavoratori assunti in questo magazzino.
Ma, grazie alla determinazione dimostrata, soprattutto da tutti gli altri lavoratori degli altri magazzini, da quelli di Acqua e Sapone, di Alì spa, di Aspiag, di TNT, BRT, GLS, e molti altri magazzini di Padova e provincia, che hanno dato vita nella giornate del 21 ottobre ad una grandiosa giornata di sciopero e lotta davanti a Interporto, siamo riusciti a riportare su un terreno di trattativa anche questo fronte anticobas, che, alla fine è stato costretto a recedere dalla decisione di lasciare a casa definitivamente 8 lavoratori, si è visto costretto a recedere dalla richiesta di risarcimento danni e a sottoscrivere la clausola sulla esclusione da socio come forma surrettizia di licenziamento.
Certo, rimangono in questo accordo punti che non soddisfano al 100 % , ma è certo che il tentativo di colpire pesantemente ADL Cobas è fallito miseramente ed oggi è necessario riprendere forza anche all’interno del magazzino Pam per rilanciare in avanti la lotta per migliorare le condizioni di lavoro.