Registriamo ancora una volta come la magistratura continui ad accanirsi contro il Si Cobas con una ulteriore operazione repressiva che vede una prima udienza presso il Tribunale di Modena con 67 imputati tra lavoratrici e lavoratori , sindacalisti e solidali. Le accuse sono sempre le stesse: avere organizzato picchetti e manifestazioni per tutelare chi ha sempre dovuto subire i soprusi di padroni senza scrupoli. Ma ciò che risalta in modo particolare è la richiesta dei padroni di Italpizza di un risarcimento danni di 500.000 € dal Si Cobas. Non è la prima volta che i padroni avanzano questo tipo di richieste in sede giudiziaria che ha l’obiettivo di dissanguare il sindacato togliendo quelle risorse fondamentali per tutelare i diritti dei lavoratori.
Questa nuova offensiva della magistratura si colloca in un contesto recente che ha visto sotto accusa il Si Cobas con l’infame incriminazione per “associazione a delinquere”. Imputazione accompagnata da 6 arresti, rigettata poco dopo dal Tribunale del Riesame che ha smontato letteralmente l’impianto accusatorio relativo all’associazione a delinquere.
Nel ribadire la nostra piena solidarietà alle compagne, ai compagni del Si Cobas e a chi è inquisito, siamo sempre più convinti che sia necessario, da un lato allargare sempre di più l’appoggio da parte di tutte quelle realtà sociali e democratiche che riescono ancora ad indignarsi di fronte ad un progetto politico che vuole restaurare quel dominio padronale nel mondo della logistica che può portare ancora enormi profitti fuori da ogni forma di controllo; dall’altro che sia necessario riprendere dal basso un percorso di mobilitazione vera, che faccia capire ai padroni che intimidazioni e provocazioni varie non riusciranno a cancellare esperienze di lotta sindacale che hanno stravolto le forme dello sfruttamento nel nostro paese, imponendo in migliaia di magazzini di logistica condizioni dignitose di lavoro, anche migliorative rispetto al CCNL.