Fondaco dei Tedeschi, atto terzo.
Ieri, domenica 5 gennaio, siamo tornati davanti al negozio di DFS al Fondaco dei Tedeschi
E per la terza volta il negozio è stato chiuso, a ulteriore dimostrazione della arroganza di chi amministra la società.
E se si preferisce tenere chiuso il negozio per 4 ore nel primo giorno dei saldi piuttosto che confrontarsi con i lavoratori, evidentemente il tema non è di natura economica: d’altronde la società che detiene la maggioranza nel gruppo DFS è niente popò di meno che Louis Vuitton, società che nel 2023 ha segnato l’incredibile record di utili di 15 miliardi (si, miliardi, non è un errore di misura).
È invece il paradigma di come i nostri territori siano diventati terreno di sfruttamento per soggetti predatori: grandi gruppi di investimento, fondi finanziari e fondi immobiliari acquistano sventolando titoli e denaro, per poi andarsene lasciando miseria ed abbandono. Un tempo i mecenati lasciavano come segno della loro grandezza opere di cui tutti potevano godere, oggi invece pare ci sia la gara a chi tra i potenti riesce a lasciare più macerie.
Il 10 gennaio ci sarà un incontro a Confcommercio per i lavoratori assunti direttamente da DFS.
Noi ci andremo, perché la divisione dei lavoratori è qualcosa che fa comodo solo a chi la promuove, e perché se loro non vogliono venire a parlare con noi, saremo noi a braccarli.
Torneremo anche al Fondaco, con o senza preavviso, tutte le volte che sarà necessario: loro vorrebbero che i lavoratori non abbiano voce in capitolo, noi non gli daremo tregua.
Per la dignità ed i diritti, avanti tutta!
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