Si fa un gran parlare di lavoro povero ma nessuno si chiede come mai 1 lavoratore su 3 è penalizzato dal suo CCNL e come si sia arrivati a questo?
Nonostante i proclami di Landini che da 6 mesi chiede 9 euro orarie di paga base, la sua Filcams Cgil il 30 maggio 2023 con decorrenza 1 giugno ha sottoscritto il CCNL per lavoratori degli istituiti di vigilanza, per oltre 100.000 lavoratori e lavoratrici, un altro contratto alla faccia del lavoro povero, con una paga oraria di 5.86 euro lorde.
Se ci addentriamo nel CCNL dei lavoratori e delle lavoratrici degli istituti di vigilanza scopriamo uno strano intreccio che porta ad un vero e proprio conflitto di interessi tra i sindacati e le associazioni impenditoriali che sottraggono salario per versarlo nelle casse dell’ente bilaterale costituito dai confederali e dalle associazioni padronali.
Il CCNL dei lavoratori degli Istituti di Vigilanza è stato firmato dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs insieme alle associazioni imprenditoriali del settore Anivip, Assiv, Univ, Legacoop Produzione e Servizi, Agci Servizi e Confcooperative Lavoro e Servizi,
il contratto di lavoro prevede un incremento di pochi centesimi, portando la paga oraria a 5.86 lorde bene al di sotto di quanto Landini rivendica minacciando lo sciopero generale .
Dopo le richieste di risarcimento di ADL Cobas vinte in Procura e In seguito a segnalazioni preoccupanti da parte dei lavoratori che con nemmeno 700 euro al mese non possono vivere,
alcune settimana fa la Procura di Milano, attraverso Il pm Paolo Storari vista la situazione “di illegalità” aggravata dall’elevato numero di lavoratori coinvolti”, ha disposto in via d’urgenza il controllo giudiziario delle aziende che operano nel settore della vigilanza, tra cui mondialpol.
Non c’è solo la denuncia contro gli istituti di vigilanza “commissariati” per intermediazione di manodopera e violazione dell’Articolo 36 della Costituzione Italiana dalle Fiamme Gialle, ma ci auguriamo che la Procura di Milano vada fino in fondo al vero e proprio conflitto di interessi con un giro d’affari tra gli stessi imprenditori ed i sindacati sottoscrittori, che attraverso i cosiddetti enti bilaterali controllati insieme alle organizzazioni padronali sottraggono non solo denaro ai lavoratori ma diritti e dignità, visto che insieme siedono e presiedono i consigli di amministrazione, finanziati attraverso il Contratto Nazionale, l’ ente bilaterale degli istituti di vigilanza EBINVIP infatti si finanzia prelevando una somma pari allo 0,45% della paga tabellare conglobata, ovvero ai circa 100.000 lavoratori ogni mese vengono sottratti senza il loro assenso oltre 2,5 euro medie che vanno ad assommarsi a quanto le agenzie di vigilanza versano per finanziare il CONTRIBUTO DI ASSISTENZA CONTRATTUALE previsto all’Art 9 del CCNL
I sindacati così attraverso i loro rappresentanti non eletti entrano nel consiglio di amministrazione dell’ente bilaterale EBINVIP percependo lauti compensi, rimborsi e gettoni di presenza un fiume di denaro sottratto prevalentemente e senza assenso ai lavoratori, per vedersi applicato un CCNL senza vergogna.
Questa pratica è forse il grimaldello per cui i sindacati non solo non sono combattivi, ma accondiscendenti ad una paga base di 5.86 euro orarie e solleva gravi preoccupazioni su un vero e proprio conflitto di interesse, oltre a minare la credibilità e l’indipendenza dei sindacati, che in questo modo sono pagati dai padroni e sottraggono pezzi di salario ai lavoratori per i loro interessi abbandonano così, a parte le sceneggiate TV di Landini, l’essere difensori dei diritti dei lavoratori.
Ci auguriamo che i Pm che stanno svolgendo le indagini mettano fine e smascherino questo conflitto di interessi o queste pratiche illegali alle spalle dei lavoratori e che siano presi provvedimenti immediati per porre fine a questa situazione ingiusta e discriminatoria dando vita a contratti che non violino l’art 36 della costituzione come spesso i giudici si sono espressi nei ricorsi di ADL Cobas sul lavoro povero e che si arrivi ad una paga oraria dignitosa per tutti i lavoratori innalzando oltre alla paga oraria anche i diritti che contratto dopo contratto vengono sempre più negati.
Riccardo Germani
ADL Cobas Lombardia
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