Lo avevamo annunciato: se all’incontro di ieri, 22 Maggio, non fossero stati presenti la cooperativa C.L.O., detentrice dell’appalto in scadenza al 31 maggio e l’azienda Composad o comunque non ci fosse stata la sicurezza di continuità occupazionale per i 271 lavoratori in procedura di licenziamento collettivo, le (re)azioni da parte dei lavoratori non sarebbero mancate.
E così è stato.
Da stamattina quindi i lavoratori hanno incrociato di nuovo le braccia, bloccando i tir in entrata e in uscita per tutta la mattinata. Ancora una volta l’adesione è stata totale.
L’assemblea fuori dai cancelli ha poi discusso lo sviluppo della vertenza e la necessità di rendere ancora più visibile il grave ricatto occupazionale che Composad, tramite le cooperative, stanno perpetrando.
Il presidio si è perciò mosso nel centro della cittadina mantovana, assembrandosi sotto il Municipio di Viadana per dare vita ad un’iniziativa comunicativa e di protesta, alla presenza delle mogli, mariti e figli dei lavoratori e lavoratrici. Un rumoroso e gioioso presidio ha rivendicato con forza l’intervento delle Istituzioni, che da due settimane a questa parte sono cadute nel silenzio e hanno ignorato il disagio che stanno vivendo oltre 250 famiglie del territorio che potrebbero trovarsi senza un reddito dal 1° Giugno, ottenendo un incontro di una delegazione con il sindaco Cavatorta. Il risultato è un suo impegno a facilitare entro 48 ore un incontro tra le parti in causa dove sancire il prioritario impegno di Composad a garantire il passaggio di tutto il personale dopo il 31 maggio.
Al ritorno ai cancelli però abbiamo appreso che la cooperativa C.L.O., profittando dell’assenza aveva chiamato a lavorare personale non in turno, nonostante lo sciopero fosse ancora in corso. Questa grave provocazione non ha contribuito a rasserenare gli animi dei lavoratori sul futuro incerto e, dopo un’assemblea, si è deciso di prolungare lo sciopero fino alle 6.00 di domani mattina.
Si attende perciò una risposta da chi, fino ad adesso si è sempre negato, o addirittura è scomparso. Oggi è solo un altro piccolo tassello per arrivare a riprenderci la dignità e ciò che è un nostro diritto, ovvero la sicurezza del posto di lavoro che si ha da più di 10 anni senza sfruttamento. Su questo non molleremo.