Le olimpiadi di Cortina-Milano, sbandierate a “costo zero”, costano ad oggi 3 miliardi di euro di denaro pubblico. I Giochi di Torino (2006), 500 milioni stimati sono lievitati a 3,5 miliardi di euro. Le opere sono rimaste per lo più, a evento terminato, in stato di abbandono. La pista da bob in Val di Susa, rimasta aperta sino al 2010 senza ospitare alcun evento ha una spesa di gestione di mezzo milione di euro. Ora lo Stato, le Regioni Veneto e Lombardia, i Comuni di Cortina e Milano intendono replicare quello speco con opere, tra cui spicca l’inutile pista da bob a Cortina, i cui costi lievitano vertiginosamente senza neanche la certezza della loro realizzazione in tempo utile. Certi saranno invece i danni ambientali e idrogeologici.
Lo scenario immaginifico delle olimpiadi nelle Dolomiti pubblicizzato da Zaia e compari cozza con un servizio sanitario pubblico sempre più deficitario. Tra appalti a privati per il servizio medico dei pronto soccorso (medici a gettone), mancanza di ospedali e pronto soccorso sufficienti a garantire la sanità anche nelle parti più montane e periferiche della provincia e una medicina sul territorio oltremodo deficiente, i cittadini toccano con mano ogni giorno lo smantellamento della sanità pubblica a favore del privato. Processo in atto da tempo in tutto il Paese, favorito dai pluridecennali tagli dei finanziamenti pubblici a un settore fondamentale per la vita delle persone.
La privatizzazione della sanità subordina l’universalità e l’eguaglianza della cura e della salute, alla base della legge che nel 1978 istituì il SSN, alle logiche del profitto privato, sempre più in mano a gruppi imprenditoriali e multinazionali. Conferme chiare in tal senso arrivano continuamente: ad esempio l’acquisto da parte della finanziaria Exor (famiglia Agnelli) del 15% della Philips che dall’elettronica di consumo si sta concentrando sul mercato delle tecnologie della salute; l’acquisto da parte del Gruppo San Donato, il più forte della sanità privata italiana (18 ospedali, decine di strutture, 7 mila medici) della maggioranza di American Heart of Poland, il più grande operatore della sanità privata in Polonia e con grossi investimenti nei Paesi arabi. Si delineano sempre più due regimi di offerta sanitaria: una pubblica, definanziata e depauperata, per i poveri e una fatta di eccellenze per chi può pagarsi le cure. I tagli alla sanità dei vari governi, compreso l’attualeGoverno Meloni, fatti nel nome della compatibilità di gestione con il PIL sono stati e sono funzionali a questa prospettiva che stiamo pagando in termini di rinuncia a cure e prevenzione, riduzione della salute e dell’aspettativa di vita.
“Un ospedale e un pronto soccorso in più, una pista da bob in meno”
Mobilitiamoci per:
- difendere la sanità pubblica, universalistica e uguale per tutti senza distinzioni di censo;
- una fiscalità progessiva (chi più ha più paghi) e la tassazione di patrimoni e extraprofitti che consentano di mantenere pubblica la sanità, potenziandone i servizi ospedalieri e la medicina sul territorio e per aumentare il numero di personale infermieristico e medico, migliorando le loro condizioni di lavoro e stipendiali;
- abolire il numero chiuso universitario e riformare i corsi alle nuove esigenze (abbiamo bisogno di medici e infermieri)
- dare priorità agli investimenti per il welfare nelle scelte di bilancio pubblico: meno soldi per gli armamenti, meno sprechi e prebende agli amici degli amici, più soldi alla sanità e al sociale
BELLUNO 28 OTTOBRE ORE 14.30 (Piazzale Stazione FS)
MANIFESTAZIONE REGIONALE PER LA SANITÀ PUBBLICA
ADL-Cobas Veneto