In data 3 dicembre 2020 Giovanni Canella in persona inoltrava presso la Procura di Padova una denuncia contro Adl Cobas per una presunta diffamazione che come Adl Cobas avremmo messo in atto, ritenendo addirittura di carattere estorsiva la richiesta di riconoscimento dei diritti sindacali che avevamo conquistato precedentemente alla decisione di Alì di assumere tutti i lavoratori in appalto in Via Olanda, e che, grazie a quel diritto conquistato eravamo riusciti a ripristinare un minimo di legalità. In particolar modo Alì Spa si è sentita diffamata dall’affissione di alcuni manifesti negli spazi pubblicitari che recitavano così “ ALI’ MIGLIORA LA VITA?”, si richiamava il fatto che negli ultimi dieci anni Adl Cobas aveva combattuto contro illegalità e malaffare che regnavano sovrani all’interno del magazzino, con la complicità della famiglia Canella. Inoltre nel manifesto si evidenziava come gli iscritti a adl cobas subissero un regime di tipo persecutorio da “padre padrone”, nonché la volontà di sopprimere il diritto ad organizzarsi sindacalmente. Veniva proclamata una giornata di mobilitazione e sciopero davanti ai cancelli del magazzino e si invitavano i cittadini democratici a boicottare Alì perché negava i diritti sindacali. Di fronte a questo primo tentativo di Alì di intimidirci tramite denuncia penale, il Pubblico Ministero che aveva preso in mano il procedimento, dopo aver studiato le carte, il 12 maggio del 2023, chiedeva l’archiviazione del procedimento in quanto privo di fondamento.
Ma gli avvocati di Canella non hanno voluto darsi per vinti e impugnavano la richiesta di archiviazione del PM rivolgendosi al Giudice per le Indagini Preliminari. Veniva fissata un’udienza per il giorno 25 settembre ed il risultato è stato che in base ad una serie di valutazioni del giudice mirate ad escludere che vi sia stato da parte di Adl Cobas un intento diffamatorio nei confronti di persone, ma che gli atti di protesta dei lavoratori prendevano le mosse dal cambio di gestione dei servizi di movimentazione merci in Via Olanda, prima affidarti in appalto a una ditta esterna e successivamente gestiti direttamente da Alì Spa e che tale situazione aveva creato una situazione di oggettiva tensione sindacale comprensiva di scioperi. In base a tutto ciò e ad altre considerazioni viene esclusa la fattispecie di diffamazione e pertanto la richiesta di archiviazione doveva essere accolta.
Questa la sintesi della sentenza da cui si evince ancora una volta che la società Alì Spa evidentemente pensa di poter manipolare anche la magistratura in chiave antisindacale. Gli è andata male, ma per quanto ci riguarda, la battaglia per i diritti sindacali va avanti.