Giovedì 7 gennaio si è verificato quello che noi temevamo ed avevamo annunciato da tempo, il CAOS.
L’applicazione delle logiche economiche di Busitalia, la volontà di ricavare il massimo risparmio dal servizio, l’intenzione di limitare al minimo indispensabile il numero degli autisti assegnati al servizio cittadino, il non voler tener minimamente in considerazione i dubbi, le perplessità, l’opposizione ad un progetto, che agli addetti ai lavori, da sempre consideravano impraticabile, uniti alle continue variazioni imposte dal neo Assessore Grigoletto hanno portato al disastro, alla confusione totale, ad un ritardo enorme nell’uscita degli autobus, alla cancellazione di almeno 100 corse, ad un enorme disagio per una utenza che sperava di avere risolto, dopo le proteste dei mesi scorsi, almeno una parte dei disagi subiti fino ad oggi grazie allo stravolgimento dei percorsi e degli orari messo in atto da Busitalia dal mese di settembre.
Come sempre accade in Italia le responsabilità si sono subito rimpallate da una parte all’altra, arrivando per bocca dello stesso Assessore Grigoletto ad ipotizzare che la responsabilità di questo disastro fosse da imputare ad alcuni lavoratori che più di altri si erano opposti alla fusione o avevano partecipato alle riunioni di qualche comitato.
Noi a questo rimpallo di responsabilità, ed a questo tentativo di colpire i lavoratori o le Organizzazioni Sindacali non allineate non ci stiamo, le responsabilità sono chiarissime e sono tutte da imputare all’azienda, a chi ha organizzato il servizio, a chi non ha voluto ascoltare i consigli di chi da anni opera in città.
Non è possibile accettare nel 2016 che i lavoratori non abbiano un servizio programmato chiaro, trasparente e senza che al suo interno vi siano sette od otto giorni di disponibilità totale in cui un lavoratore non possa sapere fino all’ultimo momento quale turno gli spetta.
Non è possibile accettare che per fare cassa si programmino nastri orari di 10 ore in cui un lavoratore guida solo per quattro ore, così come non è possibile organizzare un turno in modo che il lavoratore non abbia il tempo di cenare o pranzare, non è credibile inoltre che un azienda che si propone di diventare il primo operatore su gomma in Italia sia costretta a richiamare lavoratori in riposo per garantire il servizio come sta avvenendo in questi giorni.
Con la giornata di ieri si è evidenziato in maniera chiara che ad una azienda di trasporto pubblico locale non si possono applicare solo logiche di tipo economicistico, bisogna pensare anche ai cittadini, al garantire qualità, efficienza sicurezza.
Per questo noi chiediamo di ripartire da zero, di ritornare ai vecchi orari di APS, e da lì ripartire per revisionare la rete e le varie possibilità per ridare dignità al servizio di trasporto pubblico di Padova, tagliando quelle teste che ci hanno portato su una corsia sbagliata sgradita dai cittadini e dai lavoratori.
SLS e ADL COBAS