In questi giorni le case di riposo sono purtroppo arrivate tristemente agli onori della cronaca dei media nazionali e locali, diciamo tristemente perché si parla di molti anziani deceduti, e di un contagio diffuso sia tra gli ospiti che tra i lavoratori.
Al di là di quanto accade a livello nazionale, anche qui da noi in Veneto la situazione non è certo delle migliori, infatti una casa di riposo su tre vede la presenza del Covid, e gli ospiti deceduti per Covid sono oltre un centinaio, con numeri che si aggirano generalmente oltre la decina per ogni struttura, Monselice 22, Altavita 21, Galzignano 13, Merlara 26, ecc.
Questi numeri forniti direttamente dal Direttore Generale dell’ULS Domenico Scibetta a nostro parere evidenziano comunque la pesante criticità che si vive all’interno di queste strutture, per non parlare della situazione di chi opera all’interno di esse, infermieri, operatori sanitari, addetti all’assistenza, cuochi e addetti alle cucine.
Nei media sono riportati i dati relativi agli ospiti delle case di riposo, ma non quelli relativi a quanti sono i contagiati tra i lavoratori, l’unico dato certo è che tutte le case di riposo sono in sofferenza per carenza di personale assente per malattia o quarantena, e quello che è altrettanto certo è che comunque nelle case di riposo si è intervenuti tardivamente e spesso con mezzi e protezioni inadeguati.
Come tutti sappiamo le mascherine, le protezioni, i tamponi in queste strutture sono arrivate, o sono state impiegate in ritardo, spesso non si è compresa pienamente la gravità della situazione, costringendo così le varie situazioni a rincorrere e cercare di tamponare le criticità che si presentavano.
Il Coronavirus ha evidenziato sopratutto la necessità di ripensare il ruolo delle case di riposo e sopratutto il ruolo dei lavoratori all’interno di queste strutture, il riconoscimento della loro professionalità, la necessità di non considerare più la casa di riposo come un parcheggio dove sistemare anziani difficili da gestire a casa, bensì in luogo dove trascorrere serenamente in sicurezza un diverso periodo della vita.
Il Coronavirus ha evidenziato la necessità di identificare anche queste strutture alla stessa stregua di strutture sanitarie, conseguentemente noi crediamo che oggi non sia ancora possibile abbassare la guardia, anche se i dati sembrano essere incoraggianti e il contagio sembra diminuire, crediamo sia necessario continuare con la prevenzione, con tutte le protezioni necessarie anche se ritenute superflue, quindi insistere con l’uso di mascherine adeguate, di camici di protezione, di maschere per gli occhi.
Non possiamo rischiare ancora la salute e la sicurezza di ospiti e lavoratori