REDDITO DI QUARANTENA.
Mobilitiamoci per salvaguardare il diritto al reddito e alla tutela della salute di tutti i lavoratori e le lavoratrici
Le ordinanze restrittive emanate per fronteggiare la diffusione del Coronavirus rivelano uno stato di emergenza legato ad anni di liberalizzazioni selvagge dello stato sociale e di ristrutturazione del lavoro che si caratterizza per la totale assenza di tutele e stabilità.
Decenni di tagli alla spesa sociale non garantiscono la tenuta del servizio sanitario sempre più esternalizzato, appaltato e incapace di garantire i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici impiegate a salvaguardare un servizio essenziale per la collettività.
Ancora una volta ci si prepara ad abbattere i costi e i rischi di un sistema basato sulla messa a profitto delle nostre vite proprio sul corpo sociale più vulnerabile.
In questi giorni di epidemia di Covid 19 il costo sociale legato alle ordinanze sta colpendo i lavoratori e le lavoratrici legati a varie tipologie di lavoro subordinato e precario e, in particolar modo, i lavoratori e le lavoratrici delle cooperative in appalto, i lavoratori intermittenti del mondo dello spettacolo, i riders, gli educatori e le educatrici, le partite IVA, i lavoratori del turismo, delle piccole imprese, della sanità e della scuola.
Nonostante la gravità dell’infezione i datori di lavoro rimangono liberi di sfruttare chiudendo o tenendo aperti i centri diurni per disabili a seconda del comune di appartenenza.
Le lavoratrici della ristorazione scolastica, invece, sono costrette dalle cooperative a prendere ferie o a produrre certificati medici eludendo così all’ art.1256 del codice civile.
Contemporaneamente non si ottempera al D.Lgs. 09 aprile 2008 n.81 sulla sicurezza nei luoghi di lavoro: i lavoratori del commercio, della grande distribuzione, le e gli addetti alla cura o a contatto con il pubblico non hanno ricevuto i dispositivi di protezione individuale.
Tali strumenti di prevenzione devono essere assicurati anche nei magazzini della logistica dove si movimenta e si consegnano merci e prodotti alimentari per diminuire il rischio del contagio tra i lavoratori e cittadini.
Certi che il diritto alla salute e alla continuità di reddito non siano merci barattabili e sacrificabili sull’altare dell’ennesima crisi pretendiamo dal governo regionale e nazionale
-L’ emanazione di una nota in cui si invitano i lavoratori a non presentare nessuna giustificazione di richiesta di congedo o presentazione di certificati medici per i giorni in cui le autorità hanno predisposto la chiusura dei luoghi di lavoro.
-La chiusura, al pari delle scuole, di tutti i centri diurni per disabili e non lasciare l’autonomia ai singoli comuni o alle cooperative che hanno in appalto il servizio.
-L’ istituzione di un fondo per un Reddito di “Quarantena” che garantisca continuità salariale a chi è costretto allo stop dell’attività rivolto ai lavoratori e alle lavoratrici in partita Iva e, in generale, a tutte le categorie prive di tutela.
– Per i lavoratori e le lavoratrici subordinati, il ripristino della Cassa Integrazione in Deroga per “evento imprevisto e imprevedibile” integrando all’80% il salario realmente percepito.
– Per i lavoratori e le lavoratrici autonome che posseggono i requisiti per il regime forfettario, un’integrazione del redditto, sgravi fiscali e riconoscimento di contributi figurati.
-La pianificazione di assunzioni straordinarie nel Servizio Sanitario Pubblico per colmare la già grave carenza di personale e per tutelare i lavoratori e le lavoratrici, garanti della tenuta del servizio pubblico, provati e privati dei tempi di riposo.
-La sospensione delle rette degli asili e l’ approvazione di contributo sociale straordinario per i servizi di cura dei bambini e degli anziani.
-Il blocco della speculazione sui prezzi dei farmaci, dei prodotti disinfettanti e strumenti precauzionali.
Pertanto si richiede ai Prefetti di farsi garanti per l’apertura di tavoli di confronto con il Governo, l’INPS, i Governatori delle Regioni e le Organizzazioni Datoriali affinchè vengano emanate direttive urgenti in questa direzione
ADL COBAS