Nella giornata odierna, in occasione dello sciopero nazionale della logistica convocato dalle OO.SS. Adl Cobas e Si Cobas, nelle città sede di interporti e grandi magazzini i lavoratori oltre ad incrociare le braccia hanno dato vita a blocchi, presidi e manifestazioni.
Uno sciopero per dire no al rinnovo contratto nazionale sottoscritto da CGIL Cisl e Uil e per aprire una nuova vertenzialità di carattere nazionale che permetta di arrivare alla sottoscrizione di un accordo che contenga condizioni contrattuali e retributive nettamente diverse da quanto previsto dal nuovo contratto nazionale firmato dai confederali. In particolar modo i punti al cuore della nostra vertenza sono i seguenti:
no alla limitazione del diritto di sciopero; indennità di vacanza contrattuale di almeno 500 €; netti aumenti salariali e non la miseria di 60/70 € nell’arco di 5 anni;
passaggi automatici di livello per i facchini fino al 4° s (con 9 mesi dalla data di assunzione passaggio al 6° s , dopo altri 9 mesi al 5°, dopo 6 anni di anzianità di magazzino al 4° j e dopo dieci anni di magazzino al 4° s); riconoscimento del lavoro notturno e straordinario per il personale viaggiante e aumento delle indennità di trasferta; no a forme di flessibilità sull’orario di lavoro stabilite dal nuovo ccnl; estensione della clausola sociale anche in caso di internalizzazione; estensione della integrazione 100% per malattia e infortunio a tutto il personale ancora socio di cooperativa e fine di ogni trattamento differenziato per i soci di cooperative;
rifiuto di penalizzazioni salariali per i neo assunti; introduzione ovunque di forme assicurative supplementari in caso di infortuni invalidanti o di malattie professionali invalidanti; estensione a tutto il settore di altri due giorni di permesso retribuito come già abbiamo all’interno dell’accordo vigente con Fedit.
A Padova si è tenuta nella mattinata una manifestazione che ha visto la partecipazione di centinaia di lavoratori che hanno dato vita ad un corteo che è partito verso le 10 dal magazzino Gottardo Spa in Corso Spagna – oggetto ieri di un duro ma efficace sciopero – e passando per il magazzino Alì in Via Olanda dove si è ricongiunto con i lavoratori in presidio è poi sfilato in Corso Stati Uniti fino all’ingresso di Interporto, dove si sono aggiunti altri lavoratori dei magazzini Pam e Aspiag.
A partire dalle 20 invece i lavoratori dei grandi corrieri nazionali e delle multinazionali della logistica hanno presidiato i rispettivi magazzini e rallentato i camion in ingresso ed uscita.
Per quanto riguarda la zona di Vicenza un centinaio lavoratori dei magazzini si sono ritrovati per un presidio davanti al magazzino Unicomm di Dueville mentre altri hanno raggiunto Verona per partecipare ad una manifestazione antirazzista e antifascista che ha attraversato la città.
A Verona e provincia la giornata di sciopero è iniziata la mattina presto con la presenza di lavoratori fuori dai cancelli dei principali magazzini. Tra questi importante è stato il presidio al MaxiDì di Belfiore, dove oltre a respingere il rinnovo bidone firmato da Cgil, Cisl e Uil è stata ribadita la volontà di estendere l’accordo nazionale firmato da Adl Cobas e Si Cobas con Fedit (Brt, Tnt e Gls) anche ai magazzini del settore agroalimentare. Nel frattempo i lavoratori di Tnt, Brt e Gls di Verona si
sono ritrovati fuori dai cancelli del magazzino Gls, rimanendo in sciopero fino alle 10.30. Da lì tutti si sono mossi per raggiungere Piazza Santa Toscana nel cuore di Veronetta. Dallo storico quartiere multietnico scaligero, in cui da alcuni mesi è stata aperta una sede di Casapound, è partito un corteo cittadino antifascista con la presenza di studenti, insegnanti, lavoratori di Adl Cobas e della Cub. Durante
il tragitto sono stati toccati alcuni punti simbolici importanti come la piazza in cui, ormai 10 anni fa, fu ucciso per mano fascista Nicola Tommasoli. I numerosi interventi sia durante il corteo sia alla fine in Piazza Bra, hanno ribadito il fatto che la lotta per i diritti per tutti e tutte, dentro e fuori i posti di lavoro, è anche inevitabilmente
una lotta contro il razzismo e l’odio xenofobo, alimentato dalle forze di estrema destra.
Anche a Treviso, in occasione dello sciopero nazionale della logistica, si sono svolte alcune partecipate iniziative.“Lottiamo uniti contro il rinnovo truffa del CCNL logistica” è il testo dello striscione con il quale abbiamo presidiato i cancelli dei magazzini Geox di Signoressa e GLSE di Treviso. Da entrambi i magazzini emerge in maniera chiara la volontà di tutti lavoratori di opporsi al rinnovo bidone del contratto, che altro non è che l’ennesima contrazione dei diritti, specialmente per i nuovi assunti.
Infine a Prato, i nuovi iscritti ad ADL COBAS del magazzino GLS hanno aderito allo sciopero per sostenere le rivendicazioni generali, ma anche per ottenere l’applicazione del contratto siglato con Fedit.