Report video del Presidio
Di seguito il comunicato stampa e il volantino che abbiamo distribuito.
La lotta di Jeff: da lavoratore sfruttato nel turismo a nuovo cittadino
In queste ultime settimane è girato sui social network un articolo del Fatto quotidiano del luglio 2013 (https://www.ilfattoquotidiano.it/…/riccione-800-eur…/667573/) che raccontava di una vertenza che abbiamo seguito a Rimini riguardante una lavoratrice stagionale, italiana e laureata in Economia del Turismo, licenziata e lasciata di punto in bianco senza un alloggio, in piena notte, solo perché aveva rivendicato i suoi diritti.
La nuova diffusione dell’articolo ha fatto si che in questi ultimi giorni siamo stati contattati da diverse lavoratrici e lavoratori stagionali del territorio per informazioni e colloqui di primo contatto.
La paura di perdere un lavoro come quello stagionale che seppur povero garantisce una piccola entrata, contestualmente a quello di rimanere senza un alloggio, sono dei bei ricatti e ostacoli per poter alzare la testa.
C’è però chi ha il coraggio di farlo, di andare fino in fondo nonostante la propria situazione e questa è la storia di Jeff.
Una storia di dignità e voglia di essere fino in fondo cittadino con i propri diritti nonostante la propaganda razzista che ci fa odiare chi è sfruttato e precario come noi solo per il colore della sua pelle e non chi ci sfrutta e si arricchisce sulle nostre spalle.
Lo sfruttamento lavorativo, infatti, non ha confini e ci riguarda tutti e tutte. La divisione fra gli sfruttati e le sfruttate aiuta chi si arricchisce sul nostro lavoro e non ci proteggerà dal un repentino peggioramento delle condizioni di lavoro e da una vita di stenti. Per questo la storia di Jeff è importante, perché ci insegna che il lavoro e gli straordinari vanno pagati, che il giorno libero è un diritto, che il contratto va rispettato e che siamo noi lavoratori e lavoratrici che dobbiamo farci valere con il sostegno degli altri sfruttati. Proprio come stiamo facendo oggi qui a Lido di classe.
Jeff è un richiedente asilo accolto, si fa per dire, in un centro di accoglienza straordinario a Cesena, gestito da una delle tante cooperative che hanno lucrato sull’accoglienza dei rifugiati.
Jeff nonostante tutto, frequenta con impegno una scuola di italiano, si attiva nella ricerca del lavoro, e dopo essere finito in strada alla fine del progetto arriva a Rimini, accolto presso Casa Don Gallo.
La stabilità di un luogo in cui vivere lo spinge alla ricerca di un lavoro nel settore turistico.
Così verso la metà di marzo entro in contatto con quello che sarà il suo futuro datore di lavoro, il suo padrone, il proprietario del Jamaica Beach di Lido di Classe.
Jeff inizia a lavorare il 29 marzo, per più di un mese in nero, poi arriva il contratto (all’inizio di maggio) ma le condizioni di lavoro sono comunque pesanti: insolvenza del salario, straordinari fissi non retribuiti (l’oraio di lavoro era di 70/80 ore settimanali), mancato giorno libero, umiliazioni e vessazioni verbali.
Matura così in Jeff la consapevolezza che queste condizioni di lavoro non sono giuste, oltre al fatto che all’inizio di Giugno ancora non aveva ricevuto le spettanze dovute dei due mesi precedenti ma solo piccolissimi acconti con cui a malapena riusciva a pagarsi le spese di viaggio per recarsi sul luogo di lavoro. Verso la fine di giugno, dopo l’ennesima umiliazione, Jeff decide di lasciare il posto di lavoro e di dimettersi per giusta causa. Inizia così la sua vertenza sindacale con la nostra organizzazione sindacale, con il coraggio di chi pur avendo la necessità di un reddito, decide di andare via dal luogo di lavoro, perché trattato come uno schiavo.
Oggi siamo qui davanti al Jamaica Beach perché dopo l’azione repentina della nostra organizzazione sindacale e dell’avvocato Fabiola Grosso, le denunce agli enti preposti, Jeff ha ricevuto il pagamento solo delle spettanze imputabili alle ore ordinarie previste dal contratto (40 ore settimanali) ma non degli straordinari fissi (altre 40 ore settimanali) che lui ha svolto, ne dei mancati giorni liberi.
Siamo qui anche per rivendicare la piena applicazione del CCNL del settore turistico e a reclamare maggiore attenzione delle Istituzioni locali e preposte al tema del grave sfruttamento lavorativo nel turismo, che accomuna questo settore a quello dell’agricoltura, se consideriamo le condizioni di lavoro e la paga prevista (2,50/3 euro all’ora). Jeff ci ha messo la faccia quando è arrivato il suo momento. Non si è piegato. Per questo Jeff insieme ad ADL Cobas invita tutti i lavoratori e le lavoratrici immigrate e italiane a difendere i propri diritti nel lavoro e soprattutto nel settore turistico dove circola tanto denaro ma le disuguaglianze e i ricatti sono sempre più crescenti e non c’è un sistema di welfare (alloggi) e di promozione della salute e della sicurezza pensato specificatamente per questa tipologia di lavoratori e lavoratrici. Senza di loro l’industria turistica non potrebbe esistere. Organizziamoci! Non siete soli.
#MaiSchiavi #MaiSchiave #DirittiNelTurismo
ADL Cobas