Questa mattina si è svolto un partecipato presidio davanti al ristorante “Chi sburon” a Marina centro promosso da ADL Cobas Rimini.
“Come ogni autunno, alla fine della stagione estiva – dichiara Federico Colomo, delegato sindacale ADL Cobas – si tirano le somme. E nonostante una pandemia ancora in corso e le tante paure che imprenditori e politici lamentavano in primavera, i dati ci dicono che nel nostro territorio le presenze turistiche sono state da record, a volte addirittura maggiori che in pre-pandemia. Il mantra “salvate il turismo!” deve aver funzionato, visto che, stando ai numeri delle presenze e visti anche i cospicui sostegni economici pubblici, sembra che il turismo in Italia sia salvo. L’industria turistica però, non è composta solo da imprenditori e consumatori, ma si regge su migliaia di lavoratori e lavoratrici per i quali questa stagione, come le precedenti, segna record negativi”.
A fronte di un’altissima affluenza infatti, questa stagione turistica è stata segnata da un’impossibilità diffusa nel trovare personale e da un lavoro in perenne emergenza e sotto organico per chi ha lavorato.
“Questo ha fatto sì che le condizioni di lavoro – prosegue Colomo – già da tempo troppo pesanti, siano ulteriormente peggiorate, a discapito della salute delle lavoratrici e dei lavoratori. L’impossibilità di trovare lavoratrici e lavoratori per la quale tanti imprenditori hanno pianto e continuano a piange- re in TV ha cause ben precise: il lavoro nel turismo stagionale è un lavoro fondato sul forte sfruttamento della manodopera”.
Il sindacato di base ADL Cobas da anni si batte, insieme ad altre realtà del territorio che si occupano di precarietà abitativa e lotta alla povertà, per portare al centro del dibattito sul turismo le condizioni di sfruttamento a cui è sottoposto chi lavora in questo settore e anche quest’anno a novembre ADL Cobas ritorna in piazza per ribadire che non è possibile parlare di turismo solo in termini di numeri ed incassi e che è necessario ripensare l’industria turistica dalle fondamenta, mettendo al centro i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori.
Questa mattina infatti si è svolto un partecipato presidio a fianco di due lavoratori occupati durante la stagione estiva presso il Ristorante “Chi Sburon” che, come tanti altri sono stati sfruttati: ore di lavoro ben oltre le 8 previste, assenza di giorno libero, contratti grigi con una manciata di ore segnate in busta paga a fronte di 80 ore effettivamente lavorate, sono solo alcuni degli esempi che accomunano la quasi totalità delle persone che lavorano nel turismo, soprattutto stagionale.
“È un sistema marcio che, con il silenzioso supporto di amministrazioni nazionali e locali, permette l’accumulo delle ricchezze in poche mani a discapito della dignità di chi queste ricchezze permette di produrle” chiosa in un intervento molto duro, Azzura Pignatti, delegata sindacale e lavoratrice del turismo”.
“Un sistema per cui, ogni anno il lavoro diventa più lungo e pesante e le buste paga si riducono – prosegue Azzurra – un sistema basato sulla precarietà e che quindi favorisce la ricattabilità di lavoratori e lavoratrici, un sistema che mentre ingrossa le tasche di qualcuno, impoverisce la qualità della vita di molti e molte e anche della città stessa. La turistificazione selvaggia ha infatti anche un enorme impatto sulla dimensione urbana e di vita di cittadini e cittadine nella disponibilità e nel costo delle case in affitto, la stragrande maggioranza delle quali è consegnata al mercato degli affitti brevi o a piatta- forme come Airbnb; nella crescente e sempre più visibile sottrazione di spazio pubblico in favore di ristoranti, bar e attività commerciali, ma anche nella mobilità nei termini dell’organizzazione del servizio di trasporto pubblico come nel grande traffico cittadino e del conseguente inquinamento”.
Nell’intervento conclusivo del presidio di oggi, Federico Colomo ribadisce “ la necessità di rilanciare gli impegni e la lotta nei prossimi mesi e settimane, non ci sono giunte amiche, e l’attuale amministrazione comunale della città, si sta muovendo in linea con le precedente amministrazioni, nella svendita e trasformazione della città, in città merce”.
Per questo – continuano Colomo e Pignotti, “come ADL Cobas siamo convinti che questo sistema non sia più sostenibile, né per le singole lavoratrici e lavoratori né tantomeno per la collettività e la città. Per questo continueremo a manifestare anche per tutte quelle lavoratrici e quei lavoratori che credono di non poter uscire dalla logica del ricatto che domina l’intero settore turistico. Un’alternativa ad un turismo dello sfruttamento delle persone e dei territori c’è, e siamo pronti e pronte a costruirla insieme a lavoratrici e lavoratori”.
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