La politica sociale della Chiesa batte il tempo presente con rinnovata forza e potenza, lo abbiamo potuto constatare dalle prese di posizione degli organi di stampa vaticani e cattolici, dall’Osservatore Romano, da Civiltà Cattolica a Famiglia Cristiana, dagli angelus e dalle udienze private con i rom del Papa, con le dichiarazioni del portavoce monsignor Parolin contro l’oltraggio dei simboli religiosi [il rosario e il vangelo esibiti da Salvini] e da molti altri prelati sul tema del salvataggio dei migranti. Queste puntute schermaglie sono emerse – non con questa veemenza – più volte nel corso di questi ultimi anni sia nella precedente campagna elettorale, sia durante il tempo di questo governo ma ora riscontriamo una discesa in campo altamente simbolica tanto da poterla toccare con mano.
Riportiamo due azioni concrete, che per noi hanno grande rilevanza e potenza.
La prima quando il prete Mattia Ferrari si imbarca con la Mare Jonio in missione di salvataggio dichiarando a televisioni e giornali che “Gesù è con i migranti e con le Ong”, raccogliendo, poi, 30 profughi, entrando in acque territoriali e sbarcando i migranti a Lampedusa alla faccia di un tonante Salvini, operazione ripetuta, pochi giorni dopo, dalla Sea Watch III, col ministro furente in diretta tv. Effetto, diretto e indiretto, di una specie di potere temporale della Chiesa, che si materializza attraverso i cavilli del codice di navigazione e il diritto marittimo internazionale, un informale decreto ecclesiastico che depotenzia il ‘disumano’ decreto sicurezza di Salvini.
Il secondo quando l’elemosiniere del Papa, cardinale Konrad Krajewski, interviene, accolto dagli applausi, togliendo i sigilli al contatore della luce di un palazzo occupato da 450 persone in Via Santa Croce in Gerusalemme a Roma, e afferma pubblicamente il diritto alla casa per i bisognosi, cestinando, forte dell’autorità pontificia, la legge Lupi che impedisce l’allaccio dei servizi di luce ed acqua per gli abusivi. Ancora un decreto ecclesiastico informale rigetta una legge iniqua. Dai ‘decreti operai e proletari’ degli anni 70 a quelli ‘umanitari’ di oggi?! E’, comunque, un quid di costituzione materiale che si invera, non in virtù di rinnovati rapporti di forza, ma con una supplenza di legittimità fornita da una riconosciuta e rivendicata autorità morale ‘umana’. Un dualismo di poteri, uno scontro di poteri, che avrà sicuramente degli strascichi, il cui esito ci riguarda da vicino.
Sicuramente nella Chiesa militante è in atto uno scontro che ha pochi precedenti, forse solo quando ci sono stati due Papi. Da un lato gli ultra conservatori che usano la sapienza teologica riconosciuta a Benedetto XVI come grimaldello per guastare le innovazioni, i mutamenti, le gerarchie introdotte da Francesco, giungendo a chiedere il riconoscimento, con una lettera pubblica, di eretico per Bergoglio; dall’altro il Papa che accelera l’applicazione materiale del credo cristiano con la promozione di nuovo Concilio vaticano.
Quando Salvini ha benedetto il Forum della Famiglia, tenutosi poi a Verona il 9 e 10 marzo 2019, dando mandato al suo ministro Fontana di organizzarlo con un parterre di fondamentalisti cattolici provenienti da mezza Europa e America, e con un sostegno militante dei neonazisti cattolici di Forza Nuova, è stato chiaro a tutti quale era e qual è lo scopo delle ripetute ostentazioni del rosario, del vangelo, delle invocazioni a Cristo e ai santi: posizionarsi quale vero e unico paladino delle radici cristiane dell’Europa contro l’invasione islamica, contro la dissoluzione dei costumi cardine della società patriarcale occidentale, contro l’ingerenza sociale della chiesa di Francesco.
Uno dei punti cardinali del suo percorso politico a capo della Lega, divenuta nazionale e che, nell’appuntamento del 18 maggio a Milano con i catto-nazionalisti europei, si è voluta presentare in una prospettiva europea, senza rinnegare, nel frattempo, il ringhioso supporto della galassia che ruota attorno a Casa Pound e Forza Nuova, lo si è visto a Firenze, Padova, Verona, Milano, Napoli, Roma e, da ultimo, a Bologna, tutte città dove i sindaci hanno vietato o limitato le manifestazioni neofasciste mentre sono state autorizzate da prefetti e questori, che, come si sa, dipendono dal ministero degli interni, cioè da Salvini, tutte città dove i movimenti hanno espresso un nuovo, diffuso protagonismo.
È una scelta di campo, quello della Lega, che va a coprire, con le formazioni fasciste, in vista di un confronto elettorale italiano, tutto lo schieramento della destra sociale e politica, lasciando ai Fratelli d’Italia della Meloni il compito di erodere il centro destra che si era innamorato di Berlusconi.
Questo lo vedremo meglio nel post elezioni europee.