Proponiamo questo testo – asciutto e lungimirante – del nostro ‘cattivo maestro’ Guido Bianchini, morto mentre passeggiava sui monti nell’agosto del 1998. Guido ha scritto poco ma discusso e affabulato molto, con diverse generazioni di attivisti. Questo pezzo, scritto nel 1990 per “Antigone”, una rivista funeraria edita dal Comune di Ferrara, é rimasto lettera morta, fin tanto che non è stato riesumato dai curatori del libro “Guido Bianchini. Ritratto di un maestro dell’operaismo” edito nel 2021 da “Derive Approdi”. Dal titolo alle domande retoriche finali, ogni passaggio richiama i nodi del presente. B.Z.
Progresso o sviluppo?
di Guido Bianchini
La teoria cospiratoria della società (di quanto succede nel bene e nel male ci deve essere per forza qualcuno che ne ha la responsabilità) é nonostante tutto una forma secolarizzata di superstizione religiosa molto in auge. Come il costruttivismo, di cui é una variante, vuole che i processi siano sempre determinabili e le conseguenze tutte volute. Gli uomini hanno scoperto i numeri naturali, ma la presenza fra di essi dei pari, dispari, primi é state la conseguenza inintenzionale di tale scoperta. Così é stato per la genesi delle istituzioni.
La convinzione degli utopisti che fosse programmabile uno sviluppo a misura d’uomo era, oltre che ingenua, falsa. La convinzione dei terzinternazionalisti che pianificazione e libertà fossero compatibili, e che, laddove occorresse sacrificare qualche cosa, andava preferita la pianificazione alla libertà, ha prodotto eccessi disastrosi, pur se non intenzionali. Le produzioni dello spirito hanno una vita autonoma. Le città: qualcuno le ha certamente fondate, ma esse si sviluppano per via irriflessa. Così pure gli Stati. Nella loro forma primitiva essi rappresentano certamente una decisione intenzionale di proteggere interessi privati, magari divinizzati, ma per come son oggi sono la conseguenza involontaria di tale primitiva decisione.
Perché mai oggi attribuiamo tanto valore a pezzetti di carta che chiamiamo moneta e che scambiamo per avere valori d’uso, e perché mai, di converso, scambiamo dei valori (merci o servizi che siano) per avere dei pezzezzetti di carta? Questa attività, in apparenza così cretina, é una convenzione con cui gli uomini associati hanno deciso di sostituire o il pacifico baratto o il furto, il ratto o l’omicidio per impossessarsi dell’oggetto desiderato. Come molte convenzioni essa non é sorta da un atto legislativo, ma si é pragmaticamente sostituita. E’ dunque un sostituto non intenzionale della violenza. Lo stesso vale per quella istituzione umana che é il linguaggio.
Gli uomini hanno lottato, studiato, costruito, esplorato, imposto ciò che a essi sembrava progresso. E hanno non intenzionalmente prodotto quello che invece ha preso il nome di sviluppo. La convinzione che bastasse incrementare il Pil (prodotto interno lordo: una quantità cioè) per aumentare il benessere (che é invece una qualità) ha finito con il determinare uno sviluppo distruttivo e beota (per dirla con Fulco Pratesi).
Oggi noi abbiamo 30 milioni di auto che circolando affumicano il paese, 30 milioni di vani in più del necessario che cementificano il suolo, 30 milioni di tonnellate di eccedenze agricole, 30 milioni di tonnellate di rifiuti da smaltire: tutti eccessi che a loro modo inquinano.
Sono tutte conseguenze non intenzionali di una originaria aspirazione a star meglio. Sono il frutto avvelenato dell’aumentata ricchezza delle nazioni, dell’essersi il consumo liberato dal suo scopo originario di consumo per la riproduzione, dell’essersi la necessità di produrre eccedenze da scambiare sganciata da questo vincolo trasformandosi in necessità di distruggere le eccedenze prodotte.
La decisione di asservire il bestiame anziché cacciarlo, o di diventare agricoltori anziché raccogliere i frutti selvatici, rientra nell’ambito della scelta intenzionale. Invece la desertificazione del mondo conseguente al disboscamento é un risultato indipendente dall’originaria intenzione.
Perché allora continuiamo, stolidamente, a parlare di sviluppo dell’agricoltura e al tempo stesso a versare lacrime di coccodrillo sull’Amazzonia polmone del mondo?
Bisognerà pur dirlo che si é contro tale preterintenzionale degradazione della vita associata! Perché qualificare progresso uno sciagurato sviluppo costruito sull’ipotesi, infondata, dell’infinitezza delle risorse?
Che i bimbi delle elementari di Città del Messico abbiano diritto a un’ora di ossigeno-terapia ci pare proprio un progresso?
Abbiamo consumato un terzo dell’ozono, abbiamo triplicato l’anidride carbonica dell’atmosfera con le combustioni industriali. C’é piombo tetraetile perfino nelle nevi del Kilimanjaro.
Che casa aspettiamo allora a fermare questa distruzione idiota e inintenzionale della vita nel pianeta?
Teoria cospiratoria:
https://www.filosofico.net/Antologia_file/AntologiaP/POPPER_%20SULLA%20TEORIA%20COSPIRATORI.htm
Costruttivismo:
https://www.itals.it/articolo/costruttivismo-sociale
Terza Internazionale:
https://www.treccani.it/enciclopedia/tag/terza-internazionale/
Fulco Pratesi:
https://www.elementplus.it/intervista/fulco-pratesi-fondatore-e-presidente-onorario-wwf/