Ancora una strage sul lavoro, nella notte tra il 30 e il 31 agosto, sulla linea ferroviaria che da Torino collega Milano alla stazione di Brandizzo. Pochi minuti prima di mezzanotte, la motrice di un convoglio regionale ha travolto alcuni operai che si trovavano al lavoro lungo la massicciata.
Pesantissimo il bilancio: cinque sono i morti . Secondo quanto scrive Rfi sul suo quotidiano online Fs News, i lavori sui binari del treno che ha ucciso 5 operai «sarebbero dovuti iniziare soltanto dopo il passaggio di quel treno». Gli operai, addetti alla manutenzione ferroviaria, lavoravano per conto di una ditta appaltatrice esterna, la Sigifer, ditta che si occupa di manutenzione ferroviaria nata nell’ottobre del 1993 Occupa 250 dipendenti e lavora in tutta Europa, anche in Sudamerica.
Dopo lo stillicidio di omicidi sul lavoro ininterrotto e letteralmente quotidiano arriva una ennesima orrenda strage operaia ; una grave perdita per la comunità; grande il dolore. Le parole di RFI , anche in questa circostanza, sono stonate; certo è il momento del lutto, del rispetto e non delle polemiche ma non si può, “il giorno dopo” ,esprimere solo dolore. E’ evidente che siamo in presenza di una nuova strage sul lavoro frutto della mancanza di misure minime di sicurezza.
Non si può parlare di “infortunio” sul lavoro ; siamo convinti infatti che in queste circostanze non si possa evocare la categoria della casualità; dietro ogni evento c’è sempre una lacuna delle misure di prevenzione, c’è un documento di valutazione del rischio lacunoso o , al limite, corretto ma non applicato ; il lavoro degli “armatoristi” non è mai stato “leggero”; gli armatoristi , in questo caso erano anche saldatori, sono sempre stati esposti a gravi rischi, pure cancerogeni (ricordiamo la questione delle “pietre verdi” con presenza di amianto, le traversine trattate con sostanze olio di creosoto e con erbicidi/defolianti) , a temperature estreme, a posture usuranti, a fatica fisica e mentale; a tutto questo “possiamo” aggiungere il “rischio lavoro notturno” senza neppure pause adeguate per recuperare il distress accumulato dallo sconvolgimento dei ritmi fisiologici.
E’ NECESSARIO RISPONDERE A QUESTI OMICIDI BIANCHI CON LA MOBILITAZIONE, ORGANIZZIAMO MOMENTI DI PROTESTA IN TUTTI I POSTI DI LAVORO CONTRO QUESTA ENNESIMA STRAGE