Moltissime persone e cittadini padovani e non solo hanno contestato il ministro del lavoro Giuliano Poletti ieri sera, costruendo un presidio comunicativo fuori dalla festa padovana del Partito Democratico.
Facchini della logistica, precari, collettivi, occupanti di case, lavoratori di diversi settori hanno dimostrato la loro contrarietá al jobsact, la cancellazione dell’art.18, i voucher, ed i provvedimenti di questo governo bugiardo. I Facchini in particolare, dopo aver ottenuto un breve incontro con il ministro, hanno esposto chiaramente le rivendicazioni che si stanno ponendo nelle dure lotte all’interno del settore Trasporto merci : l’introduzione della clausola sociale per i cambi di appalto, l’eliminazione della falsa figura del socio lavoratore, causa dell’esclusione da socio e di licenziamento illegittimo, con graduale passaggio per tutti ad essere assunti come dipendenti, l’introduzione di reddito di base.
Il presidio si è poi spostato su via Venezia, una delle arterie principali della città, producendo un blocco della circolazione.
Di seguito il comunicato:
ALTRO CHE TUTELE CRESCENTI, IN ITALIA SI MUORE ANCORA DI LAVORO!
E’ ospite oggi presso la Festa del Partito Democratico il ministro Giuliano Poletti, titolare del Ministero del Lavoro e coautore del Jobs Act. Una riforma che prometteva aumenti consistenti dell’occupazione e la fine della precarietà e che invece ci ha lasciato una misera “bolla occupazionale” pagata da un massiccio trasferimento di risorse pubbliche alle imprese e la definitiva abolizione dell’art.18.
La manomissione del lavoro subordinato passa poi per la totale liberalizzazione dei voucher: nei primi 7 mesi del 2016 sono ne sono stati acquistati 84,3 milioni, il 36% in più rispetto al 2015, anno record da questo punto di vista.
Come funziona il JobsAct lo abbiamo visto nei magazzini dove siamo presenti: centinaia di lavoratori sono stati licenziati o costretti a dare le dimissioni per poi essere riassunti. Molti imprenditori, i “furbetti del JobsAct” hanno beneficiato degli sgravi e allo stesso tempo approfittato per azzerare diritti acquisiti dai lavoratori in termini di livelli, anzianità, etc. A questo si collega la cancellazione “senza se e senza ma” della tutela dell’art. 18, che garantiva il reintegro sul posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo. Insomma l’obbiettivo di questa riforma è abbassare il costo del lavoro, aumentare il ricatto e le pressioni sui lavoratori, cancellare ogni presenza sindacale all’interno delle aziende.
L’abbiamo visto alcuni mesi fa al magazzino Prix di Grisignano: 70 lavoratori cacciati con un cambio di appalto del tutto illecito per poterli rimpiazzare con altri lavoratori più economici e ubbidienti. Altro che tutele crescenti!
La logistica, ritornata drammaticamente sulle prime pagine dei giornali in questi giorni, da questo punto di vista ha fatto certamente scuola. Il sistema delle cooperative molto caro al ministro Poletti, ci parla di lavoro nero, sfruttamento e caporalato. Cambi di appalto fuorilegge, illegalità diffusa in tutti i magazzini, l’odioso strumento dell’ esclusione da socio, usato dalle cooperative per licenziare senza giusta causa, buste paga “creative”, mancanza di tutele e diritti fondamentali (malattia, infortunio, inabilità) , truffe agli enti previdenziali e liberalizzazione dei contratti a tempo determinato e rinnovi possibili. La morte di Abd ElSalam ha come contorno proprio questo.
Il ministro Poletti, per anni capo di LEGACOOP, niente ha fatto per denunciare il sistema mafioso delle cooperative, la sua gestione caporalesca e schiavistica.
Risulta indispensabile per noi portare il Governo ad introdurre la “clausola di salvaguardia” negli appalti, come noi da tempo chiediamo ai committenti del comparto logistica-trasporto, sottoscrivendo accordi che li vincolino ad assumere tutto il personale presente al momento del cambio di appalto, alle medesime condizioni preesistenti e con il mantenimento dell’anzianità maturata.
Altro punto fondamentale e a ciò collegato è quello del superamento della figura del socio lavoratore, in quanto essa non corrisponde assolutamente al rapporto esistente nella realtà e continua oggi a creare condizioni di disparità grandissime tra lavoratori subordinati.
Per questi motivi, chiediamo oggi un immediato incontro al ministro Poletti, per affrontare questi punti per noi fondamentali ed arrivare nel breve periodo a farla finita con il sistema truffaldino delle cooperative, i cambi di appalto selvaggi e la progressiva erosione dei diritti, e che si pronunci per il ritiro di tutte le denunce che molti lavoratori si sono beccati per difendere il proprio posto di lavoro e cancellare queste forme odiose di schiavitù ancora esistenti.
I lavoratori e le lavoratrici di Adl Cobas