In queste settimane negli Stati Uniti milioni di persone sono scese in piazza per rivoltarsi in seguito all’ennesimo crimine prodotto dalla violenza e dal razzismo istituzionale. La morte di George Floyd ha dato il via ad una rabbia degna che ha travolto l’intera nazione sfociando in una vera e propria lotta di classe. rivendicano il diritto di respirare contro un sistema capitalistico forgiato sul saccheggio e sulla riduzione in schiavitù di milioni di persone, da più di 400 anni di sopraffazione, oppressione e violenza.
Anche in Italia e in Europa si registrano tutti i giorni continue violenze e processi di differenziazione dei diritti frutto di sistematico razzismo istituzionale e sociale, che ha partire dall’architrave della Legge Bossi-Fini (2002) passa per i vari Decreto Minniti/Orlando, i Decreti Salvini, e non ultimo l’attuale SANATORIA farsa.
In un quadro di crisi globale e nazionale che ha scoperchiato e reso più palesi le contraddizioni di questo sistema, aggravando ulteriormente le condizioni delle classi sociali più povere, all’interno del Decreto “Rilancio” nell’Art. 103 il governo ha emanato il provvedimento di regolarizzazione che avrebbe come finalità “garantire livelli adeguati della salute individuale e collettiva in conseguenza della contingente ed eccezionale emergenza sanitaria (…) e favorire l’emersione di rapporti di lavoro irregolari”.
Una premessa che nulla a che fare col vero fine volto al mero reperimento di forza-lavoro nei pochi settori funzionali alle necessità di mercato del nostro Paese. Nei fatti, legando ancora una volta la regolarità al possesso del contratto di lavoro impone ai migranti di accettare qualsiasi condizione, anche di più grave sfruttamento e inumane. Inoltre, imponendo requisiti in molti casi irraggiungibili, escluderà centinaia di migliaia di migranti irregolari che continueranno a dover sopravvivere senza accesso a diritti fondamentali.
Questi dati emergono già con chiarezza dalle esperienze di informazione e supporto promosse in tutte le città già in queste prime due settimane, come quelle della help-line regionale “Nessun@ resti sol@”. Per questo dobbiamo denunciarlo senza paura: questa è una sanatoria inadeguata, insufficiente e discriminatoria, che nulla ha a che fare con la tutela della salute e l’emersione dei rapporti di lavoro irregolari!
Per queste ragioni diciamo «I can’t breathe», perché non possiamo accettare un provvedimento di questo genere e che è fondamentale mobilitarci tutti e tutte perché nessun essere umano può essere illegale!
«I can’t breathe» è il grido di chi lascia la propria casa in un continente depredato e corrotto, dove conflitti depredazioni e cambiamenti climatici rendono la sopravvivenza sempre più impossibile.
«I can’t breathe» è il grido delle persone che vengono torturate e rinchiuse nei lager libici, è il grido delle persone che muoiono annegate nel Mediterraneo, nell’indifferenza generale.
«I can’t breathe» è il grido di chi vive appeso al filo del permesso di soggiorno ed è disposto a tutto pur di non perderlo, ma anche di chi è invisibile perché il permesso di soggiorno non lo possiede
«I can’t breathe» è il grido dell’esercito di braccianti invisibili che lavorano per 12 o più ore al giorno senza giorno libero, senza diritti, per una paga misera.
«I can’t breathe» è il grido delle migliaia di lavoratrici nvisibili che si prendono cura di noi e delle nostre famiglie, nelle strutture sanitarie e nelle nostre case.
«I can’t breathe» è il grido di chi non riesce a trovare una casa perché «non si affitta alle persone di colore».
«I can’t breathe» È il grido di chi, anche se nato e cresciuto in Italia, non può avere la cittadinanza a causa del proprio aspetto non occidentale.
«I can’t breathe» È il grido di chi subisce un razzismo culturale e istituzionale sempre più sdoganato.
E allora, visto che questo sistema non ci fa respirare, anche qui vogliamo affermare che #Blacklivesmatter anche in Italia, per fermare la violenza strutturale e istituzionale contro i corpi migranti, garantire una casa a tutt*, lottare per un permesso di soggiorno slegato dalla condizione lavorativa e per la regolarizzazione permanente delle e dei migranti; vogliamo continuare a lottare per i diritti di tutt*!
Per queste ragioni Lunedì 15 di Giugno ci ritroveremo, verso il corteo regionale di sabato 20 a Bologna, per legare le battaglie del movimento BLM con quelle contro l’ennesima sanatoria discriminatoria e truffa
Bologna ore 17,30 @ Prefettura (evento FB)
Rimini ore 18,00 @ Prefettura (evento FB)
Reggio Emilia ore 18,30 @ P.zza Prampolini (evento FB)
Se ci indigniamo di fronte a ciò che accade negli Stati Uniti non possiamo voltarci dall’altra parte di fronte a ciò che tutti i giorni accade di fronte ai nostri occhi qui, in Italia. Black lives matter, everywhere and always!
ADL Cobas Emilia-Romagna
YaBasta! Bologna / Sportello Migranti Tpo / Scuola d’italiano Newén
Città Migrante Reggio-Emilia
Ass. Rumori Sinistri Rimini