Oggi 15 novembre inaugura a Bologna FICO Eataly World, il “nuovo mostro” partorito dalla mente del renzianissimo Oscar Farinetti.
È stata presentata come una Disneyland del cibo. Piuttosto, sarebbe corretto dire una Disneyland del lavoro precario e sottopagato, della mercificazione e spettacolizzazione dell’alimentazione, una nuova “grande opera” in stile ExpoMilano che sfrutta territorio e risorse pubbliche per permettere di accaparrare enormi profitti ai soliti noti del COOP-capitalismo.
Un modello di sfruttamento sul lavoro e sulla società che da tempo combattiamo attraverso l’autorganizzazione e il conflitto di precari, lavoratrici e lavoratori dai magazzini fino ai luccicanti mega centri commerciali come di fatto è la Fabbrica Italiana Contadina!
Ecco perché saremo presenti all’iniziativa che studenti medi e i giovani precari hanno organizzato in contemporanea al taglio del nastro, che vedrà la presenza di una nutrita rappresentanza del “governo del JobsAct”, per sensibilizzare la città e contestare il dilagare del lavoro gratuito mascherato da “alternanza scuola-lavoro”, nuova frontiera dello sfruttamento e della precarietà!
Di seguito il testo d’indizione dell’iniziativa promossa da Studenti Medi Autorganizzati e LUBo-Libera Università Bologna
Nel prossimo anno, FICo Eataly World fagociterà oltre 300mila ore di alternanza scuola-lavoro per circa 20mila studenti di 200 scuole sparse sull’intero territorio italiano ovvero oltre 300mila ore di lavoro rubate dalle braccia e dalle teste degli studenti e delle studentesse e risparmiate su nuove possibili regolari assunzioni.
Se facciamo un calcolo al ribasso, considerando per uno stipendio medio lordo di 7,5€ all’ora un costo d’impresa di almeno 10€, Farinetti &Co. risparmieranno circa 3 milioni € all’anno in lavoro non retribuito, gratuito, sfruttato (nel senso che il “guadagno” all’interno del rapporto lavorativo è davvero da una parte sola mentre all’altra parte, quella debole, vanno 0€)!
È questa la realtà di F.I.Co. che verrà inaugurata a Bologna il 15 novembre, cominciando subito a nutrirsi del perverso meccanismo dell’alternanza scuola-lavoro in moto negli Istituti superiori italiani.
Questa scandalosa operazione di speculazione economica non provoca, però, reazioni immediate da parte dei soggetti che di fatto riempiranno le tasche di Farinetti con il loro lavoro gratuito. Viviamo infatti in tempi in cui è difficile dare i nomi alle cose, nei quali è lo stesso Governo a mistificare il senso delle parole, confondendo consapevolmente i giovani su cosa è formazione e cosa invece è lavoro, su cosa è un’agenzia di avviamento alla professione e cosa invece è scuola.
Quest’ultima è un luogo di incontro e formazione, aperto e solidale, che non “guadagna” e non deve guadagnare nulla in termini economici, e dovrebbe sempre continuare ad essere gratuita e accessibile a tutti/e.
Al contrario un’agenzia privata di avviamento alla professione, o agenzia interinale, è un soggetto imprenditoriale che lucra nella gestione di rapporti di lavoro precari, intermittenti o persino totalmente non retribuiti. È questo il caso di Randstad che usufruirà dei 20 mila lavoratori e lavoratrici (all’anno) non pagati da F.I.Co. In molti altri casi altre migliaia e migliaia verranno invece indirizzati a lavorare per grandi catene come Zara e McDonalds, per citare solo alcuni dei casi più noti.
L’alternanza scuola-lavoro è l’anticipazione di una vita precaria e individualizzata e, per quanto possano esserci in alcune scuole esperienze formative appropriate alle diversificate esigenze dei ragazzi, questa norma è nient’altro che l’affermazione del sistema lavorativo attuale in frantumi che travolge soprattutto le vite e le aspettative dei giovani. Con l’alternanza scuola-lavoro si vuole dire che tutti i soggetti (i famosi “cittadini del futuro”) dovranno fin da subito abituarsi a vivere nel ricatto e nella sopraffazione.
Il 15 novembre inaugurerà F.I.Co. e con esso si renderà ancora più evidente che il mercato del lavoro salariato stabile, così come l’hanno conosciuto le generazioni prima delle nostre, non esiste più. Randstad, per “formare” gli studenti prima di lavorare a F.I.Co., si propone di avviare alla comprensione delle dinamiche in continuo mutamento del mercato del lavoro. Ci verranno a dire la solita cantilena ripetuta negli ultimi anni: “anche se lo stipendio è basso accetta, è pur sempre un’opportunità”, “fa curriculum”, “è un’esperienza, e poi… così ti fai conoscere”, “non ti pagheranno subito, ma almeno impari a fare qualcosa”. Noi crediamo che sia necessario tutt’altro: rispettare la dignità delle persone, e di sé stessi, prima di tutto; riconoscere cosa è lavoro e cosa lavoro non è; conoscere quali sono i nostri diritti in un luogo di lavoro e soprattutto acquisire gli strumenti per esercitare questi diritti; infine, vogliamo scoprire cosa sarà il lavoro del futuro e vogliamo iniziare a porci questo interrogativo difficile a partire dalla scuola e non a partire da un luogo di lavoro ostile.
Diciamolo chiaro: F.I.Co. non è fico per niente, anzi questo nome sembra un po’ viscido e sessista. Sicuramente è un grosso inganno e noi non siamo disposti a crederci.
Il 15 novembre alle 15.30 saremo davanti alla Disneyland del cibo per avviare una campagna di contro-informazione e di contrasto all’alternanza scuola-lavoro e per ricordare a Farinetti e al primo ministro Gentiloni (il quale sarà presente all’inaugurazione) che in molti alzano la testa e iniziano a dire senza paura che LAVORARE GRATIS NON E’ FICO!