Una giornata straordinaria, come di sicuro non se ne vedevano da tempo. Più di 20000 persone in carne e ossa, di tutte le età, sono scese per le strade di Bologna al grido di RIAPRIAMO Làbas, lo spazio sociale sgomberato lo scorso 8 agosto in contemporanea con lo sgombero del Laboratorio Crash, altra importante esperienza di lotta e di cooperazione nella città di Bologna. L’azione repressiva di magistratura e polizia dell’8 agosto ha colpito in profondità la sensibilità di moltissimi cittadine/i bolognesi e di molte altre realtà di movimento a livello nazionale che hanno raccolto l’appello alla mobilitazione dando vita ad una manifestazione di proporzioni enormi, lanciando così un segnale molto importante alle istituzioni e non solo. Un segnale che fa capire come i percorsi costruiti dal basso per trasformare luoghi morti, chiusi da anni, in beni comuni di primaria importanza , siano ormai profondamente radicati nel tessuto sociale cittadino e rappresentino una precisa volontà di riappropriarsi del patrimonio edilizio abbandonato, fuori da ogni logica speculativa. L’enorme partecipazione moltitudinaria rappresenta il maturare di una impellente necessità di essere protagonisti della costruzione della nuova città solidale, segnando in questo modo la distanza che esiste tra ciò che avviene nelle pieghe del sociale e ciò che si discute all’interno delle mura chiuse dei palazzi. La manifestazione di sabato 9 settembre esprime sicuramente tutto ciò e molto altro ancora.
Il collettivo Làbas il 13 novembre 2012 occupando l’ex Caserma Masini in via Orfeo n° 46 ha sottratto all’abbandono, al degrado e alla speculazione immobiliare un’ area che si estende per circa 9.000 mq nel cuore di Bologna, restituendola al quartiere, alla città, alla collettività. All’interno dello spazio era anche presente lo sportello casa e antisfratto di Adl Cobas: uno sportello che si è reso protagonista di un’importante stagione di lotta per la casa dando vita a 3 occupazioni abitative a Bologna che hanno messo al centro il nodo dell’edilizia sociale contro la speculazione, il mutualismo e l’accoglienza.
Nel corteo erano moltissimi i lavoratori giunti dal Veneto da altre città dell’Emilia Romagna e della Lombardia, tra cui i protagonisti delle recenti lotte alla Coca Cola di Nogara e alla Composad di Viadana. Lavoratori che nell’esperienza di Làbas e degli spazi sociali hanno visto subito una stretta vicinanza e sintonia con le lotte della logistica e non solo. In entrambi i casi infatti si parla di lotte per la conquista dal basso di diritti che vengono continuamente negati. A Viadana abbiamo visto chiaramente come un mix di forze istituzionali, padronali e sindacali si siano coalizzate per impedire la stabilizzazione delle conquiste ottenute, lasciando per strada oltre 100 lavoratori e lavoratrici. Si tratta delle stesse forze che usano i profitti ricavati dallo sfruttamento per mettere in atto quelle operazioni immobiliari e speculative che portano inesorabilmente alla logica che ha prodotto gli sgomberi dell’ 8 agosto.
Dopo la giornata di sabato 9 settembre si rafforza in noi la consapevolezza che oggi, in un quadro sicuramente mutato dove bisogna in qualche modo andare oltre vecchi schemi che riguardano sia gli spazi sociali che le lotte nei posti di lavoro, è solo dall’intreccio di esperienze e conflitti che si può sperare di fare un passo avanti nella direzione di una maggiore forza per la conquista di vecchi e nuovi diritti per tutti/e.