di Beppi Zambon
I ‘giornaloni’ ci dicono che piovono soldi per gli/le insegnanti, per tutto il personale della scuola e del pubblico impiego – però – solo per chi ha un contratto a tempo indeterminato. Che i precari crepino di fame! Tanto dietro l’angolo ci sta il ricambio (finchè dura).
Si perchè nella prossima busta paga (dicembre) ci troveremo quasi un migliaio di Euro una tantum come anticipo della VACANZA CONTRATTUALE dell’anno 2024. Soldi inaspettati, un altro ‘bonus’ per tener buoni insegnanti e pubblici dipendenti, una regalia piovuta dal cielo di un governo che ruba ai poveri (via il reddito di cittadinanza a precari, disoccupati intermittenti, migranti) per donare ai meno poveri (gli occupati pubblici stabilizzati). Sì perchè, al di là che di questi tempi dei denari freschi fanno comodo a tutt*, tanto più a fronte di un’erosione da inflazione di tutti gli stipendi pubblici o privati che siano, tutti si dilungano a dire che le paghe, gli stipendi sono inadeguati, insufficienti, ciò a detta dell’Europa, dei Ministri, insomma un fatto acclarato ma che sembra ineluttabile. Tanto vero che oltre che ad “alti lai” nessuno muove un dito. Tantomeno i sindacatoni.
NO: lo fa il Governo d’imperio, con grande magnanimità e bene volenza!! Come fosse un dono di un monarca attento ai bisogni dei suoi sudditi, purchè siano sudditi obbedienti e silenti.
Questa è una vera e propria presa per il culo. Il contratto per la scuola e i dipendenti pubblici è già scaduto da 2 anni: per i 2 anni passati non hanno stanziato un becco d’un quattrino, ci anticipano quanto dovuto per LEGGE in attesa del rinnovo contrattuale che ingloberà quanto ci viene ora anticipato e così si fanno belli agli occhi di troppi sprovveduti colleghi.
Se invece di tanti mogugni richiamassimo alla memoria una parola come sciopero?!!
Magari “sciopero bianco” ovvero senza disertare le classi, l’orario formale delle lezioni bensì la prevista e ordinaria didattica. Non ci sarebbero statistiche ministeriali, non sarebbe tanto visibile esternamente ma farebbe discutere assai dentro e fuori le scuole e potrebbe essere un buon viatico per ricostruire percorsi di autorganizzazione e di consapevolezza collettiva nelle scuole. Questa modalità di scioperare e manifestare la propria indisponibilità ad essere considerato suddito, sciavo ma cittadino può essere articolata e pensata per tutto il ventaglio del lavoro pubblico. Facciamo lavorare la fantasia collettiva. Certo non si può improvvisare, bisogna lavorarci, va discusso e condiviso nelle scuole, nei luoghi di lavoro e pubblicamente, ma sopratutto va praticato: una bella ‘settimana bianca” nel senso di sciopero dall’ordinaria didattica, dell’ordinario mansionario pubblico, farebbe un bel rumore bianco, farebbe sentire efficaciemente la ‘voce del popolo’ e per una volta senza rimetterci un soldo.
Con il Decreto Legge 145/2023, il Governo ha rivalutato l’indennità di vacanza contrattuale per l’anno 2024 portandola a circa, 70 euro lordi. Il DL ha stabilito inoltre che tale incremento relativo alle mensilità dell’anno 2024 verrà erogato dalle amministrazioni statali, esclusivamente per i lavoratori a tempo indeterminato, in un’unica trance a dicembre 2023, mentre le altre amministrazioni pubbliche non statali potranno decidere autonomamente se disporre l’anticipazione in un’unica soluzione a dicembre 2023 oppure procedere alla normale erogazione mensile del nuovo valore dell’IVC, a partire dal mese di gennaio 2024.
Ciò in buona sostanza significa che al momento del rinnovo del CCNL 2022-2024 non verranno erogati arretrati per gli anni 2022 e 2023 e che l’aumento delle retribuzioni dal 2024 sarà di un po’ meno del 6%, quindi circa un 1/3 dell’inflazione prevista nel triennio. Ciò determinerà una diminuzione sensibile del potere d’acquisto delle retribuzioni, come se non già bastasse il triste record a livello internazionale: l’Italia è l’unico paese in Europa dove il potere d’acquisto delle retribuzioni nel periodo 1990-2020 ha registrato un valore negativo (-2,9) ed è anche l’unico paese tra i 38 paesi OCSE ad avere questo dato, a fronte di un incremento medio del potere di acquisto dei paesi OCSE del +33,1%.
Inoltre, come si può vedere dai dati forniti dall’ISTAT ed elaborati dall’ARAN, in questo contesto fortemente negativo per le retribuzione del nostro paese, le retribuzioni dei lavoratori pubblici sono particolarmente penalizzate, nonostante il rinnovo contrattuale del 2019-2021 abbia determinato incrementi superiori all’inflazione del triennio di riferimento.
Fatti i conti, dunque, si tratta in ogni caso di un pacco avvelenato, di una operazione di marketing di sua maestà il governo con la quale si maschera l’insufficienza di risorse necessarie per tutelare il potere d’acquisto delle retribuzioni dei lavoratori pubblici.