Il 6 novembre è stato firmato il rinnovo del Contratto Nazionale degli statali da una esigua
compagine di sigle sindacali con in testa la Cisl, una firma che ha ratificato la proposta del
Governo e del Ministro Zangrillo di riconoscere solo il 5,78 di aumento pari ad un terzo
dell’inflazione maturata fino ad oggi.
Una firma maturata in tempi quantomeno sospetti visto che la Legge di Bilancio è ancora
in discussione, una firma che a nostro parere vuole fare da apripista ad una logica che si
vuole applicare anche a tutti gli altri contratti ormai scaduti da tempo.
Una firma che oltre a non riconoscere un vero aumento salariale, mette in campo una
serie di misure tese ad aumentare la competitività senza per altro aggiungere ulteriori
risorse se non il buono pasto per chi lavora in smart working.
Una firma che chiediamo venga sottoposta a referendum da parte dei lavoratori prima di
arrivare all’applicazione; un referendum che riporti la democrazia nel comparto del pubblico
impiego e che riconsegni ai lavoratori la possibilità di decidere in merito ai contratti che li
riguardano.
Una firma che apre la strada ad altri contratti a perdere da applicare negli altri comparti tipo Sanità ed Enti Locali.
Una firma che accetta quanto previsto con la Legge Finanziaria in merito al blocco del turn over, mettendo così in crisi ancora una volta gli Enti Locali sia per quanto riguarda l’erogazione dei servizi, per non parlare dei tagli che andranno ad impattare pesantemente nei bilanci dei prossimi quattro anni.
Crediamo che una prima risposta a queste scelte vergognose sul rinnovo dei contratti del pubblico impiego sia da dare il 29 novembre con una grande giornata di lotta in occasione dello sciopero generale che anche noi unitamente ad altre organizzazioni sindacali di base abbiamo indetto.
Rispondiamo tutti insieme NO a questi contratti vergognosi,
rispondiamo tutti insieme NO a firme che scavalcano i bisogni dei
lavoratori
rispondiamo tutti insieme NO ad un Governo che fa cassa sulla
pelle dei lavoratori
rispondiamo tutti insieme NO ad una Legge Finanziaria che taglia
servizi e blocca le assunzioni