Si è svolta oggi una prima giornata di mobilitazione e di sciopero dei lavoratori di Sicuritalia, dopo vari tentativi di conciliazione e discussione svoltisi presso la DTL e le richieste sindacali, di aprire un tavolo di trattativa rispetto alla vergognosa situazione che si è venuta a creare dopo il cambio di appalto. I lavoratori hanno manifestato davanti alle filiali di Sarmeola di Rubano e di Padova, ricevendo la solidarietà di molti colelghi e dipendenti di Banca Intesa.
Di seguito il comunicato:
OGGI 10 GENNAIO 2017 SCIOPERO di 24 ore DEL SERVIZIO DI VIGILANZA IN BANCA INTESA A PADOVA, RUBANO, VICENZA E ROVIGO
Dopo avere cercato invano di interessare anche Banca Intesa, oltre che Sicuritalia, sulle vergognose condizioni contrattuali e retributive che riguardano i lavoratori che svolgono il sevizio di vigilanza per Banca Intesa, frutto dell’ultimo cambio di appalto avvenuto il 1° ottobre u.s. che ha visto il passaggio da Prime Srl e Revolution che applicavano il CCNL Multiservizi alla Soc. Cooperativa Sicuritalia che applica il CCNLVigilanza e servizi Fiduciari, producendo una riduzione netta del 30 % della retribuzione, abbiamo deciso di procedere con un primo sciopero volto a cambiare una situazione divenuta insostenibile.
Vi sono stati anche vari incontri presso la Direzione Interregionale del Lavoro di Venezia nei quali si sono confrontate le parti in merito alla applicazione del CCNL “Vigilanza e Servizi Fiduciari” ritenuto del tutto legittimo da parte di Sicuritalia Servizi Fiduciari e ritenuto, oltre che illegittimo sul piano giuridico da parte sindacale e dei propri legali, anche del tutto immorale sul piano etico e sindacale. Anche l’ultimo incontro non ha portato ad alcun esito e le parti hanno riconfermato il loro punto di vista senza che vi sia stata alcuna apertura rispetto alle richieste sindacali.
Sintetizzando le posizioni espresse, possiamo dire che, sul piano giuridico, si ritiene che Sicuritalia non abbia minimamente rispettato il capitolato sulla base del quale è stato affidato il servizio in appalto . Mentre sul piano sindacale ed etico si ritiene che, sia per la tipologia di lavoro che presenta anche responsabilità di un certo rilievo, sia per la retribuzione in sé, a prescindere dalla tipologia del lavoro svolto, il solo pensare di poter retribuire un rapporto di lavoro con una paga base di 4,60 € lordi all’ora sia semplicemente immorale ed inaccettabile sul piano sindacale ed umano.
La posizione dell’azienda è molto chiara: nessuna disponibilità a modificare in nessun modo, né il CCNL applicato, né la paga base, aggiungendo eventuali superminimi che portassero la retribuzione mensile almeno alle condizioni retributive preesistenti, quando il CCNL applicato era il Multiservizi (paga base Multiservizi 1250 € mensili x 173 ore, paga base Servizi fiduciari 797 lordi x 195 ore). Chiediamo allora a Sicuritalia, ma soprattutto a Banca Intesa, come si possa sopravvivere con paghe mensili di 797 € lordi mensili, pari all’incirca a 650 € netti mensili, o, addirittura con meno di 600 € per chi ha un contratto di 160 ore. In virtù di queste considerazioni, dopo avere cercato inutilmente la strada del dialogo ci vediamo costretti a scioperare per ripristinare una situazione che abbia qualcosa a che vedere con un concetto di dignità del salario rapportato al lavoro svolto. D’altra parte è lo stesso Art. 36 della Costituzione Italiana che recita: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa “
Ci sembra di poter affermare in tutta tranquillità che la retribuzione prevista da un CCNL, pur se sottoscritto da OO.SS. rappresentative sul piano nazionale, non risponda minimamente al dettato costituzionale.
Questo nostro primo sciopero ha lo scopo, da un lato di informare anche l’opinione pubblica sulla indecenza di alcune retribuzioni, dall’altro chiediamo a gran voce a Banca Intesa di intervenire immediatamente per porre rimedio a questa inaccettabile situazione, considerato che questi lavoratori, pur non essendo diretti dipendenti di Banca Intesa, lavorano nella sostanza per essa. Ma per le condizioni contrattuali nelle quali attualmente si ritrovano, non possono, neppure volendo, svolgere adeguatamente il loro lavoro in quanto non sono in grado di soddisfare nemmeno le condizioni minime di sussistenza.
In virtù di tali considerazioni, invitiamo Banca Intesa ad intervenire, convocando
eventualmente un incontro congiunto, per addivenire ad un accordo che ponga
fine in tempi rapidi a questo ignominiosa situazione.
Il video dell’iniziativa