Contestazioni disciplinari pretestuose a cui segue il provvedimento, palesemente
sproporzionato, del licenziamento. È ciò che sta accadendo ad un gruppo di lavoratori della
cooperativa FLP SOC. COOP., impiegati presso la storica fonderia DRAXTON di Rovigo,
attualmente gestita dalla INFUN FOR SRL.
I lavoratori coinvolti sono tutti Africani, con permessi di soggiorno precari e/o da richiedenti
asilo. Si erano rivolti all’ADL COBAS, all’inizio dell’estate scorsa, descrivendoci una
situazione drammatica: il ccnl che veniva loro applicato era quello multiservizi LIVELLO 1°,
uno dei peggiori esistenti e che nulla ha a che vedere con il tipo di lavoro svolto o con il ccnl
applicato ai dipendenti diretti; erano sottoposti a turni massacranti, comunicati giorno per
giorno; la sicurezza sul lavoro era sostanzialmente ignorata.
La mansione svolta da questi lavoratori era quella della sbavatura metallica, un’operazione
difficile che, spesso, il personale “autoctono” non accetta di buon grado di compiere.
Quello che accadeva, ed accade tuttora, alla Fonderia Draxton è un caso esemplare di un
fenomeno sempre più diffuso in tantissime aziende metalmeccaniche del territorio rodigino:
esternalizzare alcune tipologie di mansioni cercando di realizzare il massimo risparmio
possibile. Senza preoccuparsi, poi, delle intollerabili condizioni lavorative a cui viene sottoposto
il personale in appalto.
In seguito alle giuste rivendicazioni dei lavoratori, molte aziende in appalto, con la complicità
dei propri committenti, negano qualsiasi confronto con chi li rappresenta. Manifestando, così,
la precisa volontà di non voler risolvere le problematiche e migliorare la situazione lavorativa
nei cantieri, per mantenere inalterati i propri margini di risparmio/guadagno, sulle spalle dei
lavoratori.
Una situazione gravissima, anche in questo contesto lavorativo, che la cooperativa in appalto
non ha voluto affrontare con i lavoratori ed il sindacato e che abbiamo voluto denunciare
pubblicamente, anche attraverso una manifestazione che si è tenuta in luglio.
Su nostra richiesta è stato convocato, in seguito, un incontro in Prefettura, la quale, però, ha
ritenuto che la sede appropriata, per risolvere le problematiche sollevate, fosse il tribunale. Tali
questioni, ci aveva riferito, non erano di competenza dell’istituzione a cui ci eravamo rivolti.
Una posizione che, a nostro avviso, ha legittimato le aziende coinvolte a continuare ad evitare
qualsiasi confronto ed a mettere in atto una vera e propria rappresaglia antisindacale, nei
confronti dei lavoratori, che ha portato ai provvedimenti di licenziamento di questi giorni.
Stiamo impugnando, ovviamente, tutti i licenziamenti ma chiederemo ancora l’intervento della
Prefettura. E continueremo a denunciare pubblicamente l’arroganza e lo sfruttamento diffuso di
realtà imprenditoriali come la Draxton.