I Sindacati ADL COBAS, CLAP, Fuorimercato – AiM, Sial Cobas insieme al Coordinamento Mediatori Interculturali d’Italia vogliono rendere pubblica la situazione di un folto gruppo di mediatrici e mediatori linguistico culturali, dipendenti della cooperativa Synergasia di Roma che si trovano, in alcuni casi, senza stipendio da quasi un anno.
La cooperativa Synergasia onlus opera nel vasto panorama della mediazione linguistico culturale, occupando figure professionali in diversi ambiti dove è presente tramite la vincita di gara di appalto.
Queste figure professionali si adoperano nelle Commissioni Territoriali delle Prefetture, nei Tribunali, nei Comuni e svolgono un Servizio Pubblico molto importante per richiedenti asilo, e persone per cui è necessaria la presenza di un interprete.
Questi Enti Pubblici non assumono direttamente, ma appaltano al Terzo Settore la gestione del personale, con appalti al ribasso: il pubblico esternalizza e scarica così la responsabilità della gestione di personale essenziale e molto qualificato alle cooperative.
Questa situazione contro cui ci battiamo da tempo, che riguarda il più ampio mondo della gestione dei Servizi e dell’esternalizzazione del Welfare, è in questo caso aggravata dall’inadempienza di Synergasia verso le/i suoi dipendenti, residenti in varie regioni d’Italia.
La mancanza di pagamenti e le continue richieste di “avere pazienza” che la Cooperativa Synergasia sta inoltrando alle mediatrici/tori da troppo tempo, adducendo problemi con il DURC che bloccherebbero i pagamenti, risulta inaccettabile.
Riteniamo grave che gli Enti pubblici che hanno goduto e godono della professionalità di queste figure professionali si lavino le mani di fronte a questa situazione, di cui, almeno in parte, sono stati informati.
Non essendo presente infatti la clausola di responsabilità negli appalti con gli Enti Pubblici, questi non hanno obblighi ad adempiere il pagamento alle lavoratrici/tori quando la Cooperativa non paga.
Al di là degli obblighi, ci chiediamo quale sia anche la volontà quando parliamo di istituzioni che dovrebbero tutelare il cittadino/a.
Chi paga le conseguenze di tutto questo? Naturalmente i dipendenti di Synergasia che – garantendo un servizio importantissimo ed essenziale – si trovano senza retribuzione.
Siamo di fronte a lavoratrici e lavoratori senza garanzie e tutele: in Italia non viene riconosciuto l’importante ruolo svolto dalla mediazione, ma soprattutto non abbiamo alcuna norma che definisce mansioni, qualifiche, inquadramento contrattuale. Così succede che la maggior parte dei contratti siano a chiamata e anzi venga chiesto alla mediatrice/mediatore di aprirsi una partita iva se vuole lavorare.
Come Sindacati denunciamo pubblicamente questa situazione, che coinvolge Enti Pubblici e Terzo Settore e sosterremo passo passo, con un lavoro intersindacale, la vicenda di queste lavoratrici e lavoratori, perché abbiano il loro stipendio, e perché si possano unire lottando per una prospettiva migliore per la loro professione e per la loro vita.
Al di là degli obblighi, ci chiediamo quale sia anche la volontà quando parliamo di istituzioni che dovrebbero tutelare il cittadino/a nel garantire l’erogazione di servizi pubblici di qualità piuttosto che continuare a relegarli nel mondo del privato sociale.
ADL COBAS, CLAP, Fuorimercato – AiM, SIAL Cobas e Coordinamento Mediatori Interculturali d’Italia