COMUNICATO congiunto ADL COBAS-SI COBAS: ignorate sistematicamente misure di sicurezza.
Necessaria chiusura precauzionale e screening a tappeto per tutto il personale.
Tra i 115 magazzinieri impiegati – dipendenti in appalto del Consorzio Elettra – sono al momento almeno 50 i positivi accertati, a cui se ne potrebbero sommare altri ancora in attesa di esito del tampone. Sono questi i risultati “spaventosi” del tamponamento di tutto il personale eseguito tramite un privato e richiesto con forza dai lavoratori e dalle organizzazioni sindacali Si Cobas e Adl Cobas dopo che nella giornata di lunedì erano emersi tre casi di positività al coronavirus e molti dipendenti mostravano già sintomatologie associabili al virus.
Se si fossero seguite le “procedure”, saremmo ancora in attesa dell’intervento dell’ASL, e con cinquanta positivi ancora in magazzino a contagiare i propri colleghi.
Nei magazzini della GLS non si rispettano le distanze di sicurezza, ma secondo il protocollo non è necessario se si indossa la mascherina. Purtroppo per i lavoratori di GLS la mascherina evidentemente non è stata sufficiente ad evitare il contagio di oltre 50 persone, a cui si incominciano ad aggiungere familiari e conviventi.
Il fatto evidente è che il rispetto delle misure contenute nel “Protocollo sulla sicurezza” sottoscritto da governo e parti sociali non è sufficiente a scongiurare l’esplosione di focolai di questo tipo.
Dopo i risultati dei tamponi, ai lavoratori negativi è stato richiesto di tornare a lavoro, senza premurarsi di effettuare un’indagine epidemiologica per riscontrare eventuali contatti con i positivi sul posto di lavoro.
È assurdo che in situazioni di questo tipo l’obbligo di quarantena previsto per chi è stato a contatto con i positivi non venga applicato ai colleghi che con questi lavorano fianco a fianco. Soprattutto dal momento in cui, come in questo caso, è evidente che il luogo di lavoro è il luogo del contagio.
Come Si Cobas e ADL Cobas appoggiamo la richiesta dei lavoratori di sospendere le attività dei magazzini per il tempo necessario a fermare la diffusione del virus, effettuare la sanificazione straordinaria degli ambienti e procedere alla riapertura dopo un nuovo tampone a tappeto per tutto il personale.
Troppo spesso la salute di chi lavora viene sacrificata per i profitti delle aziende. Ora più che mai questo non è tollerabile. Il problema riguarda milioni di lavoratori, le loro famiglie e tutta la comunità che si trova ancora a fare conti con questo micidiale virus.