Il 19 gennaio in Regione Veneto si era tenuta una riunione che aveva visto la partecipazione di tutti i principali distributori dell’agroalimentare del Veneto (Prix in testa, Alì, MaxiD, Unicomm), di Legacoop, Concooperative, la coop.MG, la società Romagna e la triplice sindacale e dalla quale era uscito un comunicato fatto dall’Assessora Donazzan nel quale, sintetizzando il contenuto dell’incontro, si rivolgeva alle Prefetture di tutte le province del Veneto per invitarle a porre fine alle lotte in atto nel settore della grande distribuzione dell’agroalimentare con interventi di polizia. Subito dopo la diffusione del comunicato di Donazzan, la polizia interveniva con cariche e uso di lacrimogeni al Prix di Grisignano per garantire l’impunità al Prix che aveva commesso una palese violazione della legge nell’effettuazione del cambio di appalto.
Ora, a distanza di poco tempo dall’intervento della polizia al Prix, l’assessora al lavoro del Veneto, non contenta di quello che era successo, si rivolge direttamente ad Alfano perché ritiene che “gli episodi di picchettaggio e le manifestazioni violente che si sono verificate nell’ultimo mese nel Veneto siano da affrontare non tanto come mere vertenze contrattuali, ma sotto il profilo dell’ordine pubblico e del rispetto delle regole della democrazia”.
Ribadisce inoltre di avere formalizzato la richiesta alle Prefetture interessate, al fine di ripristinare la legalità e l’agibilità delle piattaforme logistiche, ribadendo che i blocchi delle merci e persone sono azioni di forza che compromettono l’ordine pubblico e hanno il sapore più del ricatto che delle vertenze sindacali.
Siamo a questo punto. La realtà della logistica, fatta di continue violazioni della legge, di soprusi inaccettabili, di truffe ai danni dello Stato, di infiltrazioni mafiose, non solo non viene perseguita dalla legge tentando almeno di porre freno alle ingiustizie che i lavoratori subiscono da decenni, ma, nel momento in cui qualcuno si ribella contro forme di violenza inaudita – quale è quella di privare del posto di lavoro illegittimamente 70 lavoratori – ma si vuole trasformare le vertenze sindacali in problemi esclusivamente di ordine pubblico. E’ quello che è successo infatti al Prix dove, la politica, la ricerca dell’accordo sindacale, ha lasciato il posto all’uso della polizia.
La cosa che più rattrista e fa incazzare in questa vicenda, non è tanto quello che dice l’Assessora Donazzan che è sempre stata una fascista, ma quello che fanno i sindacati CGIL CISL UIL che dimostrano di avere oramai rinunciato a qualsiasi ruolo di tutela dei lavoratori e di essere diventati un anello della catena di un sistema di sfruttamento che si fonda sulla illegalità e sul ricatto, specie oggi, dopo l’entrata in vigore del Jobs Act.