Alleghiamo il report dettagliato della Web Call tenutasi il 27 Novembre scorso con oltre 10 città da tutta Italia, dalla quale è uscita la volontà di mobilitarsi nella settimana dal 10 al 15 Dicembre, verso un nuovo appuntamento nazionale di assemblea per Gennaio e implementando la piattaforma già esistente con la vertenza degli operatori e delle operatrici dell’Accoglienza
Dignità per il lavoro sociale, dignità per tutti
Qua il report breve -> https://www.facebook.com/adlcobas.er/photos/a.355300601271632/1393569250778090/
INTRODUZIONE:
Silvio (ADL Cobas Reggio Emilia):
Ringraziamo tutti per gli sforzi fatti per collegarci tutti. L’iniziativa è stata organizzata da ADL E SIAL Cobas.
L’intento è quello di riuscire a creare un coordinamento di medio e lungo periodo per riuscire ad incidere sul CCNL, sulla legge Iori, sugli appalti e sull’accoglienza.
Negli ultimi anni il mondo del lavoro è cambiato molto. Più passa il tempo e più vengono fatte scelte in cui di fatto ci sono continui tagli che ricadono sui lavoratori. Es. quote sociale cooperative, straordinari che non vengono pagati, pagamento corsi .
Ci sono strumenti sindacali che vanno utilizzati: creazione di RSA e RSU all’interno del posto di lavoro. Ciò permetterebbe di fare delle riunioni pagati o di sapere 45 giorni prima un futuro cambio appalto. Questi strumenti sono importanti per creare dei rapporti di forza a livello nazionale e locale.
La piattaforma che CGIL, CISL e UIL stanno contrattando a Roma non è stata discussa con i Lavoratori. Noi crediamo in un sindacato che si basa sulla partecipazione e non sulla sindacalizzazione.
Angelo (Sial Cobas Milano):
Situazione Cooperative: situazione per certi aspetti nuova. Momento in cui si stà cercando di coordinarsi tra diverse realtà.
I lavoratori che hanno il contratto delle cooperative sociali sono 350.000. Noi non siamo a conoscenza di lavoratori che abbiano votato la piattaforma che è oggetto di contrattazione. La proposta è quella di passare a una presenza sindacale in più città mantenendo due livelli : uno è quello del coordinamento con tutte le realtà del terzo settore (servizi a scuola, servizi alla disabilità, servizi nell’accoglienza), l’altro è quello più sindacale. Rispetto a questo punto significa iscriversi al sindacato Sial Cobas o al sindacato ADL Cobas (e organizzarsi con RSA e RLS) e contribuire anche a creare un coordinamento sindacale tra diverse sigle che abbiano come minimo comune denominatore la partecipazione e la decisione dei lavoratori.
In merito alla legge Iori ci vorrà più tempo ma l’idea è che il coordinamento intersindacale e una nuova realtà sindacale nel settore possa incidere sulla attuale legge facendo i conti con modifiche che si renderanno via, via necessarie anche sulla spinta delle incongruenze e delle richieste dei lavoratori/trici.
INTERVENTI:
RIMINI – Federico:
Condividiamo l’introduzione, qui abbiamo ripreso i lavori della rete da poco, negli anni scorsi c’era stato un tentativo di costruzione di rete degli educatori per incidere nella situazione locale in merito ad appalti ed educazione nelle scuole. Nell’ultimo periodo abbiamo sentito l’esigenza di attivarci.
La costruzione della piattaforma della RENOS ha stimolato curiosità ed abbiamo iniziato a incontrarci per pensare ad un piano di azione. Vorremo andare oltre l’informalità della rete, vorremo superare il modo operandi dei sindacali tradizionali confederali.
vogliamo la partecipazione diretta dei lavoratori nelle fasi decisionali e nei tavoli di trattativa… condizione essenziale per fare sindacato nel nostro settore.
Altra cosa la trasparenza, vorremo che nelle decisioni ci interpellassero, dato che abbiamo vissuto negli anni totale estraneità nei processi che determinavano le nostre condizioni di lavoro. Queste sono le premesse per pensare ad un nuovo percorso di attivazione.
Con questo spirito abbiamo iniziato a fare delle assemblee per condividere idee, abbiamo condiviso la piattaforma nazionale e su questo troviamo necessario fare un percorso che porti alla luce in ogni città la nostra richiesta. Come diceva Angelo da Milano ancora non abbiamo la possibilità di entrare nel tavolo di trattativa sul rinnovo del contratto collettivo, ma possiamo fare una forte pressione dato che il lavoro degli ultimi due mesi ha prodotto fermento che anche noi percepiamo.
Questioni legate al locale: sistemi degli appalti, condizione dell’assistenza educativa nelle scuole nel quale a Rimini si vive una forte precarietà: in caso di assenza dello studente non ci vengono pagate le ore, ore non frontali sono inesistenti e l’aspetto formativo è carente. Abbiamo sviluppato un piano di intervento che prevede il riconoscimento totale delle ore stabilito dai tavoli tecnici (educatore di plesso , istituto o classe) e l’aumento delle ore non frontali per coordinarci col corpo di sostengo delle scuole, cosa che ci viene richiesta e che dobbiamo fare in maniera volontaria. Questo è il piano che stiamo sviluppando a Rimini. Nel 2019 avremo nuovo grande bando per assistenza educativa nelle scuole di tutti gli ordini e gradi e vorremo sfruttare preparare il momento dal punto di vista dei lavoratori.
Stiamo provando a coordinarci con l’associazione dei genitori e quello che in città si muove intorno a noi dato che questa battaglia va sentita da tutta la città e comunità, a partire dalle famiglie che sono le prime interessate. Qualsiasi percorso territoriale troverà molta più forza se riusciremo a sviluppare un coordinamento nazionale continuativo. Nel nostro settore la sindacalizzazione non è stata molto estesa fin’ora o comunque è sempre stata intesa in termini di delega; il nostro percorso a Rimini continuerà ibrido con le qualità della rete e del lavoro sindacale vero.
BOLOGNA:
Rosario ( Operatori Uniti contro i Tagli) :
Premessa: La rete Nazionale è nata nel 2013 anche grazie al lavoro della nostra radio che ha facilitato l’incontro tra collettivi e realtà diverse. Da lì è poi nata la Rete Nazionale. Alcuni collettivi non ci sono più come quello di Napoli. La Rete Nazionale nasce per creare un dialogo tra collettivi e sindacati. La Rete ha bisogno del supporto e degli strumenti sindacali. Senza sindacati non si possono fare determinata battaglie.
Dopo l’incontro della Rete Nazionale di Milano abbiamo incontrato diverse sigle sindacali: CGIL e USB. Entrambi si sono mostrati disponibili. CGIL ha detto che porteranno al tavolo alcuni punti della nostra piattaforma ma non sono molto fiduciosi. Sappiamo che l’aumento salariale di cui si stà parlando è di 87 euro che a noi non stà bene. C’è poi il tema delle notti passive, del part time verticale.
Abbiamo poi cominciato ad incontrarci con gli operatori dell’accoglienza che avranno delle conseguenze pesanti (perdita del posto di lavoro) e immediate, in seguito all’approvazione del Decreto Sicurezza.
Il 6 dicembre faremo un incontro pubblico riguardante il Decreto Sicurezza, la legge Lorenzin, la Ex legge Iori.
Oltre a ciò portiamo avanti un lavoro comunicativo e di connessione attraverso la nostra Radio.
Noi auspichiamo che la Rete si allarghi e che si trovi un’altra giornata comune prima del 19 dicembre.
Marinella (Operatrice Accoglienza ADL Cobas):
Il nostro percorso nasce con il Decreto Sicurezza 113/2018 di Salvini. Precedentemente ci eravamo mobilitati per il decreto Minniti -Orlando. Questa volta abbiamo tentato fin da subito la strada della sindacalizzazione perché riteniamo importante avere più forza per difendere il nostro lavoro. Si tratta infatti da una parte di contrastare forme di razzismo e dall’altro di una difesa del nostro posto di lavoro.
Abbiamo fatto un’assemblea molto partecipata (circa 100 lavoratori) ad ottobre, con l’obiettivo di iniziare a mobilitarci. Da questa assemblea ne sono seguite altre a cadenza settimanale. Ad Oggi, abbiamo poi chiesto un incontro all’amministrazione comunale per capire come intende gestire le conseguenze del decreto sicurezza in città. Fin’ora non abbiamo una risposta. La città di Bologna ha puntato molto sul modello SPRAR con conseguenze positive sull’occupazione.
Ci terremmo molto che la situazione dei lavoratori dell’accoglienza entrasse nella piattaforma della Rete Nazionale.
PARMA:
Ringraziamo la Rete Nazionale e gli educatori di Reggio Emilia con cui ci siamo incontrati la scorsa settimana. Abbiamo partecipato ad un incontro di presidio organizzato a Reggio e da lì abbiamo preso i contatti per poi rivederci. La scorsa settimana abbiamo fatto un incontro con Eduki, ADL Cobas di Reggio Emilia e abbiamo invitato altri sindacati come CGIL e USB.
Noi ci stiamo organizzando adesso. Speriamo di riuscire a creare un collettivo. Noi respiriamo che c’è una maggiore attenzione verso la categoria. La scorsa settimana abbiamo invitato i sindacati CGIL e USB. La CGIL adesso dice che porterà al tavolo del CCNL dei punti della piattaforma della Rete Nazionale ma non sono fiduciosi di portarli a casa. Adesso siamo nella sede di USB che ci ha messo a disposizione lo spazio per fare questa diretta.
Secondo noi siamo una categoria molto frammentata e la Legge Iori contribuisce ad aumentare questa frammentazione. Secondo noi succederà che dovremo ottenere una qualifica pagata da noi che poi non ci verrà riconosciuta a livello contrattuale. Sarà difficile che i comuni faranno appalti dove richiederanno personale qualificato D2. Non crediamo che ci verrà richiesto di lavorare come D2 ma che ci inquadreranno tutti D1.
Piena solidarietà ai colleghi dell’accoglienza. Cerchiamo di partecipare alle problematiche di chi vive lontano da noi. E’ necessario creare una categoria di lavoratori unita
Condividiamo una forma ibrida tra Sindacato e Collettivi.
Vorremmo promuovere un momento successivo a questo in cui poter fare qualcosa. Vorremmo agire concretamente al fine di fare pressione a chi si siede ai tavoli e di far conoscere a livello pubblico la nostra professionalità e le criticità ad essa relative. Pensiamo a degli incontri aperti in cui coinvolgere le famiglie con cui lavoriamo e la cittadinanza.
FIRENZE: ): TRADATE (Varesotto): ):
Siamo un gruppo di educatrici/tori aut organizzati .
Premessa: A Firenze una decina di anni fa c’è stata una buona sindacalizzazione dei lavoratori, soprattutto con USB, e questo ha portato ad ottenere dei miglioramenti degli appalti per quanto riguarda l’educativa scolastica. Es. in caso di assenza dell’utente possiamo rimanere 15 giorni in servizio; avvio del servizio in contemporanea all’inizio della scuola; siamo riusciti a difendere dei posti di lavoro durante un cambio di appalto.
Rispetto alla Legge Iori, abbiamo pagato una difficoltà di relazione tra USB e CGIL. La prima assemblea è stata fatta dopo l’approvazione della legge. La CGIL ha avuto un atteggiamento contradditorio. Ha dichiarato pubblicamente di impegnarsi contro la legge Iori ma poi ha appoggiato le università che proponevano i corsi. Noi abbiamo cercato di promuovere un boicottaggio dei corsi sperando che gli iscritti non superassero il n. Minimo di 150 ma gli iscritti sono stati 180 pertanto i corsi sono partiti.
Le assemblea poi non sono state continuative nel tempo.
In quest’ultimo periodo stiamo cercando di riorganizzarci dal basso per poi riavvicinarci alle organizzazioni sindacali. Abbiamo lanciato una sperimentazione di assemblea auto convocata. Domani (28.11.2018) abbiamo indetto un’assemblea in orario di lavoro in cui non ci aspettiamo un’alta partecipazione.
Stiamo partecipando a questa serata perché ci interessava conoscere altre realtà e capire come collaborare e sostenerci a vicenda.
REGGIO EMILIA:
Danilo (Collettivo Eduki):
Lavoro fatto anno scorso: L’inverno scorso abbiamo iniziato a fare delle assemblee pubbliche in occasione della disdetta dell’ contratto integrativo. In seguito abbiamo fatto un presidio che ha portato all’apertura di un tavolo istituzionale che portasse a regolamentare in modo differente gli appalti comunali. Alcuni risultati: abbiamo ridotto la parte economica del bando di gara al 20 per cento rispetto al 30 o 40 %; abbiamo ottenuto una maggiore salvaguardia del posto di lavoro in caso di cambio di appaltante su un servizio; siamo riusciti a far eliminare le cosiddette “proposte aggiuntive” della parte tecnico qualitative (ma che in realtà hanno un valore economico) dei bandi che solitamente andavano a ricadere sui lavoratori (ore in più, servizi aggiuntivi a carico delle cooperative). Questo percorso si è concluso a Maggio 2018.
Dopo questo lavoro abbiamo lavorato in estate alla stesura della piattaforma della Rete Nazionale. Abbiamo partecipato all’incontro di Settembre a Milano.
In seguito ci siamo poi concentrati sui punti riguardanti la Legge Iori. Abbiamo promosso un presidio sotto il comune per chiedere l’apertura di un tavolo istituzionale in cui il comune svolga un ruolo di mediatore tra i diversi attori (università, regione, centrali cooperative) al fine di togliere i costi a carico del lavoratore e per promuovere una formazione di qualità. Il comune ad oggi, non ci ha risposto. Una consigliera di Sinistra Italiana ha presentato una mozione in consiglio comunale per chiedere l’apertura del tavolo. Vedremo quali sviluppi ci saranno.
MILANO:
Beatrice (cooperativa Aeris):
Dobbiamo pensare alle motivazioni che hanno portato allo sciopero del 26.10.2018. Secondo me abbiamo cominciato a ragionare intorno al valore della dignità sia dei lavoratori che dell’utenza. Abbiamo cercato di promuovere i nostri diritti e quelli degli ultimi. Se tolgono i diritti a noi lavoratori , tolgono dei diritti anche agli ultimi. Secondo noi questo è il messaggio forte che è passato.
Noi abbiamo cercato di sindacalizzarci. Il primo effetto di una maggiore sindacalizzazione è stato il fatto che dalla nostra Committenza è stata ritirata la geolocalizzazione. Abbiamo ancora problemi invece rispetto al fatto che dobbiamo timbrare, tramite un’app sul telefono, quando iniziamo e finiamo un’ora di lavoro con un utente.
Abbiamo scelto di sindacalizzarci in un modo e non in un altro. In questi mesi siamo cresciuti, abbiamo studiato. Speriamo che la nostra esperienza possa servire a qualcun altro.
E’ importante continuare a comunicare all’esterno quello che stiamo facendo e le nostre rivendicazioni.
Giorgio (Cooperativa Monza che si occupa di accoglienza):
Noi ci siamo mossi soprattutto ultimamente in seguito all’approvazione del decreto Salvini. Abbiamo iniziato a confrontarci in maniera informale tra colleghi spinti anche dall’assemblea di Roma sul decreto sicurezza. Qualcuno di noi poi ha cominciato a seguire il lavoro della Rete Nazionale.
La nostra cooperativa conta circa 40 lavoratori e all’assemblea che abbiamo fatto eravamo in 30.
Abbiamo deciso di rivolgerci a un sindacato. Abbiamo incontrato diversi sindacati, anche di base, ma alla fine abbiamo deciso di iscriverci alla CGIL. E’ stato valutato che la CGIL fosse più dentro rispetto al lavoro della prefettura e anche il fatto che altri lavoratori del nostro settore si erano rivolti sempre alla Cgil e quindi abbiamo visto la possibilità di una maggiore unione. E’ ovvio che qualora ci sentiremo scavalcati e non ascoltati ci tireremmo indietro dal rapporto con la CGIL.
I nostri piani di lavoro sono due: (1)I bandi futuri della prefettura e (2) le cooperativa .
La cooperativa non è un ente benefico. Sappiamo che la cooperativa ha avuto dei ricavi e quindi chiediamo che adesso usi questi ricavi per aiutare i lavoratori. Deve essere rivendicato l’aspetto etico che le cooperative dovrebbero avere.
Condivido di collaborare e sostenersi tra operatori dell’accoglienza ed educatori.
Matteo (Operatori Sociali Milano
Da Settembre si è creta una sinergia tra collettivi e sindacati che ha portato a delle buone mobilitazioni locali. Secondo me adesso dovremmo pensare a un’ altra mobilitazione condivisa, prima di natale, intorno alla metà di Dicembre. Es. un corteo, un presidio, o diverse mobilitazioni con un logo o una frase comune. Nelle settimane scorse è girata una lista delle varie realtà da aggiornare.
Anche la piattaforma delle Rete Nazionale andrebbe aggiornata rispetto al Decreto Lorenzin; rispetto alle rivendicazioni dei lavoratori dell’accoglienza e rispetto a ciò che non condividiamo del Decreto Sicurezza a livello politico.
Pensa che Rete debba fungere da collante tra collettivi e sindacati di diversi luoghi di lavoro mentre penso che sia importante che sul luogo di lavoro si puntasse a una maggiore sindacalizzazione.
Propongo inoltre un’altra assemblea nazionale a gennaio.
Camilla:
Noi abbiamo organizzato un incontro pubblico in cui erano presenti 120 educatori. Nel Varesotto è emersa una realtà di lavoratori frammentata e non inquadrati con il D2. E’ emersa la continua esternalizzazione dei servizi (anche di tutela minori e quindi anche lavoratori come assistenti sociali e psicologi). La nostra assemblea voleva avere più finalità. La prima era quella informativa, infatti vi è una grande bisogno di avere delle informazioni corrette perchè vi è una grande confusione. Abbiamo cercato di spiegare cosa cambia con l’introduzione della Legge Iori e Lorenzin. Abbiamo invitato gli operatori di Milano che hanno raccontato cosa si stà facendo con la Rete Nazionale perché volevamo portare un esempio di cosa potremmo fare. Nel nostro territorio, per quel che sappiamo , non sono stati fatti presidi, nonostante ci siano delle condizioni drammatiche. Stà avvenendo un continuo abbassamento dei capitolati di appalto e le cooperative del territorio non riescono più a partecipare. Stanno subentrando altre cooperative che vengono da fuori (Piemonte e Roma). Sono state fatte tante domande che richiedevano risposte precise che non ci sono ancora. Abbiamo pensato rilanciare un’altra assemblea il 3 dicembre per cercare di dare maggiori risposte. Siamo disponibili a fare un evento con i colleghi di Milano intorno alla metà di Dicembre.
PADOVA:
Luca Operatore Accoglienza:
A Padova siamo un po’ all’anno zero. Noi siamo toccati maggiormente da ciò che riguarda l’accoglienza che vede una situazione drammatica sul piano occupazionale. Inoltre si è già iniziato ad applicare la norma del decreto Minniti che vede l’operatore ridotto ad un pubblico ufficiale come fossimo dei guardiani perdendo la funzione educativa.
Condivido l’importanza di tenere insieme i lavoratori socio educativi e quelli dell’accoglienza.
Condivido di aggiornare la piattaforma della Rete Nazionale con le rivendicazioni dei lavoratori dell’accoglienza.
Dino ADL Cobas:
Propongo due riflessioni generali: 1) importanza di riuscire a organizzarsi sul luogo di lavoro, anche sindacalmente , sia per far rispettare il CCNL sia per migliorare il CCNL stesso. 2) Utilità di fare delle campagne pubbliche di comunicazione per far capire le condizioni di lavoro e le conseguenze che hanno la chiusura dei servizi sociali. 3) Rispetto alle controparti, è importante confrontarsi con i comuni e con le cooperative. Rispetto a quest’ultime vi è una difficoltà da parte dei lavoratori a portare a vanti delle rivendicazioni verso le cooperative stesse. Tanti lavoratori con cui parlo che si occupano di lavoro in comunità, vorrebbero fare lotte sindacali per avere aumenti e notti ben retribuite, ma temono che le richieste mettano in crisi la cooperativa che poi può rischiare di non riuscire a dare più lavoro.
SAVONA:
E’ la prima volta che partecipiamo ed è la prima volta che ci troviamo anche a Savona per discutere di questi temi.
Dal nostro punto di vista dovremmo discutere maggiormente del CCNL e non delle singole situazioni territoriali. ES. rapporto tra salario e costo della vita; il pagamento del mezzo di trasporto; il pagamento delle notti passive.
E’ importante che le rivendicazioni siano nazionali e non locali altrimenti le cooperative locali falliscono. E’ importante che le condizioni cambino per tutti.
Vorremmo trattare anche delle questioni della sicurezza. Vorremmo portare i Lavoratori a una grossa partecipazione Nazionale che possa condizionare la modifica del CCNL.
Pensiamo al Sindacato come a una realtà aperta e non corporativa.
Condividiamo di continuare con questo lavoro della Rete ma dobbiamo stare di più “sul pezzo”.
Lavoratore:
Bisogna cercare di pensare a 360° su tutti i settori delle Cooperative, non solo scuola e accoglienza. Non si può pensare solo al proprio posto di lavoro. Bisogna cercare di costituire in tutte le cooperative delle RSA. Ci dimentichiamo che le cooperative sono aziende e che nelle cooperative ci sono i datori di lavori e i lavoratori.
ROMA:
Social Worker (Collettivo – Camere del lavoro autogestite di Roma
Nel nostro collettivo ci sono educatrici, assistenti sociali, operatori dell’accoglienza. Siamo tutti inquadrati C1. Ci siamo posti la questione di come coinvolgere in maniera adeguata e massiccia i lavoratori per cambiare il Trend che ci stà portando a una distorsione della figura che da 40 anni “amplia il sistema dell’assistenza in generale”. I lavoratori subiscono le conseguenze di questa distorsione.
La RSA viene decisa dai sindacati per noi è difficile diventare delegati CGIL. La situazione è molto complessa, sia per quanto riguarda gli appalti con l’amministrazione sia all’interno delle singole cooperative. Le condizioni di lavoro sono sempre peggiori ma i lavoratori fanno fatica a partecipare. A Roma ci sono diversi tavoli aperti sia con l’amministrazione centrale che con i singoli municipi. A Roma i servizi di un municipio sono organizzati in modo diverso dall’altro.
Rispetto ai vari corsi ( e relativi costi) per poter lavorare, una nostra collega ha speso 3000 per il corso OSS, ha speso altri soldi per il corso “OPEPA”(?) per poter lavorare nelle scuole, adesso deve spendere altri 1000 euro per il corso da Educatrice.
Riguardo alla Legge Iori, nel comune di Roma sembra che sia fondamentale fare il corso di 60 cfu (1000 euro) per poter continuare a lavorare. Se non lo fai c’è il rischio del sottoinquadramento, della diminuzione oraria e della perdita del posto di lavoro. Tutte le Cooperative si sono accordate con l’Università di Tor Vergata e stanno spingendo per fare questo corso.
Noi vorremmo uscire dal linguaggio tradizionale e classico del sindacato per riuscire a coinvolgere più lavoratori e di diversa professionalità. Stiamo cercando coinvolgere dei “tecnici”: psicologi, assistenti sociali, psichiatri.
Abbiamo fatto un ciclo di incontri pubblici partecipati in cui osserviamo e raccontiamo cosa succede nella nostra città. Sono stati incontri fini a sé stessi.????
Condividiamo molte cose che sono state dette soprattutto la volontà di ragionare sulla Logica dei Bandi che ci stà ammazzando. Rispetto al CCNL , è sicuramente necessario ragionarci dal momento che non viene aggiornato da 6 anni, ma ci sembra anche una sorta di “placebo” per tenere buoni i lavoratori dal momento che per es. nell’ultimo rinnovo erano state introdotte cose ridicole come un aumento salariale obbligatorio temporaneamente. Le condizioni dei lavoratori sono pessime non solo a causa del CCNL ma anche a causa del fatto che peggiorano i servizi. Ciò che incide di più sui servizi è cosa chiede il Bando. Il CCNL riguarda tutte le coop sociali non solo gli educatori.
Fa riflettere il fatto che noi, siamo la città più a Sud di questa Rete.
LA SPEZIA:
Federica + altra Lavoratrice:
Noi ci siamo organizzati in occasione dello sciopero del 26 ottobre. Paradossalmente la spinta propulsiva c’è l’ha data la CGIL che ha cercato in tutti i modi di boicottarci. Abbiamo avuto dei contati con gli Operatori di Milano, di Genova, Parma e Reggio Emilia. La nostra volontà è quella di ricucire la categoria. Spesso i lavoratori si lamentano e basta. Vorremmo organizzare entro fine anno un incontro con i colleghi di Milano e di Reggio. Noi siamo in periodo di Gara d’Appalto e vorremmo fare un po’ il punto sulla situazione.
CONCLUSIONI:
Angelo (Sial Cobas) :
Potrebbe essere utile far circolare casi di vertenze che sono state promosse in diverse realtà in modo che possano essere utilizzate da altri.
Lavoratori accoglienza: si parla di 10.000 lavoratori che dovrebbero perdere il posto. Quando erano state abolite le frontiere i dipendenti statali erano stati ricollocati. Ovviamente i lavoratori dell’accoglienza non sono dipendenti statali ma su questo problema bisogna provare a spingere di più anche se è molto complesso trovare delle soluzioni.
CCNL : potrebbe essere utile fare una settimana di mobilitazione comune tra il 10 e il 15 dicembre per far presente le nostre rivendicazioni prima che riprenda il tavolo di contrattazione nazionale.
Silvio (ADL Cobas):
Condividiamo di fare una settimana di mobilitazione tra il 10 e il 15 dicembre in cui ognuno di noi porta avanti delle iniziative in base al contesto in cui è.
Condividiamo di implementare la Piattaforma di Settembre con le rivendicazioni dei Lavoratori dell’Accoglienza e dei Lavoratori dell’Assistenza.
Bologna :
Risentirci a breve per convergere su una data territoriale con parole d’ordine comuni che comprendano i discorsi fatti sulle condizioni dei lavoratori delle cooperative sociali e comprendano rivendicazioni su operatori dell’accoglienza, non solo per conservare posti lavoro ma anche per protestare contro razzismi.
Il 6 abbiamo un’assemblea con colleghi dell’accoglienza e lavoreremo per fare una iniziativa insieme, quindi proponiamo di individuare una data per vederci viso a viso a gennaio e di fare una iniziativa a livello territoriale prima del 19 dicembre data rinnovo trattative per CCNL
Rimini:
Condividiamo di fare una settimana di mobilitazione comune prima degli incontri previsti per il rinnovo del CCNL.
Condividiamo e saremo presenti ad un incontro della Rete Nazionale a Gennaio.
Angelo (Sial Cobas):
Allora teniamo buono il fatto di fare delle iniziative tra il 10 e il 15 dicembre.
Nei prossimi giorni facciamo circolare un verbale su quanto detto stasera e su possibili contenuti comuni.