Dopo vari incontri convocati dalla Prefettura di Padova che hanno visto la partecipazione di Grafica Veneta , di Barizza International e BM Services rappresentata dall’Amministratore giudiziario e dall’Avvocato che difende penalmente la famiglia Badar, eravamo giunti il giorno 15 settembre, su forte sollecitazione della Prefettura di Padova, ad un incontro nel quale Grafica Veneta si era impegnata a ricercare una soluzione che tenesse in considerazione le richieste sindacali in materia di assunzioni dei lavoratori che tutt’ora si trovano senza più il lavoro, dopo che la magistratura aveva emesso i mandati di cattura per i Badar padre e figlio, dei loro complici e di due dirigenti di Grafica Veneta.
Nel frattempo, dalla stampa si era saputo che i due dirigenti di Grafica Veneta, tramite i loro legali avevano concordato con i giudici, il “patteggiamento” che prevederebbe una condanna di 6 mesi tramutata in pena pecuniaria pari a 45.000 € e la scelta di elargire agli 11 lavoratori che avevano subito le violenze nel corso del 2020, 20.000 € a testa, per addolcire ulteriormente la valutazione dei giudici. Il patteggiamento, come è risaputo, è nella sostanza una ammissione di responsabilità in merito alle accuse mosse e ha l’unico scopo di ridimensionare la condanna in base agli sconti di pena previsti. L’intento della difesa di Grafica Veneta è quello di cercare di uscire a tutti i costi dalla vicenda penale cercando di dimostrare che nulla aveva a che fare con quello che succedeva all’interno dello stabilimento.
Abbiamo fatto riferimento al procedimento penale in essere, in quanto sembra che la chiusura del percorso avviato per arrivare al patteggiamento sia, per gli avvocati penalisti di G.V., un atto prioritario rispetto a tutto il resto. Tant’è che il giorno 16 settembre, che doveva essere la data nella quale si doveva trovare una soluzione complessiva alla vertenza in atto per quei 27 lavoratori ancora in carico a BM Services, l’Avv. Spata che rappresenta l’azienda, si è presentato dichiarando con estremo imbarazzo che non vi sarebbe stato alcun accordo, in quanto gli avvocati penalisti – senza peraltro fornire alcuna giustificazione plausibile, visto che le vicende penali sono completamente sganciate da quelle civili – avevano imposto che non si poteva arrivare ad alcun accordo sindacale fino a che non si fosse conclusa la procedura del patteggiamento, prevista all’incirca per il giorno 20 di ottobre. Bontà di Grafica Veneta, avrebbe elargito 700 € a fondo perduto ai 27 lavoratori di BM Services, in cambio del congelamento di qualsiasi iniziativa di natura sindacale o giudiziaria.
Risulta evidente che una pretesa di questo tipo, ben sapendo Grafica Veneta che da parte sindacale non avrebbe mai potuto essere accettata, rappresenta una precisa scelta tesa a scaricare definitivamente i lavoratori di BM Services, una volta concluso il patteggiamento e di usare le necessità dei lavoratori per ricattare e rendere complice il sindacato nella strategia difensiva dell’azienda.
A questo punto, dopo le innumerevoli prese di posizione di scrittori, editori, associazioni, cittadini e perfino il Papa, che hanno solidarizzato con i lavoratori tutt’ora espulsi dal ciclo produttivo e anche senza più un contratto di affitto per le case nelle quali abitano (BmServices ha dato disdetta dei contratti di affitto, ma anche della luce e del gas con il risultato che a Trebaseleghe attualmente sono senza luce e senza gas – è di fondamentale importanza far sentire la voce di tutti coloro i quali pensano che condizioni di lavoro come quelle che esistevano all’interno di Grafica Veneta non possono essere accettate e che l’unico modo esistente per porre rimedio a questa situazione è che Grafica veneta si faccia carico fino in fondo di tutte le responsabilità giuridiche e morali che questa vicenda impone, riaprendo quanto prima la trattativa per ricercare di comune accordo una soluzione che faccia giustizia di tutti i torti che questi lavoratori hanno subito, a prescindere dalla vicenda penale che vede coinvolti i dirigenti di Grafica Veneta.