Al tempo del Coronavirus basta poco per passare da “eroe”, che con il proprio lavoro ha garantito il funzionamento di servizi essenziali, a esubero da lasciare a casa: è quello che sta succedendo al magazzino “Rossi Catering” del Gruppo “Serenissima” di Altavilla Vicentina.
55 lavoratori dal primo aprile sono in cassa integrazione, senza più un lavoro, a causa della decisione del committente “Rossi Giants Srl” di cessare l’appalto, in cui da anni queste persone sono impiegate come magazzinieri e in cui si prepara la logistica necessaria alla preparazione e fornitura di pasti negli ospedali, case di riposo e pasti domiciliari.
Sfruttando un appalto in scadenza e un calo di lavoro dovuto all’emergenza Coronavirus (in questo magazzino si servono anche scuole, pizzerie, bar, ristoranti, chiusi ora per decreto del Governo), la committenza ha pensato bene di cogliere l’occasione per chiudere l’appalto, internalizzare il servizio e in questo modo poter attuare una riorganizzazione, rimarcando inizialmente inoltre di non avere l’obbligo di riassumere il personale.
Infatti questi lavoratori accederanno fino ai primi di maggio al Fondo d’integrazione salariale (FIS), per il quale l’INPS prevede il pagamento diretto e non riconoscerà il pagamento degli assegni familiari come previsto nella circolare INPS n.47 del 28/03/2020. Questo significa che 55 famiglie per almeno i prossimi due mesi (fino al pagamento dell’INPS del FIS) rimarranno senza alcuna forma di reddito.
Di fronte a questa drammatica situazione, come sindacato abbiamo prioritariamente richiesto una proroga dell’appalto durante un tavolo in webconference in Prefettura. La risposta di “Rossi Giants” si è limitata a un generico impegno a riassumere in caso di ripresa questi lavoratori senza fornire alcuna garanzia su quantità e modalità, volendo quindi poter decidere a totale discrezionalità aziendale chi eventualmente riassumere.
Come sindacato invece abbiamo proposto che venga costruita una graduatoria basata su carichi familiari e anzianità di cantiere, in modo da regolamentare attraverso criteri oggettivi e equi le riassunzioni. Inoltre chiediamo che tra committente e fornitore uscente venga trovato un accordo al fine di anticipare gli importi del FIS al fine di garantire reddito a questi lavoratori.
Se da parte del Gruppo Serenissima non sarà accettata la nostra proposta e, anzi come sembra verrà utilizzato personale distaccato da altri magazzini per garantire il servizio prima fornito dai lavoratori in appalto, sarà evidente la vera natura di questa operazione: pensare esclusivamente ai propri profitti scaricando sulla collettività i costi economici e sociali dei loro presunti esuberi. Fare ciò, in un momento storico in cui dal Papa al Premier Conte sono continui gli appelli al “restare uniti” e a far squadra, risulta ancora più vergognoso.
Allo stesso tempo facciamo appello alle istituzioni di intervenire e chiediamo al Governo di introdurre la sospensione dei cambi d’appalto durante l’emergenza Coronavirus e che venga garantito il pagamento degli assegni familiari anche per i lavoratori oggetto di FIS, come per tutti gli altri ammortizzatori sociali previsti dal Decreto “Cura Italia”.