TUTELA DELLA PROFESSIONALITÀ’ E DELLA SALUTE DEL PERSONALE E DEGLI UTENTI DEI SERVIZI DI ASSISTENZA DOMICILIARE – EMERGENZA SANITARIA COVID19
Dall’inizio dell’emergenza nazionale legata alla diffusione del Covid-19, come educatori ed educatrici domiciliari e assistenza domiciliare (OSS ed infermieri) abbiamo continuato a garantire il servizio seguendo le disposizioni emesse dalle autorità competenti.
A seguito del Dpcm 8 marzo 2020 che stabilisce provvedimenti specifici per i territori più colpiti dall’infezione di Covid-19, tra queste la regione Lombardia e le province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell’Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia, ci chiediamo quali dispositivi per la salute dei lavoratori e delle lavoratrici domiciliari, degli utenti e dei loro familiari sono stati attivati? Quale presidio di controllo è stato previsto sul rispetto dei comportamenti adeguati a questa situazione sanitaria?
Dal momento in cui è stato attivato lo stato di “zona rossa” in diverse provincie siamo stati informati di intensificare le cautele, ma di fatto non abbiamo ricevuto neanche in dotazione gli ausili necessari come disinfettanti, mascherine e guanti, oltre che un protocollo di comportamenti da rispettare.
Riteniamo che le misure prese siano assolutamente inadeguate alla situazione, sia sotto il profilo organizzativo che della tutela della salute dei lavoratori e dei destinatari del servizio.
Non sono state date indicazioni, se non richiedere ferie o permessi, per chi ragionevolmente sente messa a rischio la propria salute e dei propri familiari, e nessuna garanzia di estensione degli ammortizzatori sociali in caso di richiesta di sospensione del servizio da parte della famiglia degli utenti e di chiusura dei GET e dei centri diurni.
Consapevoli del fatto che il nostro sia un servizio socio-sanitario essenziale e dell’importanza di continuare a garantirlo, riteniamo che al momento non ci siano le adeguate garanzie per poter continuare a svolgerlo tutelando la sicurezza dei lavoratori e degli utenti, pertanto chiediamo:
• siano previsti anche per questo settore tutti gli ammortizzatori sociali specifici attivati dalle Regioni più colpite dall’infezione Covid-19 qualora per motivi di salute, familiari o per volontà della famiglia dell’utente, il lavoratore e la lavoratrice siano impossibilitati a svolgere le ore di lavoro di assistenza domiciliare;
• vengano aggiornati i DVR e tutti i lavoratori e le lavoratrici siano dotati e forniti dalle cooperative i DPI, cosa che non è accaduta finora;
• sia attivato un protocollo con le AUSL locali e la Medicina del lavoro che attivi l’obbligatorietà dei tamponi per le persone che necessitano di assistenza domiciliare e dei loro famigliari conviventi, nonché per tutti gli operatori e le operatrici del settore domiciliare. Senza questo protocollo si espongono i lavoratori e le lavoratrici nonché gli utenti a rischio contagio COVID19, tenendo conto che si può essere positivi o portatori sani pur in mancanza di sintomi specifici come da indicazioni dell’Istituto superiore di Sanità;
· siano fornite indicazioni chiare per tutti quei lavoratori e lavoratrici domiciliari che abitano fuori dalla Provincia che hanno le limitazioni previste dal nuovo DPCM dell’8 marzo scorso, che qualora impossibilitati ad entrare nella zona rossa devono poter godere degli ammortizzatori sociali previsti e non ricorrere all’utilizzo di ferie, permessi retribuiti, o assenze non retribuite.
Come lavoratrici e lavoratori domiciliari denunciamo una situazione di incertezza organizzativa e sanitaria per chi svolge i servizi e anche per gli utenti stessi, a maggior ragione ci sembra inadeguata la richiesta avanzata da diversi Comuni di spostare gli educatori scolastici sull’educativa domiciliare, a partire dal fatto che gli educatori scolastici svolgono un intervento educativo differente dagli operatori domiciliari.
Riteniamo infatti che sia necessaria maggior chiarezza sui comportamenti da tenere e sull’utilizzo dei DPI, se non c’è un protocollo chiaro per i lavoratori domiciliari come si pensa di agire con gli educatori scolastici che verrebbero mandati a domicilio?
Riteniamo importante pertanto attivare dei tavoli di confronto con le Coop appaltanti dei servizi e con le Ausl, i committenti, al fine di pervenire a degli accordi territoriali che rendano possibile lo svolgimento del servizio con le finalità auspicate.
Adl Cobas e Sial Cobas