Caracol “Olol Jackson”
«La vita è una, è tanta, c’è tanta roba dentro e sono tante le cose che dobbiamo conquistare. Per noi e per gli altri».
(Olol Jackson, intervento assemblea regionale ADL COBAS, 22/09/17)
Caracol “Olol Jackson” è un progetto in divenire. È il futuro che verrà, in un momento in cui di futuro non si parla e non si può parlare. È un progetto che ci è stato ispirato dalle parole dello stesso Olol: «Non dobbiamo pensare che la nostra vita inizi la mattina quando timbriamo il cartellino e finisca quando usciamo dal magazzino; la nostra vita dura 24 ore al giorno, per tanti giorni l’anno, per tanti anni, ci auguriamo, e con questa vita noi ci dobbiamo confrontare. La domanda che io mi faccio è: il mio diritto ad essere cittadino, vale solo quando sono dentro al magazzino, oppure devo pensare alla mia vita e ai diritti che devo avere dentro e fuori dal magazzino? Quando diciamo diritti noi lo diciamo per tutti. La nostra vita è complessa e complicata. Su tutti i punti noi dobbiamo fare battaglia comune. Se alziamo l’asticella dei diritti, stiamo tutti meglio».
E a noi piacerebbe proprio ripartire da qui, dal suo ultimo intervento pubblico. Olol era un combattente; un imprescindibile, per dirla con Bertolt Brecht. Capace di dare speranza, di caricare e dare sicurezza agli altri. Olol non diceva mai “io”, anche quando i suoi meriti erano evidenti; lui diceva “noi”. Aveva in testa, ben preciso, il disegno di un mondo migliore; e coniugava la lotta politica alla parola, per raggiungere gli obiettivi che, spesso prima degli altri, aveva in mente.
La vita di Olol non è stata semplice. Per questo, quando lui parlava di vita complessa e complicata, lo sapeva fare così bene: capiva perfettamente le persone oppresse, precarie, l’umanità meticcia con cui si relazionava quotidianamente. È morto da padrone di niente, ma da servo di nessuno. La cultura appresa in strada e nel movimento, la politica, il circondarsi di fratelli e sorelle, hanno fatto di lui un uomo libero. Olol sapeva farsi volere bene ed era un punto di riferimento per molti nel sindacato, al centro sociale, tra i gradoni di uno stadio a sostenere la Roma o dietro ad una consolle.
Per questo, per trovare una metafora che lo rappresenti, abbiamo pensato all’immagine del Caracol Zapatista.
Molti di noi associano la sua immagine a quella di Ya Basta!; il primo centro sociale autogestito di Vicenza, chiamato così per affezione alle lotte dell’EZLN, che il subcomandante Marcos raccontava e racconta in modo suggestivo, capace di risvegliare orizzonti e utopie. Nelle sue parole, nella definzione di Caracol, noi ritroviamo il nostro compagno: “Dicono qui che i più antichi affermano che altri ancora più antichi dicevano che i primi su queste terre avessero il culto per la figura del caracol. Dicono che dicono che dicevano che il caracol rappresenta l’ingresso al cuore, così dicevano i primi a conoscenza. E dicono che dicono che dicevano che il caracol rappresenta anche l’uscita dal cuore per camminare nel mondo, come i primi chiamarono la vita. E non solo, dicono che dicono che dicevano che con il caracol si chiamava la collettività affinché la parola scorresse da uno all’altro e nascesse l’accordo. E dicono anche che dicono che dicevano che il caracol era d’aiuto affinché l’udito percepisse anche la parola più lontana. Questo dicono che dicono che dicevano. Io non lo so. Io cammino con te mano nella mano e ti mostro quello che vede il mio udito e ascolta il mio sguardo. E vedo e sento un caracol.”
“Caracol Olol Jackson” vuole essere quindi il nostro modo di alzare l’asticella dei diritti, un luogo di socialità e solidarietà, dove camminare assieme per garantire l’accesso alla salute, alla cultura, allo sport, alla musica per tutti e tutte.
Caracol “Olol Jackson” è salute per tutti/e
«La principale causa delle nostre malattie è la povertà» [Dichiarazione di Moises Gandhi, Chiapas]
Viviamo in un tempo in cui curarsi in maniera adeguata sta diventando un lusso per pochi. Sono in crescita le disuguaglianze sociali tra chi può permettersi cure e farmaci e tra chi è costretto a contenerle, posticiparle o addirittura rinunciarvi. Secondo il rapporto 2017 “L’Italia per l’equità nella Salute” realizzato dall INMP ‘(Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e il contrasto delle malattie della povertà), “il 7,8% degli italiani, ovvero 5 milioni di cittadini, pur avendone bisogno, ha detto no a una o più visite specialistiche o a trattamenti terapeutici per mancanza di soldi”. Ci immaginiamo una “Casa della e per la salute”, che si propone di garantire l’accesso alla salute per tutti e tutte, senza distinzione di razza, colore della pelle, genere, età, cultura. Il sogno è quello di poter salvare vite. Ci piacerebbe partire da uno sportello medico informativo, che informi i cittadini su quali servizi pubblici di tutela della salute sono a loro disposizione. Molte volte, soprattutto le frange più fragili di popolazione, rinunciano a cure primarie perché non hanno idea di quali siano i passaggi per ottenere l’esenzione dal pagamento del ticket o non conoscono servizi gratuiti o agevolazioni in ambito socio-sanitario.
Da anni l’Oms ha decretato il significato del concetto di salute, intesa non solo come assenza di malattia. In una società come quella attuale, viene difficile crederlo. Per questo il nostro obiettivo e’ molto ambizioso: tutelare il benessere psicofisico individuale e collettivo, promuovendo per uno stile di vita sano, una corretta alimentazione e la garanzia e una consapevolezza della provenienza del cibo che mangiamo. L’idea della “salute per tutti” passa quindi anche per un centro di promozione, formazione e divulgazione di una buona qualità della vita.
Caracol “Olol Jackson” è sport popolare per tutti/e
Olol ha sempre amato il calcio. Quello dei campetti, delle partitelle, che ha frequentato fin da ragazzino. I suoi amici e compagni lo ricordano in varie vesti: tifoso della roma, allenatore della Polisportiva Independiente, giovane portiere. Sul campo, come nella vita, o sugli spalti, per Olol contavano le relazioni e le emozioni del fare squadra, senza discriminazioni di sorta. Anche in campo si e’ sempre battuto per i diritti di tutti a partecipare. In questo caso, alzare l’asticella dei diritti significa allargare l’accesso alla pratica sportiva per tutti, senza discriminazioni di tipo etnico,economico e di genere. Anche se basato su valori universalistici, nella realtà il sistema sportivo è pensato per maschi normodotati, bianchi ed eterosessuali. Tuttavia l’attività fisica fa bene alla salute e non può essere un lusso. I dati sullo sport ci dicono, guarda caso, che le categorie sociali più sedentarie sono le fasce di popolazione meno istruite, più povere; spesso si tratta di persone straniere. Caracol vuole essere pertanto un luogo che sviluppa possibilità di praticare attività motoria a chi è escluso dai regolamenti ufficiali delle federazioni, a chi non può permetterselo o a chi non vuole sentirsi giudicato per il suo aspetto fisico.
Caracol “Olol Jackson”: la cultura come riscatto
E’ impossibile pensare ad un progetto nel ricordo di Olol senza parlare di cultura e di apprendimento. Lui era come una spugna: aveva fame e sete di sapere, nonostante non avesse molto amato, a suo tempo, la scuola. Era un lettore onnivoro: leggeva qualsiasi cosa, se ne serviva per i suoi interventi, riprendeva frasi e citazioni. Nervoso, casinista, gli insegnanti non hanno saputo capire e incanalare quella grande energia.
Olol appartiene a una generazione di proletari cresciuti in strada, in grado di farci i conti quotidianamente. Accanto all’etica di chi ne conosce le regole, lui e gli altri della sua generazione hanno saputo maneggiare la cultura come un’arma, da blandire contro le ingiustizie.
Quanti Olol ci sono nelle nostre scuole, soprattutto nella drammaticità di oggi, in cui il divario economico e sociale crea disuguaglianze fin dai banchi? Quanti ragazze e ragazzi brillanti, capaci, vengono vissuti e gestiti come un problema?
Nel nostro sogno ambizioso ci piacerebbe incrociare alcuni di loro e sostenerli, economicamente o fisicamente nel loro percorso di crescita attraverso progetti culturali, che mirino a tenere viva la memoria al fine di costruire un futuro migliore. Caracol “Olol Jackson” sarà biblioteca o seminari o doposcuola o centro studi o tutte queste cose assieme. Non lo sappiamo ancora di preciso, perchè Caracol vuole essere un luogo aperto a tutte quelle proposte che facciano alzare l’asticella del diritto al sapere e alla cultura libera.
www.caracolol.it