“Leonardo non dimentica mai da dove proviene e, in un periodo di crisi come questo, puó vantarsi di non aver mai licenziato neanche un dipendente” Nei siti internet gli “agiògrafi” di Leonardo Del Vecchio riportano la frase che apre questo articolo. Evidentemente questo vanto dovrà essere rimosso dai siti in quanto in data 18 Marzo 2016 veniva recapitata una lettera ad un lavoratore di Luxottica nella quale Luxottica procede al licenziamento di un lavoratore, P. R., per giustificato motivo oggettivo, conseguentemente alla soppressione della posizione lavorativa di addetto all’unità di Service Desk Method incaricato dello sviluppo del sistema AS400 che il lavoratore ricopriva, dichiarando che tutte le attività di assistenza e sviluppo della programmazione dei processi di wholesale dell’ERP AS400 saranno interamente affidate ad un fornitore esterno e quindi l’unità di Service Desk Method verrà definitivamente eliminata.
La lettera di licenziamento arriva dopo che una settimana prima vi era stato in DTL di Belluno il tentativo di conciliazione conclusosi con un mancato accordo, nonostante il fatto che il lavoratore si fosse reso disponibile ad essere reimpiegato anche in mansioni diverse da quella ricoperta, anche di livello inferiore e su ben quattro sedi, chiaramente a scelta dell’azienda (due in provincia di Belluno, una in provincia di Treviso oppure quella di Milano).
Fatto che rende ancora più odioso ed eticamente inaccettabile il licenziamento è la condizione di “categoria protetta” (in questo caso “non disabile”, un equiparato ad orfano di guerra) del licenziato.
Sembra molto strano che una azienda del calibro di Luxottica con circa 9000 dipendenti sparsi nelle diverse sedi del Nord Italia (la maggior parte in Veneto), non sia in grado di ricollocare un proprio dipendente che da quasi dieci anni ha contribuito alla crescita dell’azienda della famiglia Del Vecchio. Ma evidentemente la storiella della esternalizzazione proprio di quella specifica mansione nasconde in realtà quell’istinto padronale insopprimibile, anche nella illuminata famiglia
Del Vecchio, di punire il lavoratore che osa mettere qualche piccolissimo bastoncino tra le ruote della macchina supercorazzata Luxottica.
E di cosa si tratta? P.R., che in passato è stato anche RSU per la CGIL, da un anno a questa parte ha cercato di aprire un nuovo percorso con Adl Cobas. Consapevoli del gigante che avevamo davanti,, come Adl Cobas, abbiamo comunque provato a scandagliare alcuni aspetti del rapporto di lavoro che potevano essere messi in discussione, fuori dalle logiche servili della triplice e senza alcuna soggezione. Come siamo soliti fare in qualsiasi altro posto di lavoro. E allora è venuta fuori una prima violazione di legge molto grave sul piano contrattuale e di principio, più che sul valore economico, riguardante l’utilizzo delle ferie.
Succede infatti che quando il lavoratore è in ferie in Agosto e il 15 Agosto cade infrasettimanalmente, Luxottica paga quella giornata ma riduce di un giorno le ferie spettanti. Poiché le ferie, oltre che essere un diritto sono anche un dovere, si capisce bene che la violazione è un fatto grave perché in questo modo si monetizza un diritto che non è monetizzabile. Su questo punto abbiamo provato a convocare in DTL l’azienda per avere un confronto, ma Luxottica non si è presentata. Un mese dopo abbiamo avuto un parere della DTL che riconosceva di fatto la legittimità della nostra segnalazione di violazione.
Su questo punto siamo pertanto già in causa (la prima udienza è fissata al 27 Aprile) in quanto riteniamo che né Luxottica, né chiunque altro possa arrogarsi il dirritto di monetizzare le ferie.
Ma c’è stato un altro aspetto del rapporto di lavoro che è stato sollevato da P.R. ed è quello della forfetizzazione dello straordinario a fronte di una situazione di numerosi lavoratori che svolgevano un numero di ore straordinarie ampiamente superiore al limite massimo di 180 ore annuo sancito dal CCNL. Su questo aspetto, in sostanza, Luxottica, per superare tale limite imposto contrattualmente, ha escogitato una modalità di forfetizzazione dello straordinario che consente di aggirare i limiti contrattuali .
Ci viene quindi da dire che le motivazioni del licenziamento non hanno alcuna motivazione oggettiva ma, al contrario, rientrano in pieno in quella categoria del conflitto tra padroni e lavoratori che va sotto il nome di rappresaglia antisindacale. Risulta evidente che, avendo P.R. rifiutato la proposta di risolvere il problema con una transazione economica, sul licenziamento, così come sulle altre questioni sollevate, andremo fino in fondo in quanto non possiamo accettare che un licenziamento intimato con motivazioni del tutto pretestuose possa passare impunemente, anche se chi lo ha messo in atto si chiama Del Vecchio.