Domenica 12 febbraio 2023 a Padova abbiamo organizzato la prima riunione con lavoratrici domestiche: colf, badanti, baby-sitter.
Sono tutte lavoratrici che abbiamo incrociato negli anni perché si sono rivolte ai nostri sportelli per diversi motivi: analisi delle buste paga, informazioni su prestazioni a sostegno del reddito (malattia, maternità, naspi,…) , bonus, mancata o errata retribuzione, calcolo della pensione, ecc.
Le abbiamo convocate per spiegare loro le novità sui contratti e sulle retribuzioni, ma soprattutto abbiamo voluto fare una prima riflessione CON loro su quanto il lavoro domestico sia fondamentale nella società italiana e quanto, però, ancora manchi affinché abbia un riconoscimento e una dignità alla pari degli altri contratti di lavoro dipendente.
Tutte le lavoratrici e i lavoratori hanno diritto alle ore di riposo. Le e i badanti ne hanno diritto, invece, solo sulla carta: in caso di convivenza, nel contratto sono scritte 54 ore, ma se la persona assistita ha bisogno è necessario lavorare giorno e notte.
Per tutte le lavoratrici vige il divieto di licenziamento entro l’anno di vita del figlio. Per le lavoratrici domestiche no, possono essere licenziate già dopo il terzo mese dalla nascita del figlio. Analogamente, tutte le lavoratrici dipendenti possono dimettersi entro l’anno di vita del figlio ed avere diritto alla disoccupazione. Le lavoratrici domestiche, invece, se vogliono dimettersi mantenendo il diritto alla Naspi devono farlo entro il terzo mese dalla nascita del figlio.
Tutte le lavoratrici e i lavoratori hanno diritto ad essere retribuiti in caso di malattia per un periodo generalmente fino a 6 mesi. Il lavoro domestico prevede sì il diritto ad astenersi dal lavoro in caso di malattia, ma la retribuzione è riconosciuta solo per 15 giorni.
Questi ad altri sono stati gli argomenti che abbiamo affrontato nella giornata di domenica 12.
Un primo importante passo verso un percorso che porti al riconoscimento di pari dignità e diritti, come peraltro sancito dalla Convenzione 189 dell’ILO che l’Italia ha ratificato nel 2013.